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"Harry? Sono a casa."

Sono ormai le dieci di sera passate e Louis è appena rientrato a casa, lanciando letteralmente le chiavi sul mobiletto in entrata, dopo una lunghissima giornata in ufficio.
Non è esattamente di buon umore e come se non bastassero i mille problemi al lavoro, la sua schiena che da un paio di settimane non gli dà pace e quella maledetta pioggia londinese che a lui proprio non piace, mancava soltanto la discussione telefonica avuta poco prima con il suo ragazzo a farlo innervosire ancora di più.

"Harry?"

Percorre il corridoio che dall'entrata porta alla cucina chiamandolo ma senza ricevere risposta e, nel frattempo, allentandosi il nodo alla cravatta che odia, ma deve, portare.
Non fa in tempo a entrare nella stanza che subito viene sbattuto al muro, e ci mette quei tre quattro secondi per realizzare che a farlo è stato proprio Harry. Harry che ha un'espressione scura in volto, quasi amareggiata, con gli occhi che hanno perso la brillantezza di quel verde smeraldo che li caratterizza solitamente e la bocca tirata in una linea dritta.
Lo sta fissando negli occhi, gli sta parlando con essi e a Louis davvero non servono parole per capire che il riccio è arrabbiato nero, furioso per la piega che ha preso quella serata che dovevano passare insieme come avevano programmato e che invece sta andando a rotoli per colpa sua.
Louis nei suoi occhi oltre alla rabbia legge anche tristezza e delusione, un mix letale che gli provoca una stretta al cuore perché mai ferirebbe il suo piccolo di proposito. Eppure lo sta facendo: sono settimane che non stanno un po' insieme, che non chiacchierano tranquillamente, che non si coccolano, che non si toccano, che non si amano. Sono settimane che Harry si sente messo da parte, anche se il più grande gli ripete sempre la stessa frase che ormai lui sa a memoria..

"Amore, lo sai che non è col -"
"Colpa mia, mi dispiace ma è il lavoro, porta pazienza."

Lo interrompe infatti per concludere la frase al posto suo mimando con le dita delle virgolette.

"Lo so Lou, lo so, lo capisco. Capisco che il lavoro in questo periodo ti porti via tanto tempo e che tu abbia degli impegni da rispettare ma cazzo, sei praticamente il capo lì dentro vuoi dirmi che non potevi rinviare a domani questa fottuta riunione o che non potevano farla senza di te? Non ti avevo chiesto grandi cose Louis, semplicemente di poter cenare insieme una buona volta e magari guardarci un film. Niente. Di. Che."

Il suo tono è fermo e basso, sicuro di se e di quello che dice, non vuole alzare la voce perché sa che non ne ha bisogno e scandisce le ultime parole lentamente con una breve pausa tra una e l'altra.
È vero, non gli aveva chiesto nulla di impegnativo se non stare un po' insieme.
Sibila quelle ultime tre parole aumentando la presa sulle sue spalle, quasi volendo trasmettergli la sofferenza per quei momenti di intimità e complicità che gli mancano come l'aria.
E Louis lo sa, è consapevole che la colpa di tutto ciò è quasi interamente sua e del lavoro che gli fa passare più tempo in ufficio che a casa, ed è anche consapevole di star tirando un po' troppo la corda perché si, è il suo lavoro ma è anche vero che molte volte avrebbe potuto rinviare qualche impegno. Esattamente come quella sera.

"Harry, tesoro, non fare così.."

È stanco, ha avuto un'intensa giornata passata tra una riunione e l'altra e non ha voglia di discutere ancora, come se non l'avessero già fatto abbastanza per telefono.

"No Louis. Non dirmi di non fare così. Non cercare di farmi sentire in colpa per sentirmi in questo modo perché lo sai benissimo anche tu di avere torto marcio. Sii onesto con te stesso e ammettilo una buona volta! Negli ultimi giorni, per non dire settimane, non mi hai mai chiesto come stessi, non mi hai mai dato un bacio di tua spontanea volontà, non sei mai tornato a casa ad un orario decente per poter passare del tempo insieme. E questi sono solo pochi semplici esempi, perché in realtà hai smesso di fare molte di quelle piccole cose che a te sembreranno stupide ma per me hanno un'importanza immensa. Te lo ripeto, lo capisco benissimo che si tratta del tuo lavoro ma Lou, io non ce la faccio più a vivere così, a sentirmi sempre così solo e vuoto. Non ci sei mai e mi manchi. Mi manca tutto di te, di noi. Mi manchi e ti amo veramente da impazzire ma se tu, se tu non -"
"Non lo dire. Non provare nemmeno ad insinuare una cosa simile!"

Una notte per ricominciare || Larry O.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora