afterglow

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Afterglow: nm. bagliore residuo; nf. postluminescenza

Fighting with a true love is boxing with no gloves,

chemistry 'til it blows up, 'til there's no us. 

Why I had to break what I love so much?

La relazione tra Lily Evans e James Potter era stata sempre molto complicata.
Avevano iniziato odiandosi all'età di 11 anni e avevano finito per amarsi a 18.
Il vero problema è che, essendo sempre stati abituati ad odiarsi, non avevano la minima idea di come si facesse ad amarsi e -di conseguenza- continuavano a ferirsi a vicenda e a fare passi falsi.
Si erano amati per la prima volta a metà dell'ultimo anno di scuola.
«È stato un errore » aveva detto Lily rivestendosi in fretta e furia ed era uscita dalla stanza di James, lasciandolo esterrefatto.
Da quel momento erano passate due settimane e non si erano più rivolti la parola. Si evitavano durante i pasti e le lezioni.
Non era nemmeno imbarazzo, quello che li divideva.
Lily lo allontanava per la paura che aveva provato a seguito delle sensazioni percepite durante il loro rapporto: passione, bellezza, soddisfazione, forse amore?
James era troppo orgoglioso per andare da una ragazza che era scappata dal suo letto subito dopo aver fatto l'amore. Non gli era mai capitato e non sapeva nemmeno come reagire. Di solito era lui quello che scappava dai letti altrui: gli aveva insegnato tutto Sirius.
Prima si attacca: si inizia a parlare, a farle la corte, a farle quasi credere che possa -addirittura- esserci interesse; poi le si da un bacio, leggero, senza troppa intenzione e, se lei ci sta, si inizia a far capire quello che si vuole. Se lei acconsente si va in camera sua -ovviamente, altrimenti dove si scappa quando si ha finito?- e si fa ciò che si deve. Successivamente, prima di andar via, bisogna dire la frase tipica e che funziona sempre: è stato bellissimo, grazie; ma sono sicuro di non poterti dare quello che vuoi, scusami. E poi si lascia il letto.
Nel caso la ragazza dorma, la regola è lasciare il letto subito e -solo se necessario- dire la stessa frase se la si dovesse rincontrare.
Se, invece, la ragazza non volesse niente di serio, si può semplicemente continuare una relazione puramente carnale e sessuale. Le miglior che James aveva mai vissuto, oltretutto.
Ma con Lily non era la stessa cosa per due motivi principali: primo, ne era innamorato e ormai lo sapeva, era chiaro ed evidente e non aveva più voglia di far finta non fosse così; secondo, se n'era andata lei dal suo letto e non il contrario.
Si accese una sigaretta di contrabbando che gli aveva dato Sirius appoggiandosi al muro, sotto un portico che dava sul cortile. Erano, più o meno, le tre di notte e lui non riusciva a dormire. Si strinse nella sciarpa Grifondoro e nel cappotto nero che gli arrivava alle caviglie; gennaio giungeva al termine e il freddo gli intorpidiva le dita già fredde.
Da quando aveva fatto l'amore con Lily non sapeva pensare ad altro; sembra esagerato, è vero, ma il suo corpo sotto le sue dita e il ricordo di quell'azione gli faceva venire la pelle d'oca. Aveva il ricordo delle sue mani che passavano tra i capelli rossi, lunghi e lisci di lei, per poi scendere ed accarezzarle la pelle pallida; quando era stato vicino al suo viso aveva quasi pensato di poterle contare le lentiggini.
Avevano litigato, era iniziata così. Litigavano sempre, comunque, quindi nessuno dei due ci aveva dato peso più di tanto.
James si ricordava perfettamente tutta la situazione: dopo un pomeriggio di discussioni su un progetto che dovevano portare a termine come Capiscuola, erano rimasti da soli in Sala Comune, a seguito accese discussioni con gli altri compagni riguardo la situazione di terrore in cui si trovavano e l'ascesa di Lord Voldemort che incombeva su di loro. Si ricordava anche che Remus Lupin era l'unico che non aveva praticamente parlato, probabilmente terrorizzato dall'idea di quello che l'avrebbe aspettato appena uscito dalle mura di Hogwarts ed era, infatti, la stessa persona che si era alzata per prima dalle poltrone ed era andato a dormire.
Non riusciva ancora a discutere del suo futuro, ne era ancora troppo spaventato. James e Lily si erano trovati, alla fine, a parlare proprio di questo. preoccupati per il loro amico si erano promessi che l'avrebbero sempre aiutato, anche dopo la scuola. Ne avevano discusso tra di loro, dicendo quanto fosse ingiusta la situazione in cui Remus si trovava.
Finché James aveva detto: «Forse non dovremmo organizzare i giorni della settimana in cui ospitarlo, in caso ce ne fosse bisogno »
Lily l'aveva guardato con un'espressione confusa sul volto. «Cosa intendi? »
Ormai la litigata del pomeriggio era sfumata e riuscivano a parlare tranquillamente.
«Beh, vivremo insieme, Evans, lo sai anche tu »
Lily aveva riso e James l'aveva seguita a ruota; gli piaceva sempre vederla ridere, lo rendeva felice.
«Devi smetterla, James » gli aveva detto lei, ma non l'aveva guardato negli occhi, aveva guardato il pavimento.
Così lui si era avvicinato a lei sul divano. «Ok » aveva cominciato. «Vuoi che smetta? » Lily non aveva risposto, teneva lo sguardo basso e James aveva tossicchiato prima di dire queste parole. «Guardami negli occhi e dimmi che vuoi che smetta, dimmi che non sei interessata a me, Lily, e io la smetterò »
Lei aveva fatto un sussulto e aveva alzato il volto, incrociando lo sguardo di James, che stava aspettando una risposta. Aveva aperto la bocca e stava per dire qualcosa che James non avrebbe voluto sentirsi dire, ma si fermò. Improvvisamente esitava e lui aveva deciso di non perdere l'occasione: poggiò le sue labbra su quelle di lei. Era il loro primo bacio e lui voleva che fosse dolce, perfetto. Lily si scostò d'istinto, poco dopo aver baciato per la prima volta James Potter. Lo guardava con occhi spalancati che lui non riusciva a capire,né a leggere; gli sembravano quasi spaventati -e aveva ragione, ma ancora non lo sapeva-. Stava aspettando una risposta da parte di lei, che non arrivava. Così disse: «Scusa, ho sbagliato ... » lei scosse la testa e lo baciò, prendendogli il volto tra le mani.
Poi i baci si fecero più urgenti, più veloci e così i loro movimenti. James capì quando la mano di Lily andò sotto la sua maglietta bianca per toccargli il petto, la schiena... Così decise di portarla nella Stanza delle Necessità e la fine di questo incontro è ormai risaputa.
Aveva ancora un piccolo graffio che lei gli aveva lasciato sul braccio; gli aveva fatto male, ma non aveva fiatato.
Fece l'ultimo tiro di sigaretta ed incenerì il mozzicone con un incantesimo.
Aprì la Mappa del Malandrino e guardò che il passaggio per cucine fosse libero, così da poter tornare in stanza e cercare di dormire; notò che un puntino vagava avanti ed indietro nella Sala Comune Grifondoro: Lily Evans era sveglia e -a quanto pareva- agitata.
James sudò freddo e non seppe che fare: aveva il coraggio di affrontarla e vederla? Non aveva molta scelta, se voleva tornare nel suo letto: doveva per forza passare da lì.
La sua mente alternava due opzioni: continuare a fissare la Mappa fino a vedere il suo nome andare in Dormitorio ed avere via libera, o non nascondersi più e fronteggiare la situazione da vero adulto quale era.
Alla fine il suo corpo decise per lui ed iniziò a camminare senza nemmeno accorgersene.
Attraversò le cucine e i passaggi senza nessun intoppo: Gazza dormiva nel suo ufficio e non pareva aver voglia di muoversi; non c'era nessuno eccetto lui, nei corridoi.
Arrivato davanti al quadro della Sala Comune prese un gran respiro, prima di dire la parola d'ordine. Chiuse gli occhi, mentre la porta si apriva, non senza un rimprovero della Signora Grassa dato l'orario in cui la svegliava, ma lui la ignorò con una smorfia.
Lo sguardo di Lily si puntò sull'ingresso quando sentì che stava per entrare qualcuno e trasalì non appena vide James.
Aveva indosso una vestaglia ed un maglione aperto e sembrava nervosa.
«Ciao » disse lui a mezza voce, non aveva idea di come comportarsi.
«Ciao » rispose allo stesso modo Lily, spiazzata nel vederlo rientrare così tardi. «Cosa ci fai in giro?» chiese, infatti. «C'è stata qualche festa a cui non sono stata invitata? »
James si tolse il cappotto e si passò una mano nei ricci ancora più folti a causa dell'umidità a cui erano appena stati sottoposti. «No, non riuscivo a dormire » rispose sincero. «Tu cosa ci fai in giro, invece? »
«Non sono in giro » obiettò lei. «Sono in Sala Comune. Tu sei stato in giro »
Sembrava che quelle due settimane non fossero passate e che si fossero evitati per niente: interagivano come sempre, senza imbarazzi e senza difficoltà. Erano stati due stupidi a reagire in quel modo e, in quel momento, lo pensarono entrambi.
James alzò gli occhi al cielo e sprofondò nel divano. «Okay, allora cosa ci fai in Sala Comune? » si corresse.
Lily non rispose a parole, ma prese un giornale da un tavolino e glielo diede in mano. La prima pagina recava un titolo agghiacciante: Famiglia sterminata nell'intento di proteggere il figlio Mezzosangue da un attacco. 
«Cazzo » sussurrò James tirandosi su e mettendosi seduto con la schiena ritta.
Lily continuava a camminare avanti ed indietro, mangiandosi le unghie e passandosi le mani nei capelli.
E lui vide il terrore nei suoi occhi, la paura che stava provando, e gli tremarono le mani; vederla così indifesa e spaventata gli metteva rabbia, gli faceva venir voglia di spaccare qualcosa. Al contrario, però, appoggiò con calma il giornale sul divano e si avvicinò a lei, le si piazzò davanti e le prese le spalle, costringendola a guardarlo.
«Andrà tutto bene, Lily. I tuoi genitori sono al sicuro, tu sei al sicuro » la confortò. «Non c'è posto migliore di Hogwarts »
«Sta andando tutto a rotoli » scosse la testa sconsolata, aveva gli occhi lucidi. «Non so come fare, non so come aiutare gli altri, la mia famiglia, me stessa... » la voce le si ruppe, mentre diceva quelle parole e James la avvolse in un abbraccio.
«Ti aiuto io, Lily » le baciò la testa e la strinse a sé, mentre lei ricambiava l'abbraccio. «Prometto che nessuno ti farà mai del male, non finché ci sarò io »
Lily si scostò il sufficiente per poterlo guardare negli occhi. «Dobbiamo fermarlo, James. Qualcuno lo deve fare »
Lui annuì. «Lo faremo, okay? »
Lei annuì a sua volta, in risposta. «Bisogna mettersi in moto il prima possibile, lo vedi anche tu cosa sta facendo, vero? Sta iniziando a disseminare terrore, si sta muovendo... Non possiamo stare fermi »
Lui le prese il volto tra le mani e fissò i suoi occhi scuri in quelli verdi di lei. «E non lo faremo, Lily, ci muoveremo, faremo tutto, ma non dobbiamo iniziare stanotte, okay? Ci pensiamo da domani» le diede un bacio sulla fronte che lei non rifiutò, al contrario, chiuse gli occhi e si beò di quel contatto così dolce. «Che ne dici di riposare? »
Lei sorrise appena e si allontanò con delicatezza da lui, per poi avviarsi in dormitorio, mentre lui la guardava.
Mentre stava per aprire la porta, però, Lily si voltò e lo guardò. «Grazie » sussurrò.
«Di niente » rispose lui allo stesso modo e la osservò chiudersi la porta alle spalle.

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