𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟑𝟑-𝐇𝐨 𝐜𝐚𝐬𝐚 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐚

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Ansia
/àn·sia/
Affannosa agitazione interiore provocata da bramosia o da incertezza.
Esattamente ciò che provo in questo momento.
Un senso di incertezza, spinto però da quello di bramosia.
Agitazione interiore, preoccupazione ossessiva.

Sento il campanello suonare.
Stasera Landon è da "un amico".
Non mi ha voluto rivelare la sua identità, ne a me, ne alla mamma, che stranamente lo ha fatto uscire senza problemi.

Come programmato, mia madre pensa che oggi io vada a dormire a casa di Kylie.
E oltre all'ansia per Sidney, provo anche un senso di dispiacere, un senso di colpa.
So che tutte le diciassettenni raccontano bugie ai loro genitori, la maggior parte delle volte quando ci sono di mezzo ragazzi, ma io non sono poi così tanto abituata.

Prima di andare ad aprire la porta, a quello che sicuramente sarà Sidney, aspetto qualche minuto.
Scendo le scale con tutta la cautela del mondo, e cercando di fare il meno rumore possibile.

Arrivo davanti alla porta e la apro velocemente.
Non faccio nemmeno in tempo a salutare Sidney che esco subito e inizio a giocherellare con il mio braccialetto.

Alzo lo sguardo e lo poso finalmente sulla figura slanciata del moro.
Finalmente ora lo posso ammettere: è bellissimo.
Indossa dei pantaloni della tuta grigi che fasciano alla perfezione le suo coscie e i suoi polpacci, e una t-shirt gialla canarino e le scarpe da ginnastica.

Non lo avevo mai visto indossare colori oltre al nero, il grigio e il bianco.
Ma su di lui questo colore sta divinamente, e gli da un'aria più allegra.
"Cos'hai da guardare?" gli domando nervosa, notando che da quando sono uscita dalla porta, non ha smesso di fissarmi da capo a piedi.

"Sei solo bella, è per questo che ti guardo...non posso?" non riesco a verificarlo, ma so per certo che le mie guance si sono tinte di un colore rossastro per l'imbarazzo.

Non so sinceramente cosa rispondere.
Certo che puoi guardarmi, vorrei dire.
Ma la bocca mi si blocca e lascio solo spazio al calore dentro di me, continuando a fissare i suoi occhi color nocciola.

"Dai andiamo" esclama lui d'improvviso, capendo che da parte mia non ci sarebbe stata un risposta
"Andiamo" ripeto io sottovoce.

Raggiungiamo la sua macchina, rossa e tirata a lucido, favolosa come sempre.
Ormai la conosco già bene, e rivederla ora mi fa tornare in mente dei bellissimi momenti.
"Dopo di lei" Sidney mi apre la portiera della macchina.

"Non sapevo fossi un gentiluomo" gli sorriso, e provo in tutti i modi a far ritornare quel contatto visivo tra di noi.
"Non lo sapevo nemmeno io" fa spallucce ed entra in macchina.
Si gratta la nuca e posa una mano sul volante, mentre con l'altra tira fuori una sigaretta dalla tasca.

"A che età hai iniziato a fumare?" sono curiosa di saperlo, e ormai gli posso domandare tutto ciò che voglio senza esitare o vergognarmi di qualcosa, perciò colgo l'occasione.
Lui scuote la testa e accende la sigaretta, fa un tiro e subito dopo mi risponde.

"Il primo tiro l'ho fatto a tredici anni, ma era solo per gioco, poi compiuti i quindici ho iniziato a farlo qualche volta quando ero con i più grandi...solo per sembrare più fico credo.
Ma da quando mia madre è morta lo faccio quotidianamente" annuisco e Sidney mette in moto la macchina per poi partire.

"Sei agitata?" giro lo sguardo verso di lui, mi ero incantata a guardare fuori dal finestrino.
"No, perché dovrei esserlo?" mento, perché l'ansia non è svanita del tutto ma voglio godermi questa serata con lui, e non pensare a nient'altro.

"Perfetto" lui si gira a guardarmi, e io faccio lo stesso.
Ma dopo pochi secondi è lui a distogliere lo sguardo dai miei occhi.
"Potrei andare a sbandare.." sussurra in un ghigno.

Sono perplessa, cosa significa?
"Cosa vuoi dire?" rido e appoggio la testa sul finestrino.
"Che se ti guardo troppo in quel modo va a finire che sbandiamo" ora è più serio, ma il suo tono rimane comunque dolce.

Mi faccio scappare un sorriso.
"Siamo arrivati" tiro un sospiro, forse sarebbe stato più bello rimanere in macchina che salire a casa sua.
Scendo dalla macchina e mi ritrovo in davanti a quella casa a me ben conosciuta.

Raggiungo il moro dall'altra parte della macchina, lui mi cinge la vita e mi lascia un piccolo bacio al lato della bocca.
"Ho casa libera" afferma con un sorrisetto, e a quella sola affermazione, l'ansia dentro di me cresce ancora di più.

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