5: UNA CANZONE, GLI OCCHI LUCIDI E POCHE PAROLE

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Mi suoni qualcosa?

Sei il mio portafortuna

Lunedì fu il tempo di conoscere meglio Ilaria ed Elisa, le quali mi fecero una strana richiesta.

<<Ci fai delle foto oggi?>>

Io, che alle 8 di mattina non avevo capito nulla, accettai...

non l'avessi mai fatto.

Oltre ad essere due clienti insaziabili mi portarono in dei luoghi nascosti e pieni di rovi, avevo le gambe ridotte malissimo alla fine dello shooting, che per capirci, erano 200 foto, e gliene piacevano 2, non dico altro.

Io le mettevo in posa, loro seguivano quello che dicevo, non capisco perché dato che non sono un fotografo né ci tengo minimamente ad esserlo, però a quanto pare andava bene così.

Mi portarono in una parte della spiaggia dove non ero mai stato, era bello lì, non c'era nessuno, ne approfittammo per fare il bagno, l'acqua era gelida e ci schizzavamo per dispetto, erano dolci quelle ragazze, però no, non erano come lei.

<<Oi ma, ci pensi ancora alla Viola?>>

<<Perché mi fai questa domanda?>>

<<No, così, per chiedere>>

<<Si, ci penso ancora>>

<<Perché?>>

<<Non posso decidere a cosa pensare no?>>
<<Si ma non ne vale la pena, sei in vacanza, dovresti divertirti, magari dovresti conoscere qualcuno di nuovo, ci sono stati arrivi ieri con il volo di...>>

<<No>> La interruppi <<Non mi interessano altre, non ha senso>>

<<Ma come no? Magari ti piacciono>>

<<Forse non capite che io in lei ci vedevo qualcosa, come Kevin non riuscite a capire questa cosa>>

<<Ah Kevin lo capisce benissimo invece>> Intervenne Ilaria

Mi spiazzò

<<Che intendi dire?>>

<<Dai, si vede che ci prova un casino con lei>>

<<No, impossibile>>

<<Pensa quello che vuoi, io ti dico solo quello che vedo>>

(E se avesse ragione?)

Ritornammo nella zona relax, dove il teatro era allestito per lo spettacolo serale, quel giorno lo show era fatto dagli ospiti, che si sarebbero esibiti nelle loro specialità, sul palco c'era un pianoforte a coda, nero, mi tentava.

Scoprii la tastiera, che era piena di polvere e mi sedetti, guardavo i tasti, non trovavo la voglia di suonare.

Ad un tratto una figura mi colse di sorpresa, Viola

<<Mi suoni qualcosa?>>

La guardai

<<Cosa vuoi che ti suoni?>>

<<Non lo so, quello che vuoi, io ti vengo dietro con la voce>>

<<Va bene dai, questa so che la sai>>

Di nascosto accesi il registratore dal cellulare e iniziai a suonare una canzone che la avevo sentita canticchiare il giorno prima, "Piccola stella" di Ultimo

<<Ma è la mia canzone preferita, come...>>
<<Dai canta>> Ridendo

Lei canticchiava, sbagliando il testo ogni tanto, stonando ogni tanto, e continuava a ridere, era proprio bella quando rideva.

IL PESO DELLE NUVOLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora