⚠️ PICCOLO SPOILER DE CITTÀ DEL FUOCO CELESTE ⚠️
{Adrian}
Eravamo tutti al Campo Mezzosangue. I ragazzi del Campo Giove sarebbero rimasti lì per qualche giorno e così festeggiammo tutta la notte, dopo aver bruciato i drappi per chi, sfortunatamente, non ce l'aveva fatta.
C'era stata anche una festa sull'Olimpo, subito dopo la fine del Consiglio. Mio padre e mia madre mi avevano regalato una collana con una saetta e un paio di ali incise sul ciondolo per ricordarmi che loro mi sarebbero stati sempre accanto, a prescindere dalle mie scelte.
Ebbene sì, sarei rimasto mortale. Zeus mi aveva permesso di scegliere, ma come avrei potuto lasciare Allison? Ne avevamo passate troppe: era il momento di avere un po' di tranquillità e di stare insieme senza intoppi.
Per quanto riguarda Ocean e Isabelle, anche loro avevano deciso di diventare mortali per stare con Adam e Matthew. I loro genitori divini avevano dato loro una collana identica alla mia, ma con i propri simboli divini.
Verso mezzanotte presi Allison per mano: -Vieni con me. -le dissi all'orecchio. Lei annuì e, senza farci notare, ci dirigemmo verso la foresta.
-Dove mi porti? -chiese Allison.
-È una sorpresa.
Quando guardavo dall'Olimpo avevo visto una radura nascosta. Da lì si riusciva a vedere il cielo stellato in perfetta tranquillità.
Arrivammo a destinazione ed Allison rimase subito senza parole.
-È... bellissimo. -disse.
Il rumore e le risate causate dai semidei si erano affievoliti, perciò sentivamo solo i grilli e gli uccelli, oltre che lo scorrere di un piccolo torrente.
Abbracciai Allison da dietro e le diedi un bacio sulla guancia.
-Sapevo che ti sarebbe piaciuto. -le sussurrai. Ero contento che non fosse arrabbiata con me per il bacio con Dafne, non l'avrei sopportato.
-Credi che riusciremo ad avere un po' di tranquillità? -chiese Allison mettendo le mani sopra le mie.
-Almeno per qualche giorno. Essere nei casini fa parte dell'essere semidei, no? -dissi. Lei si voltò e i nostri occhi si incontrarono.
-Poco fa Isabelle mi ha dato questa. -Allison mi mostrò la collana che aveva contenuto la mia anima. -Secondo te cosa dovrei farci?
-Sta a te decidere. -le risposi. La figlia di Apollo si separò da me, si diresse verso un salice e si sedette sotto i suoi rami. La seguii.
-Ormai fa parte di noi. -disse. -Buttarla significherebbe perdere un pezzo della nostra storia.
Pensai un attimo a cosa fare: -Ho un'idea. -dissi.
Lei mi guardò, poi mi porse il gioiello. In tasca avevo ancora il sacchetto in cui era racchiusa la collana che mi avevano dato i miei genitori. Lo presi e, con il pennarello che mi portavo sempre appresso, scrissi:Questa collana è simbolo della nostra avventura, un'esperienza piena di ostacoli
che non ci hanno impedito di ritrovarci e amarci più di prima.Allison Davis, figlia di Apollo
Adrian, figlio di Zeus ed EosCi aggiunsi la data e il luogo, poi ci misi dentro la collana e chiusi il sacchetto.
Scavai una piccola buca e nascosi il tutto sottoterra.
-Come una capsula del tempo. -disse Allison mentre mi pulivo le mani nel torrente.
Tornai a sedermi accanto a lei e la baciai sulle labbra. Lei mi mise le braccia attorno al collo e poco dopo finimmo sdraiati nell'erba.
-Tu sai le varie costellazioni, vero? -mi chiese Allison giocando con la mia collana.
-Sì, perché?
-Me le insegneresti?
Le sorrisi: -Certo.
Allison si sdraiò a pancia in su e si accoccolò a me. Iniziai a indicare le costellazioni che mi aveva insegnato Artemide, aggiungendo qualche storiella scema solo per far ridere Allison. Amavo il suono della sua risata.{Arden}
Mi inginocchiai al centro dei cerchi concentrici che occupavano il centro della sala del Consiglio e guardai il Console Penhallow, che stava in piedi davanti a me con la Coppa Mortale nelle mani sollevate.
Sedute su una panca poco lontana da me c'erano Emily e Cecily con un uomo che aveva i loro stessi capelli biondo scuro e gli occhi marroni. Doveva essere il signor Blackthorn.
Adam non era potuto entrare, non essendo uno Shadowhunter, ma avevo ricevuto il permesso di stare a contatto con lui e la mia famiglia, facendo avanti e indietro tra i Campi e gli Istituti come Emily e Cecily, che in quel momento si tenevano strette, ansiose di vedere cosa sarebbe successo a me e James dopo aver bevuto il sangue dell'Angelo.
-Giuri, Arden Gray, di abbandonare l'universo dei mondani e seguire il cammino degli Shadowhunters? -mi chiese il Console. -Vuoi prendere dentro di te il sangue dell'Angelo Raziel e onorarlo? Giuri di seguire il Conclave, seguire la Legge come stabilita dall'Alleanza e obbedire alla parola del Consiglio? Vuoi difendere ciò che è umano e mortale, sapendo che per il tuo servizio non ci saranno ricompense o ringraziamenti ma solo onore?
-Lo giuro. -risposi.
-Saprai essere uno scudo per i deboli, una luce nell'oscurità, una verità fra le menzogne, una torre nella corrente, un occhio per vedere quando tutti gli altri sono ciechi?
-Sì.
-E quando sarai morto cederai il tuo corpo ai Nephilim affinché venga bruciato e le tue ceneri usate per costruire la Città di Ossa?
-Sì.
-Allora bevi.
Presi la Coppa e bevvi.
Non sapevo esattamente come sarebbe stato, ma fui felice di non morire quando il sangue di Raziel si unì al mio.
Quando restituii la Coppa Mortale a Jia Penhallow, lei disse: -Adesso sei un Nephilim. Ti chiamo Arden Beauvale, del sangue di Jonathan Shadowhunter, figlio dei Nephilim.
Mi alzai in piedi e tornai alla panca dov'era seduto James.
Mi sentivo... bene, forte e pronto ad adempiere alla mia missione di Cacciatore.-Allora, signor Beauvale, come si sente dopo aver bevuto il sangue dell'Angelo? -mi chiese Emily quando potei abbracciarla dopo l'Ascensione.
-A meraviglia. -risposi. Poi le feci l'occhiolino: -Signora Beauvale.
Emily rise, poi Cecily e James vennero verso di noi, tenendosi per mano.
-James Ashdown. -dissi sorridendo. Lui mi sorrise a sua volta.
In quel momento la voce di un bambino esclamò: -Lily!
Ci voltammo tutti verso la porta della sala del Consiglio: un gruppo di bambini stava entrando proprio in quel momento, capeggiato da un ragazzo e una ragazza che sembravano avere tredici anni al massimo.
-Ehi! -fece Cecily andando loro incontro insieme ad Emily. La più giovane prese in braccio un bimbo di circa tre anni con i capelli castani e gli occhi verde-azzurro identici a quelli della maggior parte degli altri. Dovevano essere fratelli.
-Lily! -esclamò di nuovo il bambino mentre Cecily lo stringeva a sé.
-Tavvy ha insistito per venire con noi. -disse il ragazzo più grande. Somigliava molto al fratellino, anche se dovevano avere almeno dieci anni di differenza.
Emily abbracciò una bimba con le trecce scure che le ricadevano sulle spalle.
-Sì, Dru. Mi sei mancata. -disse. Poi un bambino poco più grande, intorno agli undici anni, richiamò la sua attenzione tirandole un lembo della maglietta. Era diverso dagli altri, infatti aveva i capelli neri e gli occhi grigi.
-Anche tu, Ty. -fece Emily abbracciando il bambino.
Intanto Cecily stringeva a sé una bambina che doveva avere l'età di Ty, ma che aveva i capelli castani e gli occhi verde-azzurro come tutti gli altri.
In quel momento Emily fece segno a me e James di avvicinarci e ci presentò.
Il più grande del gruppo mi porse la mano: -Io sono Julian Blackthorn. -disse. -E loro i miei fratelli e Emma Carstairs.
La ragazza che sembrava della sua età mi salutò con la mano. Teneva i capelli biondi sciolti sulle spalle e la spada sulla schiena la rendeva un tantino pericolosa.
-Tiberius Blackthorn. -si presentò il bambino con i capelli neri con aria solenne. -E lei è la mia gemella, Livia.
La bambina che un attimo prima stava abbracciando Cecily mi sorrise.
-Puoi chiamarmi Livvy. -disse.
-Loro sono Drusilla e Octavian. -fece Emily indicando i più piccoli.
-Stiamo spesso all'Istituto di Los Angeles con loro. -spiegò Cecily rimettendo a terra Octavian. -Abbiamo lo stesso cognome ma non siamo parenti.
Julian stava guardando verso il Console, apparentemente non prestando attenzione a noi. Anche se cambiai idea quando il fratellino più piccolo gli andò incontro per farsi prendere in braccio e lui lo prese subito.
-Devi chiedere di Helen? -chiese Emily. Julian la guardò con un'espressione seria e annuì.
Emma guardò il ragazzo, poi si rivolse ai bambini: -Coraggio, noi andiamo fuori mentre aspettiamo Jules.
-Vengo anch'io. -disse Cecily, poi guardò James, Emily e me. -Voi?
Poco dopo eravamo tutti in un parco di Idris. Mentre Cecily ed Emma facevano divertire Tavvy e Livvy sulle altalene, Ty guardava gli insetti e le lucertole e Dru saliva e scendeva dallo scivolo. Emily mi spiegò la situazione familiare dei bambini: i genitori morti, la sorella Helen in esilio e il fratello Mark disperso con la Caccia Selvaggia. Il Conclave si era rifiutato di continuare le ricerche di Mark, mentre Julian pregava ogni anno il Console di riportare Helen a casa.
Il discorso venne interrotto da Ty che ci chiamò vicino ad un albero: aveva trovato un uccellino appena nato.
-Voglio rimetterlo nel nido. -disse quando ci avvicinammo. -È quello là sopra.
-Ti aiuto io. -dissi alzandolo da terra per metterlo seduto sul ramo.
-Fai attenzione! -esclamò Livvy. Il suo gemello si allungò in avanti e poco dopo era fermo ad osservare l'uccellino che cinguettava felice nel nido.
Mentre rimettevo Ty a terra, arrivò Julian, mogio mogio. Quando vide i fratelli e le sorelle sembrò costringersi a sorridere.
Dru gli corse incontro e gli prese il braccio.
-Ty ha riportato un uccellino a casa! -esclamò trascinandolo verso l'albero.
-Davvero? -fece il ragazzo seguendo la sorellina.
-Lo ha aiutato Arden. -intervenne Emma.
Julian mi guardò e mi sorrise, ringraziandomi.
-D'accordo. È ora di tornare a casa! -annunciò suscitando delle proteste persino da parte di Emma.*angolo meh*
Buongiorno semidei!
Mi è piaciuto tanto scrivere questo capitolo... forse perché ci sono i Blackthorn 😍 Julian ed Emma poi...Grazie per il vostro sostegno, anche se ormai siamo alla fine...😥 mi piange il cuore💔
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Don't Forget Me
Fanfiction|| DAUGHTER OF THE SUN: LIBRO III || "[...] -Se dovesse succedere mi prometti una cosa? -le chiesi. -Cosa? Mi sistemai in modo di guardarla in viso: -Non dimenticarti di tutto questo, della nostra piccola impresa, di noi due. Di quello che stiamo c...