CAPITOLO 15

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Rimasi immobile sulla sedia a fissare lo stesso punto. Avevo bisogno di distrarmi, perciò feci l'unica cosa che poteva aiutarmi. Pulire.
Era un'ossessione che avevo da sempre, mi rilassava anche se a molti sembrava strano.

Passai dalla cucina al salotto, dalla camera da letto al bagno e infine al balcone.
Tolsi i guanti e li gettai nel cestino, avevo ancora qualche pensiero che mi frullava per la testa.

Tornai in camera e afferrai il mio quadernetto da disegno. Temperai la matita e la poggiai accanto. Accarezzai la copertina di cuoio e feci scorrere le dita tra le pagine, godendomi la sensazione di morbidezza.

Iniziai a disegnare nel completo silenzio. L'unico rumore che sentivo era quello del carboncino che scorreva sulla pagina ruvida. Anche disegnare era uno dei miei metodi per rilassarmi e distrarmi.

Ogni anno per il mio compleanno i miei genitori mi regalavano un quaderno per permettermi di liberare la mia fantasia. Era sempre lo stesso, uguale a tutti gli altri ma riempito con disegni differenti. Nel mio armadio avevo una pila di quaderni che collezionavo da quando avevo sei anni; negli anni ero migliorata ma non avevo mai rivelato quella passione a nessuno. Nessuno oltre Car e B ovviamente.

Terminai il disegno, un molo con un bellissimo tramonto alle spalle. Mi ricordava tanto quello visto con Austin e di lì la mia mente iniziò a divagare su tutte le cose che avevamo fatto insieme.

Anche se avevo cercato in tutti i modi di distrarmi, il mio pensiero ritornava sempre lì. Mi sentivo un peso sul cuore che non riuscivo a scrollarmi di dosso.

" M, sai cosa devi fare. " mi incitò la mia coscienza. Ero molto testarda e difficilmente chiedevo scusa alle persone ma in quel caso la colpa era soltanto la mia. Austin voleva passare del tempo con me, era persino uscito prima da lavoro mentre io ero in uno squallido club a ubriacarmi con Kyle.

Infilai le scapre e uscii di casa. Corsi fino a raggiungere il locale, sperando di trovare Austin. E infatti era lì che lavorava.

Mi fermai sulla porta, indecisa su quello che avrei dovuto dirgli. Avevo talmente tante cose in mente che non sapevo quale scegliere per prima.

Nel mentre Austin incrociò il suo sguardo con il mio e rimase immobile a fissarmi per qualche secondo prima di ricominciare a lavorare.

Richiusi la porta e camminai verso il lato opposto dell'edificio. Mi sedetti per terra e iniziai a riordinare i miei pensieri.

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Accesi ancora una volta lo schermo del telefono. 1.30AM. Sbuffai.

Ero stata seduta per ore sul marciapiedi ad aspettare Austin. Finalmente sentii la porta aprirsi e lo vidi uscire. Mi alzai di corsa, maledicendomi per essere stata immobile tutto quel tempo.

Con le gambe ancora addormentate iniziai a camminare a passo svelto < Austin! Fermati! > gridai prima di inciampare. Mi afferrò immediatamente.

< Scusa. > dissi allontanandomi e sistemandomi le spalline della canotta che si erano abbassate.

< Che ci fai qui? > rispose con una tale freddezza che le lacrime minacciarono di nuovo di uscire.

< Sono venuta a chiederti scusa. > iniziai senza badare al suo tono di voce < Sono stata una stupida, non so nemmeno perchè ho accettato quell'invito. Non voglio assolutamente che tu pensi di non piacermi anzi, a essere sinceri è da quando ti ho conosciuto che Kyle ha smesso di interessarmi completamente. > dissi tutto d'un fiato.

< Meredith io...davvero non capisco. Se mi dici di averlo dimenticato allora per quale motivo ci esci insieme? Ho pensato che probabilmente io ho sbagliato qualcosa o...>

< Cosa? No, no, no > lo interruppi gesticolando < tu non hai sbagliato proprio niente Austin. Ho accettato il suo invito perchè dopo aver riflettuto, ho capito che non avrebbe avuto senso serbare rancore nei suoi confronti. Non ci avrei guadagnato nulla. Siamo semplicemente amici, niente più. E onestamente prima di accettare... > dissi guardandomi i piedi per la vergogna <...ho pensato a te. Mi sembrava di... "tradirti" in un certo senso e non volevo farlo, ma questa situazione...noi due > continuai indicandoci < non sapevo nemmeno io cosa fosse questa..."cosa" che si è creata. >

< Mer, hai per caso bisogno di un invito scritto? > rispose sorridendomi < Credevo fosse abbastanza chiaro il fatto che tu...> si interruppe guardando in basso e grattandosi la nuca.

< Austin tu...sei sempre...riservato. > continuai acquistando coraggio dopo aver visto quella reazione. Anche lui era imbarazzato, non ero l'unica. < Non mi hai raccontato molto di te, sono sempre stata l'unica tra noi due ad aprirsi. > Non potevo negarlo, quella misteriosità mi piaceva molto, mi intrigava ma arrivata a quel punto ero curiosa di sapere qualcosa in più di lui. < Non mi hai detto quasi nulla della tua famiglia, dei tuoi amici, del tuo passato. Mi parli sempre e solo del futuro. > conclusi.

Austin sospirò continuando a guardare per terra. Era visivamente nervoso e imbarazzato, probabilmente avevo toccato un tasto dolente ma non me ne pentivo. Volevo conoscerlo per davvero.

< Meredith, tu mi piaci tantissimo > disse all'improvviso rompendo il silenzio che si era creato e incrociando i suoi occhi con i miei. Brillavano più del solito e sembrava mi implorassero di crederlo.   < Io...vorrei davvero raccontarti tutto ma... > espirò e tornò a guardare il pavimento < Non ce la faccio... ci sono tante cose che... > si bloccò.

< Ehi > dissi dolcemente sorridendo e sollevandogli il mento con le dita < È tutto ok. Da oggi niente più segreti, niente più uscite di nascosto, solo io e te. Ci sarà tempo per tutto il resto. > conclusi sorridendogli.

Mi abbracciò improvvisamente facendomi sussultare. Lo strinsi forte e cercai di trattenere le lacrime.

Sciolse l'abbraccio e afferrò il mio viso tra le sue mani. Iniziò a descrivere dei piccoli cerchi con la mano destra mentre i suoi occhi erano completamente incastrati nei miei. Guardai le sue labbra e per un secondo mi sembrò di vederle supplicarmi. Mi avvicinai lentamente e poggiai le mie labbra sulle sue. Fu un bacio casto, rapido ma carico di significato.

Austin mi si avvicinò di nuovo, pronto per approfondire quel bacio ma fu interrotto dal mio stomaco che brontolava.

A due centimetri dalla mia faccia iniziò a ridere         < Hai fame? > si allontanò. Iniziò immediatamente a mancarmi quella vicinanza.

< Sono stata seduta qui fuori tutto il giorno aspettandoti! > replicai dandogli un pugno scherzoso sulla spalla. < Dai, andiamo a mangiare qualcosa. > dissi ridendo e incamminandomi.

< No aspetta! > mi interruppe. Subito mi voltai guardandolo stranita. < Devo sdebitarmi in qualche modo...> disse avvicinandosi <...cucino io qualcosa. > mi prese per mano. Continuai a fissare le nostre mani intrecciate come se fossero un corpo alieno.      < Andiamo a casa mia. > terminò. Alzai la testa di scatto e lo vidi mentre mi guardava senza espressioni sul viso.

Tornai a guardare le nostre mani. Erano successe troppe cose nel giro di pochi minuti, ero a stomaco vuoto quindi non riuscivo a pensare lucidamente. Lo guardai ancora e sorrisi. Strinsi la sua mano più forte < Ok. > risposi semplicemente.

Tutto quello che aveva detto e quel gesto erano stati fin troppo teneri, senza volerlo mi avevano permesso di conoscerlo meglio. Dietro quella corazza e quella sicurezza si nascondeva un buco nero che volevo assolutamente esplorare.

Ed ero pronta a buttarmici dentro a capofitto.

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• Sembra finalmente che Meredith abbia capito da che parte stare, adesso bisogna conoscere meglio Austin! Siete curiosi di leggere il prossimo capitolo? Vi assicuro che sarà una bomba!

PS: mi sono resa conto di non avervi ancora parlato del mio profilo Instagram! Seguitemi anche lì (il mio account è _emma950_) per non perdere le novità e per partecipare ai giochini che vi propongo nelle storie!

Grazie per avermi dedicato un po' del vostro tempo, spero tornerete qui Domenica per un nuovo pezzo di storia! Per il resto, vi auguro una magnifica settimana!•

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