ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴅᴜᴇ

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Jimin accese il computer e cercò la base di Serendipity. Sospirò quando la vide e sfiorò la chiavetta con le dita, chiudendo gli occhi e affogando in quel mare di ricordi. Ricordava benissimo, infatti, la prima volta che aveva preso in mano quel testo, le sensazioni che aveva provato, lo sguardo della persona che amava.

Era in ansia. Gli avevano comunicato che avrebbe trovato il testo della canzone che doveva cantare da solista nel suo camerino, quindi aveva chiesto a Taehyung di accompagnarlo e lui aveva accettato con gioia. Jimin era felice di avere un migliore amico come lui, che c'era sempre stato. Non c'era un giorno in cui non passavano del tempo insieme e ogni volta, in compagnia di quel sorriso dolce e quegli occhietti scuri e vispi, si sentiva rinascere.

Entrarono nel camerino e Jimin sentiva le mani tremargli per l'ansia. Notò subito il foglio con il testo posto sopra il suo tavolino, in mezzo ai pacchetti di snack che amava mangiare prima e dopo le prove, durante i set fotografici e le riunioni (a volte si portava persino delle caramelle in tasca e le mangiava di nascosto). Si avvicinò e prese il foglio con mani tremanti, leggendo il titolo: Serendipity. «Sai cosa significa?» domandò al suo migliore amico. Non poteva cantare una canzone di cui non sapeva il significato, qualcosa che non sentiva suo – anche se Namjoon era capace di leggergli dentro come nessun altro.

Taehyung annuì. «La serendipità è la fortuna di fare felici scoperte per puro caso e, soprattutto,» I loro sguardi si cercarono e si incatenarono, creando uno di quei momenti intimi che entrambi tenevano in un posto specifico del loro cuore. «il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra».

Jimin rimase affascinato dalla spiegazione di Taehyung. Voleva cantarla. Quella canzone, quel titolo, rappresentavano il suo Taehyung. Lesse il testo insieme al suo migliore amico e rabbrividì, osservando poi la sua figura alta e snella con la coda dell'occhio.

Sei la mia penicillina
Mi salvi
Il mio angelo
Il mio mondo

Quelle parole continuarono a rimbalzare nella mente di Jimin, mentre osservava il profilo perfetto di Taehyung, il quale era talmente concentrato sulla canzone che non si era accorto del modo in cui lo guardava.

Taehyung finalmente sorrise e si voltò verso di lui, prendendo una chiavetta dal tavolo. «Che ne dici di provare a cantarla?» gli domandò.

«Eh? Ora, subito?»

Taehyung annuì mostrando uno dei suoi bellissimi sorrisi quadrati e lo prese per mano trascinandolo fuori dal camerino. Superarono la sala prove dove si trovavano gli altri – che, mentre passavano, li guardarono con occhi amorevoli – e raggiunsero un'altra stanza, con delle casse enormi e dei microfoni. Con il sorriso sulle labbra, Taehyung collegò la chiavetta al computer e fece partire la musica.

Jimin accese il microfono e cominciò a cantare, con i soliti mille dubbi che gli affollavano la testa. Non era bravo. La sua voce faceva schifo, quasi la odiava per quanto era da bambino. Non ce l'avrebbe mai fatta. Perché l'avevano fatto entrare nei BTS? Insomma, l'aveva scartato inizialmente, quindi perché cambiare idea così, all'improvviso?

I suoi occhi si alzarono e incontrarono quelli di Taehyung, che lo guardavano con ammirazione e qualcos'altro, che Jimin però non riuscì a capire.

«When you see me, when you touch me».

Vide il suo amico sobbalzare e abbassò lo sguardo, continuando a cantare. Perché aveva avuto quella reazione? Aveva sbagliato qualcosa? Sicuramente, Jimin, non ne fai mai una giusta, pensò.

HO BISOGNO DI TE, vmin kookgaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora