The Mask - Master's memories

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"L'Akatsuki si sta muovendo. Andrò a raccogliere altre informazioni in merito".

Annuisco all'uomo con la lunga coda di capelli bianchi al mio fianco, prima che si dissolva.

"Ci vediamo".

Oggi è stata una giornata intensa: ho di nuovo sottoposto i miei allievi alla prova dei campanelli e devo dire che questa volta sono riusciti nell'impresa; usando dei metodi poco ortodossi – ossia minacciarmi con gli spoiler de "Le Tattiche della pomiciata" – ma devo riconoscere che dopo due anni e mezzo di allenamenti con i rispettivi maestri, sono migliorati parecchio. In teoria il loro maestro sarei io, ma dopo un certo evento, Naruto è partito con Jiraya per diventare più forte e Sakura si è concentrata sui Jutsu medici sotto la guida di Tsunade, ovvero niente popò di meno dell'Hokage del villaggio.

Definizione di un certo evento: Sasuke, il mio terzo e più promettente allievo, ha lasciato il villaggio senza dire una parola. Si è volatilizzato in una notte, silenzioso e discreto come è sempre stato.

Io, come suo maestro, mi sono sempre sentito oppresso dai sensi di colpa per non essere stato in grado di fermarlo, ma non è questo il momento per lasciarsi andare a tristi ricordi; dopotutto, due dei miei allievi sono appena avanzati di grado e dovrei essere felice per loro, invece di crogiolarmi nei miei sensi di colpa.

"Kakashi-Sensei!"

Una voce, quella di Sakura, mi riporta alla realtà.

"Abbiamo deciso che sarai tu ad offrirci il ramen! Sbrigati!" mi urla Naruto dal punto in cui si trova, cioè parecchi passi avanti a me. Lui e Sakura avevano proseguito tutti presi dal pensiero della cena, mentre io ero rimasto qualche passo indietro con Jiraya.

Stavo per raggiungerli, quando mi ricordai di una cosa importante che avevo dimenticato di dover fare.

"Spiacente, devo compilare la lista dei nuovi team e presentarli. Ci si vede, ragazzi".

Detto questo mi volatilizzo in una nuvola di fumo; nel nano secondo in cui svanisco nell'aria, sento distintamente Sakura, rivolta a Naruto: "Tanto lo sappiamo che andrà a leggere quel libro".

Sono o non sono i miei allievi?

La compilazione della lista è una gran seccatura e poi per questa sera mi ero già preparato un programmino, cioè: buttarmi sul divano, leggere il nuovo libro di Jiraya,Le Tattiche della Pomiciata, seguito de Il Paradiso della Pomiciata, e poi magari addormentarmi con il libro sul naso e svegliarmi il mattino dopo a testa in giù, come ero solito fare, quindi decido di rimandare le questioni burocratiche, dimenticandomi per una sera dei miei doveri di capitano.

Due minuti dopo essere entrato in casa, tempo di togliermi le scarpe e sono già stravaccato sul divano con il libro a pochi centimentri dal naso: ho letto solo il prologo, ma già mi appassiona, come il volume precedente del resto, se non di più. Le righe scorrono sotto i miei occhi, i quali scrutano febbrilmente le pagine, che vengono voltate così velocemente che sembra quasi che si girino da sole, come colpite da una raffica di vento.

Noi non siamo uno sbaglio – disse tra le lacrime la bella Sayu. - Vieni via con me. Quello che io voglio è il tuo amore -

Sayu, lascia stare – risponde Soichiro – questo non ha più importanza ormai -

Tu non puoi lasciarmi..! Non possiamo separarci! -

Ah, la drammaticità dell'amore non corrisposto, la bruciante tragedia...

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