Capitolo 12

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Non appena rimuovo la carta, i miei occhi si spalancano: ho un nuovo telefono e una macchina fotografica di ultima generazione.

La prima cosa che faccio è scrivere a Luca. Lo trovo online.

Mi aveva mandato una emoji con il bacino?

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Mi aveva mandato una emoji con il bacino?

Perché mi stavo scaldando tanto? Che brutto idiota!

Aveva visualizzato il mio ultimo messaggio e avevo finito per addormentarmi giocando con il telefono.

Il mattino seguente non ha ancora risposto e non lo vedo nemmeno nell'appartamento. Mi alzo dal divano, vado in bagno e mi guardo allo specchio. Ho davvero un brutto aspetto, ma per la prima volta sono riuscita a dormire davvero e, soprattutto, bene.

Mentre inizio a cucinare, controllo il telefono e noto una mail da parte del professore di fotografia.





Buongiorno,

Con la presente vi comunico che non potrò esserci per i prossimi due mesi. Di conseguenza, i prossimi due parziali dovranno essere inviati in formato PDF entro i termini prefissati e decisi all'inizio del corso.

Buona giornata.

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Cazzo.

Uno dei progetti prevede di fare un servizio fotografico al nostro tutore o tutrice con uno sfondo bianco in uno dei laboratori e deve essere consegnato domani, ossia lunedì, mentre l'altro deve essere consegnato fra due settimane – io non l'ho ancora fatto – e il soggetto deve essere un tramonto di una città che non sia Milano.

Ma perché li abbiamo fissati a così poco tempo l'uno all'altro?

Ah, già. Abbiamo dovuto spostare il parziale di ottobre agli inizi di novembre a causa di un impegno del professore...

All'improvviso la porta della stanza di Luca si apre e istintivamente mi volto; lo vedo uscire a petto nudo.

Ritorno immediatamente con lo sguardo sulla pentola di sugo che sto preparando e il mio respiro si accorcia.

Da quando faccio così tanto l'innocentina?

Mi sento frustrata. Sbuffo.

«Buongiorno.»

«Buongiorno» rispondo senza voltarmi.

Luca si avvicina per annusare che cosa bolle in pentola.

«Che odorino» ridacchia. «Me ne prepari un po'?»

«Sei bipolare» dichiaro.

«Anche tu» ribatte sorridendo. «Siamo pari.»

Alzo un sopracciglio e lo guardo male.

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