ETERNO NERO

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"For a star to be born,

there is one  thing that must happen:

a gaseous nebula must collapse.

So collapse.

Crumble.

This is not your destruction.

This is your birth." 




"Lui era tutte le mie giornate belle. Quelle che non passavo con lui, sapevo sarebbero state da meno.

Non so come spiegarlo, ma le giornate senza lui erano come stare davanti ad una tenda sapendo che oltre c'è un cielo azzurro,

di quelli che ci sono durante le giornate primaverili, cieli che sono equilibrati e si sta bene sia a maniche corte che con una giacca a maniche lunghe.

Una di quelle giornate in cui ti puoi preoccupare di tutto, ma non del tempo, perché quello è dalla tua parte, quello ti darà la spinta di affrontare tutto.

Però stai davanti a quella tenda e...non lo vedi. Il sole non ti tocca. Quell'azzurro non ti dà l'energia vibrante del suo colore.

Quell'aria fresca non ti dà la sensazione di star respirando per davvero.

Così mi sono sempre sentito se passavo un giorno senza lui; in costante "quasi".

Quasi al sole. Quasi pronto a godermi la giornata. Quasi vivo. Quasi.

Quella tenda pesava come un macigno e mi separava dal poter sentirmi completo.

Così è senza lui, anche ora che ci ha...lasciati. Vivrò un eterno "quasi" tutto. Lo so. E mi arrabbio.

Mi sono arrabbiato tantissimo in questi ultimi giorni, per tante cose.

Cose che tutti mi dicevano non erano importanti, cose in cui io non c'entravo. Vi sbagliavate. Vi sbagliate.

Io facevo parte della sua vita, e scusate l'arroganza, ma ne facevo parte più di chiunque altro.

Mi prendo la responsabilità della sua morte, anche se in parte.

Ovviamente, all'inizio era categoricamente solo colpa mia e ho fatto passare l'inferno a chi mi stava vicino perché sono stato davvero irascibile,testardo, infantile anche.

Ho appesantito pure i vostri giorni peggiorando il vuoto che lui ha lasciato, e per questo chiedo scusa.

Non chiedo di capirmi, un po' lo fate. Chi mi è stato vicino mi ha fatto capire che non avevo colpe.

Che non ho causato io la sua morte, e dopo un po' ho realizzato che era vero.

Ma quando mi hanno detto che io non avrei potuto fare niente, beh, questo non posso dire sia ciò che penso o che sia vero.

Potevo fare di più.

Potevo rispondere alle sue chiamate invece di staccarle perché ero a fare chissà cosa, e poi dimenticavo di chiamarlo come avevo detto che avrei fatto nei messaggi che gli mandavo.

Potevo dargli più spesso un abbraccio. Io, che sono così fisico, che non ho mai nascosto il piacere che provo nell'avere attenzioni, non lo abbracciavo abbastanza.

Avrei potuto sforzarmi di capire i suoi sguardi, ogni tanto persi in un punto in aria, che minimizzava con un'alzata di spalle se gli chiedevo che gli prendeva

e aggiungeva quel sorriso grande e fanciullesco per rassicurarmi.

E per me andava tutto bene.

Sorrideva in quel modo, mentiva in quel modo, e per me era tutto okay mentre dentro sicuramente lui accumulava ogni momento "no" e ogni preoccupazione,

ETERNO NERO - VMIN/VMONWhere stories live. Discover now