Quante cose possono cambiare in un attimo, figuriamoci da un mese all'altro. La cosa brutta è che nessuno ti prepara a questo cambiamento, nessuno ti avvisa che la tua vita sta completamente per cambiare,
semplicemente succede ed è questa la cosa grave. La mia vita non era mai stata perfetta, avevo sempre avuto le mie delusioni e le gioie sicuramente non mi cadevano dal cielo, non era mai stata la tipica ragazza fortunata, anzi, se la sfiga poteva mi colpiva dritta in faccia senza neanche chiedermi scusa. Questa volta però, aveva decisamente superato ogni limite inimmaginabile. Erano le tre di mattina ed io, per l'ennesima notte consecutiva, mi ritrovavo a rigirarmi nel letto con gli occhi lucidi e le lacrime che mi rigavano il viso. Se qualcuno fosse entrato nella mia stanza in quel momento, avrebbe pensato che una squadra di ladri, poco tempo prima, era passata a fare una visita. Il pavimento era ricoperto da fazzoletti, vestiti gettati in tutte le parti della stanza, eccetto nell'armadio e per non parlare poi delle condizioni del mio letto. Ero rivolta tra le coperte come un bruco nel proprio bozzolo, in quel momento in effetti ne avevo completamente l'aspetto. Ero sicura al cento per cento che i miei occhi erano rossi a causa delle ore passate a piangere ed i capelli a toccarli sembrava che avessero preso la scossa. Mi sentivo uno schifo, mi sentivo così sola eppure me l'ero andata a cercare io. Sapevo benissimo che a riguardare le nostre foto insieme sarei finita per crollare. Ero stata insieme a Lorenzo per la bellezza di due, anzi no, quasi due anni. Sì, perché il signorino aveva ben pensato di mettermi le corna due giorni prima del nostro secondo anniversario, con una stupida biondina del quarto anno.
Tutto era crollato in un secondo, il mondo aveva cominciato a tremare, era stata travolta da un uragano alla massima potenza. Non riuscivo neppure a descrivere a parole quel dolore che portavo dentro e lui riusciva soltanto a dirmi un maledetto mi dispiace. Bhe, dispiaceva anche a me. Lorenzo era stato il primo ragazzo che avessi amato, era stato quello che mi aveva completamente rubato il cuore, era stato il mio primo tutto. Ancora adesso me la ricordo la prima volta che l'ho visto. Era un sabato sera, in un bar, ero andata in quel locale con Sara e Giulia, alias mia sorella e la mia migliore amica. Non so neppure come ci eravamo finite in quel posto, forse ci aveva invitato uno degli amici di Federico, fratello di Giulia, ma poco importa. Mi ricordo che l'avevo visto là, seduto a quel tavolo a parlare con il barista, aveva il sorriso più bello che avessi mai visto, spalle larghe ed un ciuffo gli ricadeva giù davanti agli occhi. Non so per quale ragione, non so neppure con quale coraggio, senza pensarci mi diressi nella sua direzione e gli chiesi se il posto affianco al suo fosse libero. Lui semplicemente mi sorrise e mi fece segno di sedermi.
-"Allora cosa ci fa una bella ragazza come te in un bar del genere?" Mi chiese, portandosi la birra alla bocca.
-"Esattamente non lo so neppure io. Cosa ci fa un ragazzo come te seduto solo in un bar di sabato sera?" Lui rise riposando il bicchiere sul tavolo.
-" Aspettavo"
-"Esattamente cosa? Una preda per la notte?"
-" Sei tosta pagliaccetta" alzai gli occhi al cielo e gli intimai di rispondermi.
-" Non lo sapevo neppure io cosa poi tu ti sei seduta qui..." fece una piccola pausa e si voltò nella mia direzione finalmente "... mi chiamo Lorenzo".
-" Alice." Ci fu un sorriso da parte di entrambi, parlammo tutta la notte fino alle luci dell'alba e nel giro di una sola serata il mio cuore era già suo. Sempre lo stesso cuore che lui aveva distrutto nel giro di un solo pomeriggio.
Mi soffiai il naso e gettai a terra l'ultimo fazzoletto, mi alzai per poi, pochi secondi dopo, ricrollare sul letto. Ero stanca, sfinita e distrutta, la cosa peggiore era che tutto questa era successo ad un paio di mesi dalla maturità. Il mio corpo non ce la poteva fare. Tra 5 ore mi sarei dovuta presentare riposata a scuola pronta per la simulazione di matematica eppure stava a letto a piangere nel cuore della notte. Ero arrivata in una situazione di non più ritorno, il mio corpo stava cedendo al nervosismo ed alla frustrazione. Non dovevo solo sopportare il tradimento del mio ragazzo ma dovevo pure prepararmi ad affrontare l'incubo più grande per tutti gli studenti italiani: la maturità. Il fatto è che tutti pensano che sia l'esame la cosa peggiore di tutte ma la verità è che il peggio arriva prima. Era da marzo che le mie ore di sonno si erano ridotte notevolmente, i fine settimana non esistevano più, tutto era concentrato tra la scuola ed il nuoto. Non sapevo neppure più che cosa fosse il tempo libero. Molto probabilmente era proprio per questo motivo che mi ero ritrovata single due giorni prima al mio, anzi al nostro, anniversario.
La verità è che questi ultimi mesi erano stati un vero dramma. All'improvviso tutto era cambiato ed io non ero riuscita a metabolizzare il tutto. Mi sembrava di essere sospesa in aria, senza riuscir a trovare una strada per scendere. Volevo urlare, scappare, uscire dal quell'immenso labirinto, nel quale mi ero rinchiusa da un po' di tempo. Ci avevo provato più volte a mettere un punto e ricominciare ma la realtà dei fatti mi aveva travolta e non riuscivo più ad alzarmi.
Mi sembrava di impazzire, ero stanca ed avevo troppe cose da fare. Odiavo vivere con quell'ansia addosso, mi sembrava di non respirare.
Come era possibile che nel giro di qualche settimana ero stata catapultata in mondo dove le uniche preoccupazioni si basavano sul mio futuro. Perché dovevo pensare a quello che sarei dovuta diventare? Perché non potevo godermi tutto come prima?
Decisi di abbandonare il letto e mi affacciai alla finestra. La luna era alta in cielo, il silenzio travolgeva il quartiere, gli unici rumori che si sentivano erano quelli di qualche uccellino che cinguettava. Avrei voluto che quella pace durasse per sempre ma sapevo benissimo che da lì a poche ore tutto si sarebbe svegliato e la solita routine si sarebbe ripetuta.
Sbuffai e fissai l'ora, erano quasi le quattro ed il sonno non voleva saperne di arrivare. Il mio cervello era troppo impegnato a pensare a tutto quello che era stato ed a come tutto era cambiato.
-" Lo sai vero che non dovremmo essere qui?"
-" Ti spaventa un pizzico di avventura Alice?"
-" No è solo.."
-" È solo che sei troppo perfettina per queste cose, giusto?"
-" Entrare in piscina di notte fonda va oltre ad un pizzico di avventura Lorenzo, è illegale" lui rise ed oltrepassò la ringhiera. Era l'ultimo giorno di vacanza, l'estate stava ormai per terminare e con lei pure la mia spensieratezza.
-" Ali c'è gente che fa di peggio fidati. Allora vieni?" Esitai per un momento, non ero mai stata una ragazza che faceva queste cose. La mia vita era tranquilla, facevo sempre tutto quello che era giusto fare, non trasgredivo mai alle regole, non uscivo mai dagli schemi. La verità era che a volte mi comportavo troppo da adulta e poco da ragazza. Pensavo sempre a ciò che fosse giusto e mai a quello che volevo.
-" Lorenzo torna indietro"
-" Dai Ali per una volta rischia nella tua vita" restai in silenzio, ammutolita. Avrei voluto raggiungere Lorenzo ma qualcosa dentro di me lo impediva.
-" Io non ce la faccio"
-" Ah. Ma quando comincerai a vivere Alice? Quando? Hai 18 anni cazzo." Una piccola riga segnava la fronte di Lorenzo, succedeva ogni volta che si arrabbiava tanto.
-" Lorenzo io sono fatta così. Sono diversa da te, lo sai cazzo, lo sai da sempre." La mia voce cominciò a temere, non so perché ma mi sembrava la fine.
-" Aveva ragione Fede, non sei per me." A quelle parole il mio cuore perse un battito.
-" Cosa c'entra Federico adesso?"
-" Mi aveva avvisato"
-" Bhe grazie, Federico mi odia dall'età di 12 anni" conclusi seccata.
-" Ali senti io..."
-" Tu mi ami vero?" Non rispose mai a quella domanda, le mie parole riecheggiarono nell'aria e non trovarono una risposta. Lorenzo riscavalcò il cancello e mi raggiunse, accennò ad un sorriso e mi diede un bacio sulla fronte. Non era quello che mi aspettavo ma in quel momento ero troppo offuscata dall'amore che provavo nei suoi confronti e non mi accorsi di come stavano realmente le cose.
-" Ti ricordo che mi devi un gelato ancora da quella scommessa" mi disse lui tirandomi un colpetto sulla spalla. Non mi aveva detto "ti amo" ma almeno aveva di nuovo sorriso ed a me bastava quello ma la risposta alla mia domanda mi era già stata data.
Non sapevo in che momento Lorenzo aveva smesso di amarmi, non sapevo nemmeno se mi avesse mai amata, adesso sapevo soltanto che la nostra storia aveva già delle piccole crepe e non era stato il tradimento a rompere tutto, quello aveva rotto soltanto me.
Per lungo tempo mi ero ripetuta che Lorenzo era stato uno stronzo, che era lui la causa della rottura della nostra relazione, ma in quel momento davanti alla finestra mi resi conto che forse il problema ero sempre stata io.
Mi buttai a letto, chiusi gli occhi e sperai di prendere finalmente sonno perché se così non fosse stato sarebbe stato difficile fare la simulazione di matematica quella mattina.
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twenty
Teen FictionQuando sei vicino alla fine del liceo tutta la tua vita comincia a cambiare, così, all'improvviso. Nessuno ti da un libretto delle istruzioni, nessuno ti dice cosa devi fare. Semplicemente un giorno ti svegli e passi dall'essere un adolescente spens...