Capitolo 31 ~ Isabelle

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Fu una sofferenza alzarsi presto dopo essere rimasta sveglia fino all'una di notte. Il motivo? Eravamo rimasti tutti intorno al falò del Campo per parlare di Orfeo e dell'imminente scontro. Chirone era stato talmente preso dalla situazione che non aveva notato quanto fosse tardi, perciò ci aveva spediti a letto con un paio d'ore di ritardo.
Comunque, appena riuscii a buttare giù Nico dal letto (quel ragazzo non lo svegliavi manco con le esplosioni nucleari), mi cambiai e uscii per la colazione con lui.
I semidei sembravano stanchi, ma l'agitazione era più forte, perciò erano tutti a riempirsi di caffè per riuscire a tenere gli occhi aperti ed evitare di addormentarsi proprio mentre si stavano infilando l'armatura.
Bruciai l'offerta ai miei genitori, poi mi misi a bere il mio caffellatte e a mangiare la torta al limone rimanente. Sì, lo ammetto: avevo una dipendenza per quel dolce.
Quando Chirone chiese attenzione, il chiacchiericcio dei semidei si spense.
-Semidei. Domani sarà il grande giorno. -disse. -Ora andate a preparare le armi. Partiremo per New York alle undici in punto.
Finii la colazione, poi seguii Nico nella Casa 13. Trasformai il mio bracciale nella mia amata spada e decisi che era meglio darle una lucidata. Presi un panno e mi sedetti sul letto con l'arma sulle gambe.
-Cosa pensi che succederà? -chiese Nico mentre anche lui si metteva a pulire la lama della sua spada.
-Orfeo attaccherà via terra. -dissi. -Emily e i gemelli hanno rubato lo stilo, perciò l'esercito non riuscirà a salire sull'Olimpo direttamente e noi dovremo solo impedire che entrino nell'Empire State Building.
-Chirone ha pensato ai mortali?
-Ci penseremo io e Ocean. Basterà creare una specie di barriera che non faccia passare i mortali vicino all'Empire State Building... e probabilmente per qualche isolato di distanza per essere sicuri di avere abbastanza spazio per la battaglia.
Quando finimmo di lucidare le spade, ci mettemmo dei vestiti comodi, poi indossammo le armature.
Alle undici in punto tutto il Campo Mezzosangue era in viaggio per Manhattan sui furgoncini di solito adibiti alla vendita delle fragole.
Io ero in compagnia della Casa di Apollo e di quella di Poseidone, perciò ebbi il tempo di parlare con Ocean per decidere la grandezza della barriera che avremmo creato. Fu un viaggio tranquillo e qualcuno ne approfittò per recuperare un'ora di sonno.
Ocean sembrava agitato e giocherellava con il suo medaglione, guardando il paesaggio che sfrecciava fuori dal finestrino. Gli misi una mano sul braccio: -Ocy, tutto bene?
Lui sussultò, poi mi guardò e fece un sorriso incerto: -Sono solo un po' agitato. Sai... è difficile rimanere tranquilli in situazioni come queste.
-È perché incontrerai Adam, vero? -domandai. Mio cugino assunse un colore simile al fucsia.
-Nah. -rispose ridendo. Poi sembrò cambiare idea e andare in panico: -S-Sì... io non lo so. -disse infine.
-Sei così dolce, Ocy bello! -esclamai stritolandogli la guancia come faceva nonna Rea. -Ora immagina la scena: tu e lui che combattete fianco a fianco per sconfiggere Orfeo... e alla fine di tutto, dopo la nostra vittoria, lui ti bacia. Un bacio pieno di passione. Intorno a voi tutti festeggiano e si tolgono le armature, sfiniti ma felici per l'esito della battaglia...
Il figlio di Poseidone si coprì il viso, che aveva raggiunto la tonalità viola quando avevo detto del bacio, con le mani.
-Zitta! -esclamò. Risi di gusto.

Arrivammo a Manhattan proprio mentre i semidei del Campo Giove si fermavano davanti all'Empire State Building. Subito Chirone diede il segnale a me e Ocean per innalzare la barriera e poco dopo tutti i mortali nel giro di dieci chilometri erano spariti.
A quel punto Reyna, Frank e il centauro iniziarono a definire i dettagli del piano per la battaglia. Ci avrebbero detto tutto più tardi.
Intanto, io e Ocean cercammo James e Cecily. Sicuramente con loro c'era Emily. E qualcosa mi diceva che con loro ci fossero anche i gemelli.
Vidi Cecily poco lontana da noi. Lei e James stavano discutendo animatamente. Arden ed Emily erano poco lontani con Adam e li osservavano.
-Ehi! -salutai avvicinandomi. Arden ci fece un sorriso, mentre Adam sembrò innervosirsi.
-Ciao. -disse Arden. -Pronti?
Annuii: -È bello vedere anche voi.
-Dopo un po' diventa noioso stare nel palazzo di Orfeo. -fece il ragazzo, poi diede una spintarella al fratello. -Vero, Adam?
-Ehm... -Adam si schiarì la voce. -Sì. Vero.
-Anche Ocean lo pensa. Stavamo parlando di come potesse essersi sentita Allison in questi mesi e Ocean ha detto proprio la stessa cosa. -diedi una gomitata ad Ocean. -Vero, cuginetto?
Come minimo, il figlio di Poseidone stava per avere un attacco d'asma.
-Perché stanno discutendo? -chiese indicando Cecily e James con la testa. Ora, sapevo che quando Ocean andava in crisi finiva per balbettare cose senza senso, ma in quel momento lo avrei strozzato. Bel ringraziamento per averti dato una possibilità per parlare con la persona che ti piace. Davvero.
Mentre mi davo una pacca sulla fronte, Emily rispose: -James vorrebbe diventare uno Shadowhunter con l'Ascensione. Cecily è solo preoccupata.
-È pericoloso? -domandai.
-Sì, in molti muoiono dopo aver bevuto dalla coppa mortale. -spiegò la figlia di Atena. Poi guardò Arden, ma distolse subito lo sguardo e sospirò.
-E perché uno vorrebbe rischiare così tanto? -chiese Ocean.
-I Nephilim non possono mettersi con un mondano. -disse Arden.
-E tu come lo sai? -fece Adam guardando il fratello con un sopracciglio alzato.
-Me l'ha spiegato Emily. -Arden sembrò voler terminare in fretta il discorso, come se ci fosse stato qualcosa che non voleva far sapere al gemello.
Cecily e James si avvicinarono a noi, perciò fummo costretti a lasciar perdere il discorso comunque.
-Adrian e Allison? -chiese Arden.
-Sono ancora sull'Olimpo credo. -rispose Ocean.
-Ehi, ragazzi! -ci chiamò Jason. -È ora di pranzo!

Mentre stavo bevendo un po' d'acqua, un ragazzo in armatura mi si avvicinò. Quando lo guardai, per poco non mi strozzai: era il ragazzo che avevo disarmato nel palazzo di Orfeo. Avrei riconosciuto i suoi occhi verde chiaro tra mille.
Teneva l'elmo sottobraccio e una spada nel fodero attaccato alla cintura. Gli occhi sembravano brillare.
-Ciao. -mi disse sorridendo. -Io sono Matthew.
Non so come feci a trovare la forza di parlare, ma riuscii a dire: -Isabelle. -gli porsi la mano, che lui strinse.
-Bel nome. -commentò arrossendo. Doveva avere intorno ai diciassette, diciotto anni e i riccioli castani gli cadevano ribelli sulla fronte.
-G-Grazie. -balbettai. Poi calò un silenzio imbarazzante.
-Posso farti una domanda? -chiese.
-Sì. -Credo che se mi avesse chiesto di fare qualcosa di imbarazzante, come ballare in mezzo alla strada urlando "sono una completa idiota!", lo avrei fatto. Insomma, come resistere a quegli occhioni adorabili? E a quei riccioli castani che sembravano fatti di seta?
-Come hai fatto a disarmarmi così facilmente nel palazzo di Orfeo? -domandò Matthew. Cavolo, mi sarei aspettata di tutto tranne che quella domanda.
-Beh, io mi alleno da quattrocento anni e credo che...
-Q-Quattrocento anni?! -esclamò lui spalancando gli occhi.
-Ehm sì. -dissi imbarazzata e gli spiegai cos'era successo con le frecce di Eros quattrocento anni prima.
-Quindi il ragazzo che è scappato con Allison è tuo cugino? -domandò Matthew quando ebbi terminato.
-Esatto. -risposi.
-State parlando di me? -chiese la voce di Adrian da dietro. Mi voltai e lo vidi proprio accanto a me.
-Solo cose positive, spero. -aggiunse.
-Tranquillo, cuginetto. -risposi facendo un sorriso sornione. -Stavo giusto per arrivare alla parte in cui hai fatto pipì davanti a...
Adrian mi tappò la bocca: -Tsk, sta solo scherzando. Non prenderla sul serio. -disse a Matthew. Poi si avvicinò al mio orecchio e sussurrò: -Prova a rivelarlo a qualcuno e starai nel regno di tuo padre per l'eternità.
Alzai gli occhi al cielo e annuii, così Adrian mi lasciò andare.
-Dov'è Allison? -chiesi.
-Sta parlando con Chirone. -rispose il figlio di Zeus. -Beh, io vado a cercare Ocean. Ci vediamo.
Prima di andarsene mi fece l'occhiolino ed scossi la testa. Quando faceva così, voleva dire che approvava il ragazzo con cui stavo parlando.
Io lo usavo spesso con lui e Ocean e i miei cugini facevano lo stesso con me. Quando succedeva erano un po' insopportabili, devo ammetterlo.
-Ehm, comunque... -fece Matthew. -Ti va di parlare un po'?
Gli sorrisi: -D'accordo.





*angolo meh*
Buongiorno semidei!
Sono sicura che il prossimo capitolo vi piacerà particolarmente 🌚.

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