-Sbrigati Kessi, non posso fare tardi a lavoro!- urla mia madre.
Ha insistito molto perché oggi mi accompagnasse a scuola ed io ho ceduto.
Prendo lo zaino e corro verso la macchina.
-Eccomi- dico col fiatone, come se avessi appena fatto una maratona olimpionica.
-Ci ho pensato- mia madre si schiarisce la voce mentre ci dirigiamo verso scuola.
-Per la festa di stasera, intendo- dice, aspettandosi una mia reazione.
Quando è venuta a prendermi a scuola non era molto entusiasta, soprattutto dopo che il preside le ha parlato e le ha detto chissà cosa sul mio comportamento.
Alla fine, dopo un lungo e noioso discorso sul fatto che non devo alzare le mani e che devo essere più educata, ha deciso di non mandarmi alla festa di Halloween.
Sinceramente mi ha fatto un grande favore, non ho nessunissima voglia di rivedere quel deficiente di Jhon e di ritrovarmi in una casa piena di stupidi adolescenti in calore.
-Puoi andarci. Ho sperato per anni che tu iniziassi a fare le cose come una ragazza normale ed ora non posso buttare tutto all'aria solo perché hai menato un tuo amico- continua, dopo aver capito che non avevo nessuna emozione da esternare.
-Lui non è mio amico e non l'ho menato. Ho solo tirato un pugno ad un deficiente- ribatto, infastidita dalla sua convinzione.
-Ed hai risposto male al preside. Dio mio Kessi, non credevo che il trasferimento ti avrebbe cambiata a tal punto-
-Il preside ha gonfiato tutta la storia, mamma-
-E allora dimmi la tua versione-In tutti questi giorni non me l'ha mai chiesto, non abbiamo parlato molto.
Stavolta devo essere io a fare un passo indietro.
-Quel ragazzo, Jhon, è il mio vicino di banco durante l'ora di fisica, si è avvicinato troppo a me, io non ci ho visto più e gli ho tirato un pugno. Poi ci hanno mandato in presidenza e il preside ha ascoltato solo lui dato che i suoi genitori versano migliaia di dollari all'anno per la scuola. Jhon trattava il preside come se fosse il suo zerbino e io ho perso la calma, sai che odio la gente che si fa mettere i piedi in testa. Il preside ovviamente era dalla parte di Jhon e i quattro giorni di sospensione li ho avuti solo io. È un'ingiustizia mamma- concludo, molto generica.
Lei sospira.
-Non lo sapevo, avrei dovuto ascoltare anche la tua versione. Se le cose stanno così, per quello che hai fatto, sei già stata punita abbastanza- ferma la macchina perché siamo arrivate a destinazione.
-Non credo sia una punizione tanto crudele non venire in questa gabbia di matti per qualche giorno- le sorrido e finalmente vedo il suo volto rilassarsi.
Mi avvicino e la abbraccio, lei viene colta un po' di sorpresa ma ricambia subito.
-Ti voglio bene mamma-
-Anch'io tesoro--Dai, ora vai sennò faccio tardi- mi sorride.
-A stasera- le dico, una volta scesa dalla macchina.-Oh no, tu stasera hai una festa- ammicca e riparte, senza darmi il tempo di rispondere.
Come farei senza di lei.
Mi avvio verso scuola e dopo un'eternità arriva l'ora di uscire.
Aspetto che tutti escano dalla classe di geologia così che i corridoi si sfollino prima che io esca.
Sono impegnata a guardare l'esposizione di pietre del professore quando qualcuno mi tocca la spalla facendomi spaventare a morte.
Poi sento la sua risata e subito sul mio volto appare un sorriso ebete.
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Don't leave me alone
RomanceKessi non ha mai avuto niente dalla vita, e ciò che aveva di bello le è stato tolto, non ha interessi, non ha passioni, non ha più nemmeno i sogni. Si è creata una sua maschera, fredda, distaccata, e l'unica cosa che teme, è che qualcuno possa scop...