Cinque motivi per non mollare

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Mi alzo d'impulso, scendo dal letto,m'infilo le pantofole e sgattaiolo in bagno,mi specchio e vedo ciò che nessun essere vivente vorrebbe mai guardare. Vedo il mio volto sconvolto riflesso nello specchio. Sono solo le tre del mattino. "Un incubo mi avrà svegliata" bisbiglio. Mi lego i capelli,mi lavo il viso e cerco di tranquillizziarmi. Cerco di ricordarmi cosa ho sognato.

"L'avrò fatto a causa dell'incontro spiacevole del giorno prima?!"

Cerco perplessa di spiegarmelo.

Intanto,al piano di sotto, la mamma mi chiama.

<<Jo, tutto bene?!>>

Mi chiede.

<<Jolene ma insomma,cosa non va?! Rispondimi,mi sto preoccupando!>>

Replica perplessa.

<<Mamma era solo un brutto sogno,tranquilla!>>

Le rispondo.

'È mai possibile che si sveglia nel bel mezzo della notte per un rumore così debole?! '

Mi chiedo.

Spengo la luce,mi slego la coda, apro le coperte e rannicchio diventando piccola piccola.

Accidenti, non riesco a dormire!

Tra un pensiero e l'altro, mi torna in mente l'incubo.

Era ambientato in spiaggia, era sera. Il buio m'impauriva. Il silenzio era assordante. Ad un tratto sento una voce angelica cantare il ritornello della mia canzone preferita. Inzialmente credevo che fosse un angelo o comunque una creatura mitologica dai lunghi capelli rossi e gli occhi chiari. Era una donna con in braccio il suo bambino. Continuava a cantare, io cercavo di raggiungere la sua voce cantando con lei. Ci cerchiamo a vicenda. Anche lei vuole vedermi, ci intravediamo nel buio della notte.

Finalmente mi nota ed io noto lei. Le nostre voci intonano insieme le note di quella canzone talmente perfetta da mettere i brividi. Si avvicina a me, mi inquieta. Ma io non faccio lo stesso effetto a lei. Infatti mi accarezza con le nocche. Il suo bambino avrà avuto poco più di quattro anni, le assomiglia molto,da quello che riesco a vedere, è coperto poco,trema ed é sconvolto. All'improvviso la canzone finisce ed ella inizia a parlarmi. Non si presenta, mi dice solo che suo figlio è affamato. Con un gesto molto rapido, mi rincuora e mi mette quella dolce ed innocente creatura tra le braccia. È un bambino perfetto. Appena mi avvicino per dargli un bacio sulla sua morbida guancia, si trasforma, mi stringe forte il collo e tenta di strozzarmi mentre sua mamma mi tiene ferma. Mi alzo piangendo, senza ombra di dubbio saranno stati quei due essere a farmi paura.

Cerco di non pensarci, mi giro e chiudo gli occhi. Quando gli riapro è già mattina. Mi lavo,mi vesto,preparo lo zaino, scendo e aspetto il bus per andare a scuola. Un'altra giornata di merda mi aspetta! 'Signorina Cox, quante volte devo ripeterle che i sogni sono solo la rappresentazione della realtà?!'

Mi tornano in mente le parole del professore di psicologia.

Quella donna ha un volto familiare. Mi ricordo di lei! L'ho già vista in una caffetteria vicino scuola! Stava elemosinando. Cantava con il suo bimbo in braccio. Ricordo che gridava e che diceva di quanta fame avesse il suo angioletto. Io le sono passata davanti ma ero troppo incazzata co Lia,la mia migliore amica, per dare un pezzo del mio panino a quella donna.Ecco che tutto torna e i ricordi riaffiorano. 'Il prof. Jonson aveva ragione!'

Mormoro.

<< Signorina Cox, puoi gentilmente ripetere ciò che ho detto poco fa?!>>

Oddio no! Ora ci si mette anche lei!

Cosa posso dirle?! Non ho seguito,ero immersa nei miei pensieri! Cerco di decifrare alcuni suggerimenti che mi arrivano dal banco accanto al mio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 26, 2014 ⏰

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