18° Capitolo: Che succederà adesso?

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Sono ancora abbracciata a mia madre. Ho il collo umido per le sue lacrime versate. Sono così felice. Il suo abbraccio era proprio quello che ci voleva in questo momento. Quando finalmente ci stacchiamo vedo Jenna che mi guarda dall'altro lato della stanza. Giro lo sguardo e incontro gli occhi verdi di mia mamma. Sono di un verde brillante e sono davvero belli.

"Quanto mi sei mancata, mamma" le dico con gli occhi ancora umidi. "Anche tu, piccola" dice tirando su il naso rumorosamente e in modo poco fine. Scoppiamo a ridere tutte e due ed è la prima risata vera in questi giorni. Poi mi ricordo che papà è qui e penso a quello che potrebbe succedere. Non vorrei che se ne andasse per colpa sua. Voglio la mia mamma qui.

"Cosa c'è che non va?" mi chiede mia mamma come se avesse capito che qualcosa non andava. "Mamma, papà è qui" dico tutto d'un fiato. "Lo so tesoro, lo so" dice pacata. Lo disse fin troppo tranquillamente per i miei gusti. Possibile che non si arrabbiasse? Che desse segno di qualcosa? Decisi di lasciar perdere tutto quanto e concentrarmi su mia madre.

"Dove sei stata in tutto questo tempo e perchè mi hai..lasciata?" deglutisco e la guardo fissa negli occhi. Si asciuga con il dito una lacrima che le stava per scendere. "Mi hanno obbligata" dice. "Cosa?!" sbotto alzandomi dal letto. "Kassy, stai calma, lasciami spiegare" dice alzando le mani per farmi calmare. Annuisco e mi risiedo. "Quando ho scoperto che tuo padre, beh, aveva fatto quel che sai, me ne andai, questo si, ma solo per pochi giorni. Quando tornai il Capo della nostra Setta mi disse che non potevo più stare qua, perchè avevo rinnegato i piaceri del diavolo da dare a te" disse e vedendomi un po' confusa continuò "Cioè, non avevo voluto che tu partecipassi al rito. Non potei nemmeno avvisare tuo padre, perchè fecero in modo di non farmi mai arrivare a casa" disse con un tono malinconico.

"E' questo che hai pensato di me?" dice dopo un pò'. "Questo cosa?" le chiedo, leggermente in confusione. 

"Che ti avessi abbandonata" dice mia madre, leggermente pensierosa. Resto qualche minuto a pensare su quello che mi ha detto. Beh, si. Ho sempre creduto che lei mi avesse abbandonato. Annuisco e aspetto una sua reazione che non fa in tempo ad arrivare perchè mio padre entra in camera. 

Ci giriamo tutti ad osservarlo e vedo i suoi occhi allargarsi leggermente quando vede mia madre. Mia mamma si alza all'improvviso e scompare in una nuvola di fumo, ma prima che se ne andasse sono sicura di aver visto delle lacrime a gli angoli dei suoi occhi.

"NO!" urlo quando mi rendo conto di cosa è successo. Guarda con aria truce mio padre che è ancora fermo sulla porta con lo sguardo sconvolto. "Cosa sei venuto a fare qua? Non ti bastava camera mia?" dico in modo acido. "Sono venuto per dirti che me ne sto andando. Che ho pensato a quello che mi hai detto e non potrei mai restare qui sapendo che mia figlia mi odia e non può perdonarmi. E' troppo anche per me" dice tutto d'un fiato guardandomi.

Non faccio in tempo a rispondergli che lui si chiude la porta dietro le spalle e se ne va, lasciandomi da sola con i miei pensieri. Mi lascio cadere pesantemente sul letto e stringo a me il cuscino. Quando alzo la testa incontro gli occhi verdi di mia mamma e rimango sorpresa per un attimo.

"Ma tu..eri..insomma.." le parole mi muoiono in bocca. "Non posso stare vicino a tuo padre. E' una maledizione che mi è stata imposta. Ogni volta che lui mi vede io sparisco da qualche altra parte" mi spiega con tono neutrale. Questo significa che non potranno mai vedersi, mai parlarsi. "Per questo piangevi prima?" le chiedo timidamente. "Si, ma cambiamo discorso, voglio che mi racconti di te" mi dice con il sorriso stampato sulle labbra.

Ci mettiamo comode e Jenna si viene a mettere sulle mie gambe. Le racconto di quando hanno trovato Jenna vicino all'orfanotrofio e mi è stata regalata e che era stato mio padre a far si che lei arrivasse a me; le racconto di Noah, il mio "migliore amico" e che spero di poterlo rincontrare un giorno; le dico di Xander, di quello che provavo per lui, che da amore è diventato odio, della scuola, che non sto frequentando più da un sacco di tempo. Le dico di Victor, che mi appare come un ragazzo strano e che mai mi sarei immaginata che fosse come noi. Le dico delle cure amorevoli di John e Jerome nei miei confronti . 

Lei ascolta tutto, mostrando interesse e commentando varie volte, su xander e sul fatto che vuole che ricominci ad andare a scuola, perchè l'istruzione è molto importante. Io acconsento dicendole che inizierò la settimana prossima e promettendole di portare buoni voti, anche se credo che sarà impossibile.

Dopo questa chiaccherata ci accorgiamo che è sera tardi e dopo esser scesa a fare cena con gli altri, compreso questo Victor, porto su a mia mamma qualcosa da mangiare. Mio padre andrà via domani e io non ho ancora parlato con lui. Non voglio che se ne vada, ma non voglio nemmeno perdonarlo. Mi dispiace solo che non abbia provato a convincermi a perdonarlo. 

Scaccio via questi pensieri e porto le lasagne che ha preparato Jerome a mia mamma, che le mangia con molto appetito, congratulandosi. Dopo aver chiaccherato ancora un po', mia mamma va nella camera con Jenna per riposare e io torno in camera mia.

Sono combattuta se andare o no da mio padre, ma alla fine prendo una decisone e sono sicura che me ne pentirò alla grande, ma non voglio perdere mio padre ancora una volta. Mi alzo e mi sistemo i capelli in un chignon e vado verso la camera che John ha preparato per lui.

Resto minuti interminabili a fissare la porta, con la mano a mezz'aria. Finalmente busso e quello che vedo è una scena raccapricciante. Mio padre è ferito, pieno di tagli. I capelli sono arruffati, la camicia strappata e piena di sangue. Mio padre mi guarda con occhi tristi e io non posso fare a meno di abbracciarlo.

Quando entro nella stanza, quello che vedo, mi provoca un forte dolore alla testa.

"Ciao Kassandra" sento dire alle mie spalle. Una voce che conosco, che sono sicura di aver già sentito.  Quando mi giro per poco non prendo un colpo. Dietro la porta, con un coltello insanguinato nelle mani, c'è Xander. I suoi occhi sono neri come la pace e mi ricordano per un attimo quelli di Victor. Ha un sorriso sulle labbra, i capelli sono spettinati. Ha le mani sporche di sangue e continua a dondolarsi sulle gambe.

"Sei stato tu! Come hai potuto fare quello a Jenna! E..e ora a mio padre..Come hai potuto!" gli urlo contro. La testa continua a pulasare e la stringo tra le mani, per paura che possa scoppiare. vedo mio padre cadere a terra e vedo del sangue anche sui suoi pantaloni.

"Scusami Kassy, ricordati che ti amo" mi dice ridendo. Poi solo più buio.

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Ciaaaaao ragazze, sono riuscita finalmente a pubblicare questo capitolo. Lo so, è corto e scusate, il prossimo sarà più lungo. Da oggi credo che aggiornerò un po' più lentamente, perchè al momento sto scrivendo già un'altra storia.

Detto questo, spero che il capitolo vi piaccia.

Un bacioo

-Sarah xx

Kassandra - La figlia del diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora