La Corte dei Gigli

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Prima di addentrarvi a Eragest assicuratevi di aver nascosto i vostri averi nei luoghi a voi più cari. Nascondeteli con cura, mi raccomando, e cercate di rammentare dove li avete riposti.
La mente di un vecchio gioca brutti scherzi, a volte, ma sa essere più saggia di quel che immaginate. Dunque prestatemi orecchio
; ne va delle vostre tasche, affinché questa storia possa finalmente iniziare e io bere il mio tè della sera.
Nascondete i borselli colmi d'oro dietro ai quadri, o tr
a le fessure delle pareti della vostra abitazione. Assicuratevi che i vostri gioielli siano collocati in scrigni chiusi e protetti da un incantesimo. Non disperdete argenteria di ottima fattura, bottiglie di vino di ottime annate e proteggete le vostre lettere.
In fondo, i
beni più preziosi sono i vostri segreti... 

Fitzgerald Olderwald, conosciuto al pub di Villar Partel come Fitzy, non sopportava quella zona di Eragest. Puzzava di piscio, merda e vomito degli ubriaconi che barcollavano di notte sulla riva del Gura, il fiume che attraversava il Distretto del Pane.
A sua moglie mentiva spesso dicendole che andava nella Città Alta a trovare il borgomastro, o in una casa di piacere per gente agiata e rispettata che voleva ascoltare un venditore di libri antichi.
Da giorni vendeva abbastanza bene. Aveva camminato a lungo per cercare i migliori acquirenti interessati alle opere del grande Arcibald Ultrich, ma senza alcun successo. Quindi aveva venduto dei trattati a una nobildonna, a qualche signorotto del Parlamento e a tre soldati della milizia cittadina che gli avevano dato ben più di quanto si aspettasse.
Tuttavia, quella notte non stringeva tra le braccia libri o codici di tempi passati e ormai dimenticati. Teneva saldamente un fagotto che a volte scalciava e si lamentava.
"Portalo da Slaybor", gli aveva ordinato una figura su un cavallo nero come la pece disperdendosi poi oltre i vicoli del mercato orientale in cui le attività commerciali portavano lustro e fama a una città troppo spesso considerata dal resto della Repubblica di Avar come una radice da estirpare da un terreno difficoltoso e ricoperto da rampicanti.
Eppure era la Capitale, un luogo in cui il Parlamento decideva il fato di ogni luogo lontano e vicino. A breve le elezioni avrebbero condotto i più ricchi e facoltosi signori della Repubblica a proporsi come Cancellieri e Ministri, parlamentari e senatori. Ma in quel momento le sue preoccupazioni erano altre. Il bambino che gli era stato affidato doveva essere portato da Slaybor intatto, senza che gli mancasse nulla.
Se lo avesse messo in pericolo avrebbe rischiato il collo. Si domandava perché avessero scelto lui per quel compito ingrato, ma le minacce dell'uomo che era giunto dal nulla su un cavallo bardato lo avevano convinto a non rifiutarsi e a prendere in considerazione quell'offerta. Si era imbarcato su una barcaccia assieme a dei mendicanti. Il freddo dell'inverno gli punzecchiava il naso e le guance paffute. Indossava un lungo mantello nero su cui aveva avvolto il piccolo in maniera che lo proteggesse dalla brezza del Gura.
Fitzy si guardava attorno preoccupato, sicuro che mancasse ormai poco alla sua fermata. Aveva pagato ben quattro scellini al rigattiere Tom, che conduceva i più poveri alle loro case da ormai vent'anni.
«Fitzy, tua moglie se la prenderà se farai tardi a cena», affermò con una risata mentre muoveva la barca sotto a un ponte. «Sicuro che tu non voglia tornare indietro? Non è un posto adatto per un venditore di libri.»
Fitzy alzò lo sguardo verso Tom. Quel giorno portava un cappello su cui era infilata una piuma d'airone, dei pantaloni bagnati dell'acqua putrida del Gura e una lunga giacca in pelle di balena. Lo teneva al caldo dal freddo e dall'umidità, dal vento che proveniva da est e batteva le imposte delle abitazioni in rovina attorno a lui.
«Desidero passeggiare. Sai quanto io ami farlo, di questi tempi», replicò Fitzy deglutendo appena.
Tom tossì, sputando in seguito sull'acqua. «Stronzate. Qualche sera fa al pub mi hai detto che odi farlo.»
Al rigattiere non sfuggiva mai nulla. Era stato un soldato esemplare nelle guerre della Repubblica contro le forze degli uomini settentrionali. Ogni guardia della milizia e soldato lo salutava con un cenno del capo quando lo incrociavano sul suo cammino. Qualsiasi cosa avesse fatto come soldato a Fitzy importava ben più di quel che Tom si aspettasse. Ma si rifiutava di parlarne e malediceva chi gli domandava delle sue gesta. «A volte una mente ubriaca è annebbiata dalla birra e non ragiona. Quella sera neppure la tua era lucida», puntualizzò Fitzy con una risata. Accarezzò la testa del piccolo per calmarlo e non farlo piangere.
Se Tom avesse scoperto che nascondeva un bambino, lo avrebbe gettato nel Gura senza indugio. Era fedele alle vecchie tradizioni, al matrimonio e alle regole sacre del Priorato. Chiunque tradiva il proprio consorte meritava la morte e non avrebbe esitato a denunciarlo a una guardia. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 07, 2022 ⏰

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