Capitolo 14

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Peter

Entrai in classe e mi sedetti al mio solito posto. Spero almeno che si sieda vicino a me, ho bisogno di parlarle, di chiarire. Quando la vidi entrare cercai un contatto visivo, ma lei continuò a tenere la testa bassa. Quando arrivò vicino al nostro banco, alzò lo sguardo e mi guardò negli occhi, notai tutto il dolore, la delusione, il disprezzo che stava provando nei miei confronti e notai anche che aveva gli occhi rossi e gonfi, probabilmente prima di venire qui aveva pianto. A quella visione fui io ad abbassare lo sguardo, incapace di tenere testa ai suoi occhi, a quello sguardo che non faceva altro che dirmi di aver rovinato tutto. Poi la vidi girarsi verso il ragazzo nuovo e sedersi vicino a lui.
Sentii qualcosa colpirmi la testa, mi girai e guardai i miei migliori amici.
"Cos'è successo?" sussurrò Ned, cercando di non farsi sentire dagli altri, mi girai di nuovo e gli feci con l'indice che glielo avrei detto dopo. Dopo alcuni secondi sentii il mio amico sedersi di fianco a me.
"Parla" affermò "Ora" e puntò il dito contro il banco, mi girai nella sua direzione, con gli occhi pieni di lacrime "Non ne voglio parlare" e abbassai per l'ennesima volta il capo, lui mi mise una mano sulla spalla e mi disse di stare tranquillo e che si sarebbe sistemato tutto -Lo spero.

Alla fine dell'ora mi avvicinai a lei e provai a parlarle.
"Rebecca" affermai mentre stava uscendo dalla classe, ma non si fermò, perciò la fermai mettendogli una mano sulla spalla "Rebecca" ripetei, con le lacrime agli occhi. Lei si girò e mi osservò per qualche secondo "Peter. Non ho voglia di parlare" disse, per poi girarsi nuovamente e andare verso quello nuovo, ma non potei fare a meno di fermarla nuovamente, perciò le presi il polso "Ti prego" sussurrai, ma, prima che lei potesse ribattere, il ragazzo si intromise "Non vuole parlarti. L'hai capito o devo sbatterti la testa contro il muro?"
Mi avvicinai e rimasi sorpreso dalla sua estrema altezza, quindi, per poterlo guardare in faccia, dovetti indietreggiare di qualche passo "Non sono affari tuoi" affermai, mandandogli uno sguardo di sfida "Lasciala stare o, giuro, che ti pesto qui, davanti a tutti" ribatté, puntandomi il dito contro, in quel momento Rebecca si mise tra di noi "Nate, lascialo stare. È una cosa tra noi due" disse, mettendogli le mani sul petto e allontanandolo, poi si girò verso si me "Peter" iniziò e riuscii a notare le lacrime che si stavano facendo spazio nei suoi occhi "Non ora" continuò, girandosi e andandosene insieme a quel Nate.

Ho provato a parlarle, è da giorni che ci provo, ma ogni volta che mi avvicino lei si allontana e se ne va.
Verso la quarta ora ho capito che di oggi non sarei riuscito neanche ad avvicinarmi, perciò lasciai stare e me ne andai, mi misi la tuta di Spider-Man, che mi porto sempre dietro, e me ne andai da quella scuola, scappai da lei e dai suoi rifiuti. In questo momento mi trovo seduto sul muretto di un terrazzo di un palazzo, ad osservare New York in tutto il suo splendore. Mi soffermai sul traffico, sulle varie persone che camminavano sui marciapiedi, poi chiusi gli occhi, mi buttai in avanti e feci cadere il mio corpo nel vuoto. Sentivo l'aria che mi sfiorava e una sensazione di leggerezza, di libertà, di adrenalina, si fece spazio tra le mie vene e il battito del mio cuore aumentò. Quando mi trovai a meno di tre metri dal suolo aprii gli occhi e lanciai una nelle mie ragnatele. Continuai a girovagare per la mia città, continuai a non pensare a niente, finché non mi arrivò un messaggio da Ned. Mi fermai sul tetto di un edificio e presi il cellulare, mi tolsi la maschera e iniziai a leggere i messaggi.

Da Ned: Ehi amico, sta sera Flash farà
una festa e ha invitato tutta
la classe. Dobbiamo
assolutamente andare se non
vogliamo rimanere degli
sfigati a vita.
Io: Perché dovremo andare alla festa
di Flash?! Non fa altro che pigliarci
per il culo. Soprattutto a me.
Da Ned: Perché alla festa ci sarà anche
Rebecca e sono circolate voci
che ci andrà con Nate (quello
nuovo)

Amore Proibito [Peter Parker]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora