New York, 26 agosto 2019
La leggera brezza mattutina estiva è sempre stata la parte più bella della corsa. Non sono mai stata un amante della corsa, addirittura a scuola nessun mi prendeva mai sul serio quando dicevo di fare attività fisica, ma da quando un anno e mezzo fa avevo ripreso un po' per scherzo e un po' per non cadere in depressione, poco alla volta era diventata la mia routine quotidiana.
Niente per me è più bello che correre tutte le mattine per il Central Park, quando ancora non vi è traccia di nessuno - se non pochi passanti o chi per altro stava tornando a casa da lavoro o ci stava già andando. Quella, ahimè, sarebbe stata la mia ultima corsa – almeno per quel parco e sarebbe stata anche l'ultima passeggiata fino a casa che mi permetteva di pensare mentre poco alla volta la città tutt'attorno a me cominciava a svegliarsi.
Sarei dovuta di fatti partire da lì a qualche giorno, per quella che sarebbe diventata la mia prossima casa per i prossimi due anni o così indicava il contratto con la radio che avevo deciso di firmare. Los Angeles. La città degli angeli sarebbe stata casa mia e per il momento sembrava la scelta più giusta fra tutte quelle prese in vita mia. Infondo, non è mica detto che una donna dopo una relazione deve cambiare pettinatura, a volte basta cambiare città.
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<<Margot, vedi di sbrigarti o perderai il volo>> sentii gridare alla mia coinquilina dalla cucina, mentre io nella mia vecchia stanza faticavo a chiudere anche l'ultimo scatolone che mi avrebbe dovuto mandare assieme con gli altri, 25 in tutto, una volta arrivata.
<<Arrivo, suvvia, non essere così antipatica anche l'ultimo giorno>> sbuffai appena una volta messo da parte lo scatolone chiuso. Presi poi una delle due valigie che mi ero preparata con parte della roba, infondo non potevo fare la barbona solo perché non avevo voglia di fare un trasloco, e mi avviai verso la porta dell'ingresso di quello che era stato il mio appartamento e di Kate per ben cinque anni.
<<Senti, vedi di chiamare quando arrivi che se no poi sto con l'ansia e sai che se mi viene l'ansia poi devo bere caffè ma se poi bevo caffè mi viene più ansia e così via...e vedi anche di fare attenzione. Infondo non conosci nessuno e non si sa mai in un posto nuovo.>> Kate stava in piedi accanto al divano mentre faceva finta di controllare il telefono pur di non guardarmi, sapevo era triste per la mia partenza ma allo stesso tempo non potevo farci molto, sapeva quanto avessi sofferto i mesi scorsi dopo la mia rottura con Dylan, dopo sei anni aveva deciso di lasciarmi perché "non se la sentiva più di fare avanti e indietro dal Chicago". Doveva essere una storia serie e per un po' lo è stata davvero, peccato abbia deciso di fare le cose serie con un'altra.
Sembra ieri che io e Kate ci siamo trasferite in quel bilocale, avevamo poco più di vent'anni e tutta la vita davanti. Appena finita l'università lei laureata in giornalismo e io laureata in psicologia, avevamo entrambe molta voglia di vivere l'avventura e poca voglia di continuare a vivere a casa con i genitori così un giorno ci siamo messe alla ricerca di qualcosa di solo nostro e quel bilocale situato nella zona di Brooklyn – che nonostante non fosse l'Upper Est Side, ci sembrava già nostro fin da quando la proprietaria, Judith – una adorabile settantacinquenne non ci apri la porta per farci vedere l'appartamento.
Ora però dopo tutto quello che abbiamo vissuto, perché di cose in otto anni ne sono successe e molte, lasciarla da sola mi sembrava strano. Non che fosse sola, Kate stava con Jeremiah ormai da quattro anni, ma il punto non era che stesse con qualcuno in quel senso ma che non saremo più state noi due insieme come coinquiline. Nella nostra quotidianità, nei nostri bicchieri di vino e nei nostri discorsi fino a tarda notte.
E adesso che mi stava salutando oltre il vetro che divideva i controlli di sicurezza per la sala d'attesa, sembrava quasi che per la prima volta mi resi conto di provare qualcosa per lei. Mi sono resa conto di quando fosse stata importante e sempre una sorella, perché tutto avevo avuto nella mia vita tranne che una sorella.

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CAUTIOUS
General FictionMargot Collins inizia il suo programma alla radio presso la Philp's'66 Garage a Los Angeles, lascia New York, una relazione stabile e la sua miglior amica per tenere un programma radiofonico nel quale parla di tutto, di niente e qualche volta anche...