Zayn vagava per la casa come se fosse uno zombie, senza sapere cosa stesse facendo sveglio alle cinque del mattino.
Non chiudeva occhio da due giorni e i segni della stanchezza sul suo viso erano evidenti: due grandi borse, anzi valige, sotto i suoi occhi rossi.
Sembrava un corpo senza anima, che vagava in cerca di qualcosa o meglio di qualcuno, senza mai trovarla. Si sentiva allo stremo delle forze, si sentiva come se la sua vita stesse prendendo una direzione che lui non aveva previsto e che non voleva.
Forse, quando aveva deciso che ritornare a Chicago lo avrebbe reso felice, si era solo illuso. Non aveva messo in conto che le cose sarebbero andate per il verso sbagliato, che lui non avrebbe avuto ciò che cercava da una vita intera: un piccolo angolo di felicità con la persona che amava.
Aveva sottovalutato la forza di Eryn, aveva dato per scontato che lei lo stesse ancora aspettando. Che grande stupido era stato! Eryn era una ragazza fantastica, incredibilmente bella e sorprendentemente forte, chiunque si sarebbe innamorato di lei, dei suoi occhi verdi, della sua mente brillante e del suo essere così tremendamente dolce e passionale.
Dylan era stato bravo a sfruttare la situazione in cui l'aveva trovata, era stato bravo ad aspettare il momento giusto e poi l'aveva fatta sua. Adesso per Zayn era troppo tardi. Troppo tardi per chiederle scusa, per dirle che l'aveva sempre amata e che l'amava ancora come il primo giorno. Era troppo tardi per mettere a posto tutto il disordine che aveva lasciato, ed era troppo tardi per pretendere che lei ritornasse da lui. Era troppo tardi e basta, e lui doveva solo rassegnarsi all'idea di averla persa per sempre.
Lo aveva capito qualche sera precedente al Green Light, mentre il bellissimo viso di Eryn veniva rigato dalle lacrime, mentre i suoi occhi si riempivano di dolore e rancore. Lo aveva capito quando l'aveva baciata, quando aveva cercato in tutti i modi di lenire quel terribile e soffocante dolore che si portava dentro e che l'aveva distrutta.
Si era sentito così maledettamente vuoto quando Eryn lo aveva allontanato con uno spintone, mentre lo guardava scioccata e spaventata. Zayn aveva sentito freddo quando Cleo l'aveva trascinata via da lui, mentre la lontananza che si creava tra i loro cuori diventava incolmabile, creando degli squarci profondi nel suo petto.
La mente di Zayn stava di nuovo vaneggiando, infierendo sul suo dolore e sulla sua stanchezza. Aveva bisogno di nicotina, così raggiunse la sua camera da letto e poi la scrivania sulla destra, afferrando il pacchetto ed estraendone una sigaretta. Non voleva fumare in casa, l'odore di fumo impregnato nelle lenzuola e nelle tende era una cosa che odiava, così fece scorrere la porta-finestra ed uscì sul terrazzo, non badando al freddo delle prime ore del mattino che gli irrigidì i muscoli delle braccia e delle gambe. Nulla era più freddo del gelo che aveva dentro!
Poggiò i gomiti sulla ringhiera e accese la punta della sigaretta, inspirando profondamente e cercando di rilassarsi. Chiuse gli occhi per qualche minuto, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri, ma questi sembravano non voler obbedire al suo volere e deviavano sempre verso una ragazza dai capelli rossi e le labbra carnose.
Mentre prendeva un altro tiro dalla sigaretta, si passò nervosamente una mano tra i capelli ed alzò gli occhi al cielo. La notte stava scemando, le stelle stavano scomparendo insieme alla luna mentre il blu scuro del cielo diventava sempre più chiaro, prendendo poi una sfumatura rosacea e poi infine di un leggero azzurrino. Il sole spuntò lentamente all'orizzonte, ricordandogli che un altro giorno stava arrivando, un altro giorno in cui avrebbe dovuto combattere contro i pensieri che facevano male, contro l'incontenibile voglia di correre da lei e gridarle che l'amava e che voleva rimediare a tutto. Un altro giorno in cui lei non ci sarebbe stata, in cui il suo sorriso non avrebbe illuminato la stanza e i suoi occhi non lo avrebbero ammaliato. Sarebbe stato un altro giorno schifoso, in una vita schifose di cui lei non avrebbe fatto più parte.