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Il piano era semplice. Rey-li avrebbe condotto Shirin e Inees a Er-lor, il suo villaggio natale. A Wynn spettava il compito di seguirle, sfruttando il Legame, e Kal e il professor Kreyen si sarebbero uniti a lei con la scusa di essere diretti allo stesso luogo. Una volta arrivati a destinazione, ci sarebbe stata un'imboscata in piena regola ad attendere Kreyen.

Rey-li era la chiave per la riuscita di quel piano. Senza di lei, né Wynn né Kal avrebbero potuto radunare la gente di Er-lor – come di qualsiasi altro villaggio di Yer-ran – e in ogni caso non ne avrebbero avuto l'occasione. Rey-li era stata facile da convincere: in cambio aveva chiesto soltanto di portarla con loro ad Arilia e di mettere una buona parola per lei per permetterle di entrare in Accademia.

Wynn era stata più che felice di accettare la condizione, anche se sotto sotto sospettava che Rey-li l'avrebbe aiutata in ogni caso. Non ne era certa, la sua era stata soltanto una sensazione a pelle, dovuta forse all'estrema simpatia che aveva nutrito da subito nei suoi confronti nell'arco di quei due giorni trascorsi insieme. Ricordava, anche se in modo vago, di averla paragonata ad Aranis quando era sotto l'effetto della febbre; da quando aveva ritrovato la lucidità, lei stessa non trovava più molto in comune fra le due.

La neve aveva continuato a cadere per tutto il tempo di cui aveva avuto bisogno per rimettersi in sesto. Anche mentre si allacciava la spada alla cintola, oltre il vetro della finestra i fiocchi volavano in giro come impazziti. I loro svolazzi le ricordarono Inees e i suoi sprazzi di energia improvvisa che non riusciva mai a controllare.

Un magone le attanagliò la gola, e Wynn si costrinse a voltarsi per non vedere più quello spettacolo.

Il Legame che le teneva unite nella distanza era sempre presente, un battito costante al ritmo del suo stesso cuore. Per quanto si sforzasse di non pensarci, Wynn sentiva la presenza di Inees, la sua vicinanza e, contemporaneamente, la sua lontananza. Se fosse uscita dalla locanda e avesse percorso soltanto pochi passi, l'avrebbe trovata.

Delle nocche bussarono contro la porta, trascinandola via da quelle riflessioni. Wynn esitò un attimo, ringraziò in cuor suo chiunque fosse arrivato a distrarla dalla sua miseria, e pronunciò un «un attimo». Afferrò il cappotto dall'attaccapanni, l'unico bene che possedeva assieme alla spada, dato che i soldi li aveva spesi tutti per la stanza. Mentre ancora infilava il braccio nella manica, uscì.

Kal la stava aspettando con la schiena poggiata contro lo stipite e le mani infossate nelle tasche. Si raddrizzò, tirando su col naso. «Ehi, Pomodorina, sei sveglia? Siamo pronti ad andare?»

Wynn lo guardò di traverso mentre si riaggiustava il cappotto. «Pomodorina?» ripeté. «Per i capelli rossi?» Aveva già notato che Kal fosse un tipo propenso ai nomignoli più strani – Rey-li per lui era Ciocche Blu – ma quella era la prima volta che non la chiamava con il suo nome completo.

Kal fece schioccare la lingua. «Nah, non sono così poco fantasioso,» disse. Wynn inarcò le sopracciglia, tutt'altro che d'accordo, ma non disse nulla. «È perché arrossisci sempre.»

Se quella era una provocazione, funzionò fin troppo bene. In automatico, le guance di Wynn assunsero una tonalità rosata che lei percepì tramite il calore eccessivo. Desiderò dargli una rispostaccia, come avrebbe fatto Rey-li al posto suo, ma il suo cervello non riusciva più a pensare a nulla, si era magicamente svuotato. Così girò la testa, smuovendo i capelli e nascondendosi dietro le ciocche rosse.

«Appunto,» fece Kal, il capo inclinato da un lato.

Il rossore peggiorò. Wynn non trovò neanche le parole giuste per maledirlo mentalmente, tutto ciò a cui riusciva a pensare era di smetterla di arrossire. Il risultato, come era anche logico che fosse, era soltanto un ulteriore aggravamento della sua condizione.

Il Segreto dei VorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora