-Festa In Maschera-

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Quella notte, non riuscì a dormire.
Feci un incubo, o almeno, credo fosse un incubo. Ero a casa, nella mia stanza. Improvvisamente sentii un rumore fi verto che si rompeva. Aprii lentamente la porta della mia stanza e cautamente percorsi il corridoio che portava alle scale. Le scesi silenziosamente. Poi andai in cucina, e ciò che avevo davanti mi lasciò senza fiato. La finestra della cucina era stata rotta. Per terra, c'erano pezzi di vetro, un mattone con cui era stata rotta la finestra, e..... I cadaveri dei miei genitori. Rimasi così sconvolta, che per un'attimo credetti che fosse tutto vero.
Mi svegliai di colpo. Respiravo a fatica. Mi presi un grande spavento. Scesi in cucina. La finestra era intatta e i miei genitori stavano dormendo.

"Allora era veramente soltanto un sogno..." pensai.

Emisi un sospiro di sollievo e tornai nella mia stanza.
Da quel momento, prendere sonno fù abbastanza complicato. Non riuscivo più a dormire.

Arrivò il mattino. Erano circa le 06:50 di mattina e decisi di andare a scuola prima. Mi preparai come facevo di solito, soli che sta volta indossai una felpa azzurrina invece che nera o grigio scuro, e scrissi un biglietto ai miei genitori.

"Mamma, papà, mi sono svegliata presto e ho deciso di andare a scuola prima. Così magari posdo ripassare i compiti prima dell'inizio delle lezioni. A quest'ora non ci sarà nessuno, quindi sarò un po' più tranquilla.
Vi voglio bene.
-Teira"

Ricordo di aver scritto queste parole nel biglietto. Dopodiché, lo appesi al frigorifero con una calamita e, con lo zaino in spalla, uscii.

La scuola era deserta.
C'ero solo io, e questo per me fù un vantaggio. Per la prima volta nessuno mi avrebbe detto cattiverie su ciò che facevo, almeno per ora. Era solo questione di tempo prima che gli studenti cominciassero ad arrivare. Perciò, dovevo sfruttare quel tempo di quiete nel mioglior modo possibile.
Mi sedetti in un angolino del cortile e cominciai a leggere un libro: The portrait of Marcov.
Era un libro di genere horror ed era il mio preferito fra tutti gli horror che avevo letto.
Parlava di un campo religioso che in realtà è un'area su cui si fanno esperimenti con cavie umane. Tali esperimenti fanno sì che, iniettata una dose di liquido al paziente, esso cominci a mostrare segni evidenti di follia e cannibalismo, iniziando a uccidere, squartare e mangiare altri suoi simili. Si dice sia tratto da una vecchia leggenda, che forse avrebbe anche un piccolo fondo di verità.
Appena lo comprai me lo lessi e rilessi molte volte.

Passarono alcuni minuti, e sfortunatamente, la mia quiete fu interrotta da.... Katrina...
Si avvicinò a me con un'aria amichevole e si sedette accanto a me. Chiusi il libro e mi voltai verso di lei.

Lei mi guardò e con tono dispiaciuto cominciò a dirmi:

-Ehy Teira. Senti mi dispiace per ieri. Ho esagerato un po'.... Che ne dici se per rimediare ti invito alla mia festa. Stasera do una festa in maschera, quindi vieni a casa mia con un costume-

Io la fissai senza dire niente, poi le feci un timido sorriso e lei ricambiò e se ne andò dalle due amiche.
Per un certo verso, ero felice.

Quella sera, mi misi il costume da Ticci Toby. Ero felice che qualcuno tra tutte le persone ch emi facevano del male, avessero finalmente capito come mi sentissi.

-Oh Teira! Sei splendida!-
disse mia mamma appena mi vide scendere le scale.

-Ricorda, non fare troppo tardi e se c'è qualcosa che non va, chiamami. Divertiti!-

Salutai mia madre e mi diressi verso la casa di Katrina.

Appena arrivai dentro casa... Non c'era nessuno... Non riuscivo a capire, dov'erano gli altri?
Sentii la voce di Katrina chiamarmi da dietro.

-Teira... -

Mi girai...

Mi ritrovai tutta la scuola, vestita elegante, a ridere di me e scattarmi foto, Katrina compresa.

-Che stupida! Credevi davvero che volessi diventare amica di una sfigata come te?!-
disse Katrina ridendo.

Scoppiai in lacrime.

Cominciai a correre verso casa, piangendo e cercando di chiamare mia madre per raccontarle tutto, ma.... Aveva il telefono spento...
Che strano..

Tornai a casa con il mascara colante, e ciò che mi ritrovai mi sconvolse...

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