Capitolo 14

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14 marzo
Due giorni al mio compleanno.
Tre giorni alla luna piena.
Non so se riuscirò a nasconderlo, a nascondere di stare male quel giorno. Combatto ogni giorno per controllare il cuore quando devo mentire e per nascondere il sangue che continuo a perdere e tutto questo nei giorni normali cosa succederà con la luna piena? Cerco di non pensarci.
Entro a scuola e appena Isaac mi vede mi viene incontro.
«Come va oggi bellissima?» dice allacciandomi un braccio attorno alla vita.
«Eddai!» dico coprendomi il viso con una mano. Non sembro proprio la tipica ragazza che arrossisce, eppure Isaac ha questo potere.
«Perché? Non sei bellissima?» si ferma e mi guarda come se avessi detto che gli asini volano.
«Sai come la penso.»
«Sì, la bellezza esteriore prima o poi svanisce e degrada quindi è inutile innamorarsi di essa, in più tu credi -erroneamente- che non sei per nulla bella. Anzi, hai ragione, non sei né bella né bellissima, sei stupenda.»
«Okay, come vuoi.»
«Che hai?»
«Nulla, tranquillo» gli lasciai un bacio casto sulle labbra, ma lo sporcai di sangue così mi affrettai a lasciargliene un altro meno casto sperando che non se ne accorgesse.
«Cosa mi nascondi? A me puoi dirlo.» ci spostammo in un angolo per poter parlare meglio, si appoggiò al muro e mi fece avvicinare a sé.
«Nulla davvero, tranquillo» feci per andarmene, ma mi prese il polso attirandomi a sé chiudendomi tra le sue braccia.
«Okay, ci sono un paio di cose che non ti ho detto.» in realtà erano di più, ma almeno gli avrei tolto il dubbio che gli stessi nascondendo qualcosa. Sorrise incoraggiante.
«Allora, da dove inizio... fra due giorni è il mio 18esimo compleanno e non mi piace festeggiare in generale il compleanno, ma i 18 in modo particolare.» allacciò le sue mani alle mie.
«Se non vorrai non faremo niente. Magari solo un film insieme sul divano coi pop corn e i pigiami.»
«Poi posso restare da te?» gli occhi gli brillarono alla mia domanda.
«Non devi nemmeno chiederlo.» sorrise ed io risi. Questo ragazzo mi faceva essere la persona solare che non ero mai stata.
«In più, ho visto qualcosa di strano... hai presente il professor Smith?» alzò gli occhi al cielo.
«Hanno tutte una cotta per lui.» sbuffò.
«Io no, è troppo acculturato e anche un po' sbruffone e anche se fosse è dell'altra sponda. Per non dimenticare che c'è un solo ragazzo che mi fa stare bene davvero.» mi alzai sulle punte e lo baciai passionalmente.
«Piano, non voglio essere accusato di non essermi riuscito a controllarmi con una minorenne, aspetta solo due giorni.» arrossì violentemente, non ci avevo ancora pensato per quanto il mio corpo sembrasse volerlo.
«Comunque» cambiai discorso «ho visto parlare il professore con il suo gatto dietro la scuola e fin qui tutto bene, ma poi il gatto si è trasformato in una persona! Il suo coinquilino, cioè il suo ragazzo.» il suo sguardo era confuso.
«Ne parliamo oggi pomeriggio con tuo fratello. Altro?» annuii.
«Solo un'ultima cosa, io non mi trasformo come voi, quando mi trasformo mi trasformo completamente.» i suoi occhi ebbero un brillio leggero e il suo viso teso e pensoso si rilassò in un caldo sorriso.
«Posso togliermi una curiosità? Ti sembrerà una domanda stupida e-»
«Non esistono domande stupide, perciò spara.»
«Ma quando ti ritrasformi, quando torni in forma umana...» iniziò a gesticolare in modo confusionario e impacciato, risi intuendo, forse, quello che voleva chiedere.
«Sì, sono nuda, quando mi ritrasformo sono nuda.» sussurrai al suo orecchio.
«Oh» arrossì, probabilmente imbarazzato e risi di nuovo.
«Andiamo va, che siamo già abbastanza in ritardo.» lo presi per mano e provai a tirarlo, ma mi ritrovai tra le sue braccia.
«Non voglio che lo vedi più fuori da scuola, va bene?» era serio e preoccupato, si riferiva al professore e annuii capendo la sua preoccupazione: anch'io avrei fatto lo stesso. Feci per andare, di nuovo, ma -di nuovo- ero tra le sue braccia.
«Non mi saluti nemmeno?» fece il broncio e mi spinsi sulle punte per baciarlo, portò le mani sui miei fianchi come ogni volta, ma poi le fece scendere sul mio sedere. Subito si staccò e ritirò le mani.
«Scusa» era arrossito di nuovo dall'imbarazzo.
«Non devi scusarti, mi fa piacere farti questo effetto.» risi riferendomi alla sua lieve erezione.
«Ciao, vado a lezione ora.» gli lasciai un bacio sulla guancia ed entrai in classe lasciandolo lì, ancora imbambolato a fissare, ora, solo il muro davanti a sé.

«La ringrazio che ci ha degnati della sua presenza signorina Hale.»
«Non aveva abbastanza attenzioni, professor Smith.» mi guardai intorno disgustata da quelle ochette vestite (o meglio svestite) da troie.
Continuò la lezione su Shakespeare che avevo già letto e conoscevo fin troppo bene.

POV ESTERNO
«Non mi ha detto niente di star male, continua a nasconderlo in ogni modo e quando le ho chiesto cosa nascondeva ha parlato del compleanno, del fatto che si trasforma completamente, ma ha detto qualcosa di importante. Ha parlato del professore di letteratura, il suo gatto si è trasformato in una persona, più precisamente nel suo ragazzo.» Derek non rispose.
«Quando arriva?» chiese ancora Isaac.
«Dovrebbe arrivare a momenti, l'ha passata a prendere Peter.» rispose solo Derek.
«Peter? Seriamente?»
«Lo so.»

POV VICTORIA
«Senta, non posso più venire a casa sua per queste lezioni supplementari.» dissi al prof, ero andata da lui quel pomeriggio come previsto, ma sarebbe stata l'ultima volta.
«È il tuo ragazzo che non vuole?» rise.
«Sì»
«Hai sentito Drea? Il suo ragazzo non vuole che torni a casa nostra?» risero entrambi e alzai gli occhi al cielo.
«Lo sa che sei dell'altra sponda, è solo protettivo e mio fratello è d'accordo con lui.» incrociai le braccia e mi avvicinai alla porta.
«Come vuoi, volevo aiutarti solo a passare il concorso.»
«Non sono più interessata, ma grazie dell'opportunità.»
«Ma come? Con un talento come il tuo?»
«Non scrivo più, potrei completare solo metà della prova.»
«Per quel che vale, è un gran peccato.»
«Buon pomeriggio, ci vediamo a scuola.» uscii dall'appartamento sbattendo la porta e una volta fuori trovai Peter. Iniziai ad avviarmi a piedi.
«Okay, mi dispiace, il tuo ragazzo è un po' sfigato e meriti di meglio, ma se te sei felice va bene, okay? Mi dispiace, sei contenta ora?» salii in macchina.
«Sì, anche perché l'ho registrato!» risi facendoglielo ascoltare.

«Hey, ciao, come mai qui?» salutai Isaac seduto al tavolo con Derek e notai anche Scott, Stiles, Allison e Lydia.
«E voi?» ero leggermente irritata, ma erano i miei migliori amici e le loro ragazze perciò cercai di calmarmi.
«Ho pensato fosse meglio raccontarlo al branco una sola volta.» rispose Isaac.
«Okay, va bene.» sospirai e feci un respiro profondo.
«Allora, durante la lezione è uscito un gatto nero con gli occhi verdi dalla borsa del prof, questo ha detto che la lezione era finita ed è andato dietro la scuola col gatto che poi si è trasformato in un ragazzo dai capelli bianchi. Quando andavo a casa del prof a volte si faceva vedere sotto forma di gatto e altre sotto forma di persona.»
«La forma che assumi rispecchia quello che sei.» mio fratello non disse altro.
«Non capisco»
«Jackson prima di essere come noi era un kanima perché era letteralmente una vipera, ma quando è cambiato e se lo è meritato è diventato come noi.» spiegò Scott.
«Certe persone, però sono diverse, hanno una natura diversa.»
«Continuo a non capire.»
«Lydia è una banshee, Kira una kitsune, Malia un coyote. Sono rari, ma esistono. Credo sia un felino mannaro e se lui è un felino mannaro... ci sono guai!» Derek continuava a parlare, ma nessuno lo seguiva.
«Dimmi che non è quello che penso.» Peter sembrava spaventato e Derek annuì soltanto, per un momento ebbi paura che Peter si sarebbe potuto far male.
«Di cosa state parlando?» chiese Scott. Stiles dormiva appoggiato a Lydia, ultimamente aveva qualcosa di strano.
«Okay, è molto probabile che se questo tipo è un felino mannaro il suo ragazzo, il professore, sia un canide mannaro.»
«Canide e felino mannaro?» chiesi.
«Non si trasformano solo in lupo e gatto, ma in ogni specie della famiglia.»

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