8. Lunchbox Friends

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10 gennaio

Caro Diario,
la giornata è iniziata con un imprevisto, uno di quelli piccoli ma che possono mandarti in crisi quando sei intrappolata in questa scuola del terrore. Salendo le scale, io e Celeste abbiamo notato una macchia rossa sulla gonna di Angelita. Abbiamo capito subito.

Ci siamo avvicinate al bagno. Il distributore di assorbenti era lì, appeso al muro, come sempre, ma con una scritta che indicava la presenza di un ultimo tampone al suo interno. Nessuna di noi aveva soldi con sé, per cui mi sono dovuta arrangiare ad aprirlo con la magia. Che stronzata, dovrebbero essere gratuiti gli assorbenti.

Come se non bastasse, il distributore si è rivelato vuoto. E che il buon vecchio metodo della carta igienica sia. Per fortuna alla fine sono riuscita a rubare dalla collezione privata della cara infermiera. Per le mie amiche questo e altro.

 Cry Baby

22 gennaio

Caro Diario,
oggi durante la pausa pranzo ho osservato qualcosa di strano, anzi, di fastidioso. Sono tutti così costruiti. Si siedono in gruppo, ridono, si scambiano battute, ma tutto sembra così falso. Ti accorgi che non c'è alcun sentimento reale sotto la superficie. È come se tutto fosse una grande messa in scena.

E poi ci siamo io e Angelita. La mia fedelissima Angelita, l'unica persona vera che conosco in questa scuola. Noi non ci sediamo al tavolo delle reginette o al tavolo dei secchioni; troviamo sempre un angolo tranquillo, lontano dai loro occhi giudicanti. Ma oggi è stato diverso.

«Cry Baby! Vieni a sederti con noi!» mi ha detto Kelly, facendo segno verso il loro tavolo. Non è cambiata molto, sempre perfettamente al centro dell'attenzione, con il suo trucco impeccabile e il suo sorriso velenoso. Cosa vorrà da me? Non mi fido.

Angelita mi ha guardata con uno sguardo di avvertimento. «Non andare, ti useranno solo per il loro divertimento. Vogliono ridere di te, non con te».

Ho pensato a lungo, ma alla fine ho deciso di avvicinarmi. Volevo capire, forse sognavo che, in fondo, potessero cambiare. Ma appena mi sono seduta, mi sono sentita fuori posto, come un pezzo di puzzle che non si incastra.

Kelly mi ha guardata con un sorriso finto. «Allora, Cry Baby, dimmi, è vero che hai dei poteri?»

Le sue parole erano veleno, ma ho mantenuto la calma. Ho risposto con un semplice: «Sì». Non c'era niente di cui vergognarsi, dopotutto. Ma loro hanno iniziato a ridere, a bisbigliare tra loro, come se fossi una qualche attrazione da circo.

Angelita aveva ragione. Queste persone non volevano conoscermi davvero, volevano solo un motivo per sentirsi superiori. «Non ho bisogno di voi» ho detto, alzandomi dal tavolo. La mia voce tremava, ma dentro sentivo una strana forza crescere. Non voglio amici che riempiano la mia lunchbox di bugie, che dicano che mi amano solo per l'apparenza.

Sono tornata da Angelita, che mi ha accolto con un sorriso complice. «Te l'avevo detto. Noi non siamo come loro».

E forse è proprio questo il punto, caro Diario. Non ho bisogno di "Lunchbox Friends". Non ho bisogno di persone che si avvicinano solo per convenienza o per curiosità malsana. Mi basta Angelita, e, forse, anche quel Ben di cui ti ho parlato l'altro giorno. 

Alla fine della giornata, ho capito una cosa importante: la solitudine, quella vera, non è stare soli. È stare in mezzo a persone che non ti capiscono. A proposito, ho conosciuto una nuova ragazza: Magnolia! Non vedo l'ora di parlarti di lei.

Cry Baby

***

what if I told you I'm back?

Cry Baby's Journal [K-12]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora