Capitolo 1

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Capitolo 1

Quell’aria fredda mi travolse, suscitando in me un profondo brivido che percorse tutta la mia schiena. La fresca aria mattutina di Brooklyn non aveva fatto altro che abbassare la mia voglia di andare a lavorare; ma era il mio dovere.

Spensi l’ultima sigaretta rimasta nel pacchetto e iniziai a camminare per le

strade affollate della città in cerca di quella piccolissima libreria in cui lavoravo da ormai cinque anni. Non ebbi difficoltà a trovarla, era come sempre lì, accanto al panificio di Mrs.Ellis.

Entrai e subito fui accolta con uncaloroso abbraccio da Theresa, la proprietaria della libreria.

“Ciao carissima, come hai dormito?”

“Come sempre Theresa, i soliti incubi non sono venuti a mancare.”

“Mi dispiace cara, vedrai che tutto si sistemerà.” Il tutto uscì in un sospiro.

“No Theresa, non la ritroverò mai, ormai se n’è andata, per sempre.” Le lacrime erano prossime, ma dovevo mostrarmi forte, almeno con lei.

“Tiffany, ascoltami. La ritroverai e lui uscirà dalla tua vita, una volta per tutte.” Mi fidavo di lei.

“Grazie Theresa.”

“Non ringraziarmi, sai che per te farei questo ed altro.” Non avrei mai potuto

ringraziarla abbastanza, lei era la mia seconda madre, lei era colei che mi

coccolava, che mi dava coraggio.

Flashback

“Mamma, mammina, lei è così carina.” Ecco come passavamo le giornate; tra

risate, baci, canzoncine, spintoni, cadute.

“Tiffy, Tiffanyna, lei è così piccina.”

“Tiffanyna? Questo non vale, non è un soprannome valido.” Mi sedetti sul letto

facendo la finta offesa.

“Tanti auguri Tiffany, oggi compi 5 anni, la mia bambina è diventata grande.”

Aveva un sorriso enorme sul volto.

“Mamma, è vero che non mi lascerai mai? Poi come farò a pettinare i miei lunghi capelli? La mia manina non arriva alle punte.” Stavo cadendo in panico.

“Tesoro di mamma, certo che non ti lascerò mai, ma come ti salta in mente.” Mi buttai nelle sue confortevoli braccia, iniziando a piangere.

“Ti voglio bene mamma.”

“Ti voglio bene anch’io Tiffany.” E sapevo benissimo che quelle parole provenivano dal profondo del suo cuore.

Il nostro tenero abbraccio, però, fu interrotto da un rumore che mi fece

spaventare.

“Stai qui, Tiffany. Sarà sicuramente papà.” Al pronunciare di quell’ultima

parola, i suoi occhi s’incupirono. Sapevo benissimo cosa succedeva ogni sera, quando lui tornava a casa, ubriaco. Non ero poi così ingenua.

“Mamma, fai attenzione.” Mi sorrise, il sorriso più falso che io abbia mai visto.

Aspettai dieci minuti, ma poi decisi di non ascoltare la mamma, avevo intenzione di scendere giù.

La prima cosa che vidi fu mio padre steso sul divano, stava dormendo. Poi, però, mi chiesi dove fosse lei.

Iniziai a chiamarla, ma in cambio non ricevetti nessuna risposta. Il mio occhio cadde su una lettera ripiegata, poggiata sul tavolo. La presi ed iniziai a leggere quel poco che riuscivo:

Flaw-Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora