LA SCOMPARSA 11

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Perfetto, il mio piano era quello di tentare di smuovere il più possibile quella dannata leva con i miei piedi affinché essa faccia aprire il portone sul retro del furgone,in modo tale che io potessi buttarmi in strada in un momento in cui la velocità in cui ci stavamo movendo era fattibile per fare tutto....

Notai per un istante che il furgone si era fermato e li pensai che era arrivato il momento di agire, iniziai a dare calci a quella leva per azionarla e il portellone del furgone si aprì, così decisi di rotolare e buttarmi in strada.
Ma sfortunatamente il furgone si era fermato perché avevamo raggiunto la destinazione ancora a me ignota... rotolai e caddi a terra ma i due tizi che guidavano ovviamente me se accorsero,così mi alzarono da terra e mi rimisero di nuovo dentro al furgone....stavolta però mi ci lasciarono per circa una decina di minuti... mentre ero lì a pensare sul cosa potesse accadermi sentivo i due tizi e mio padre parlare a voce abbastanza alta,quasi come se stessero discutendo...ma non riuscivo a capire... l'unica cosa che so per certo è che ad un tratto sentii qualcuno correre e "andarsene" diciamo....

Nel frattempo pensavo anche se cosa ne avrebbero fatto di me una volta che mi avessero fatto scendere dal furgone...magari volevano uccidermi perché sapevo qualcosa che non dovevo sapere(?) o magari perché volevano semplicemente che mi allenavo con loro per un qualsiasi scopo(?) tantissime idee mi passarono per la testa,ma ad un tratto l'apertura dello sportello interruppe il mio piccolo momento di riflessione...

Quando si apri' lo sportello, mio padre e uno dei suoi "scagnozzi" mi presero in due portandomi via dal furgone... mentre loro mi stavano portando non so dove, non riuscivo a fare a meno di guardare intorno a me... anzi intorno a noi... c'erano solamente alberi alberi e alberi...
Dopo quasi 10 minuti arrivammo in una piccola e malmessa casetta fatta di legno che credo si tenesse in piedi per miracolo...
Una volta dentro, mi misero sdraiato sopra un lettino simile a quelli che hanno in ospedale quando devono visitarti...
Iniziarono a bloccarmi legandomi il più possibile a quel lettino se non fosse che mi tolsero il nastro adesivo dalla bocca.
Decisi allora di rimanere il più calmo possibile in modo tale da poter conquistare la loro fiducia,e in un momento adesso iniziare ad urlare per chiedere aiuto.
Una volta che mi era stato tolto il nastro,mio padre mi guardava dritto negli occhi...ma senza dire una parola.
A quel punto decisi di provare a parlare e chiesi dove era finito l'altro tizio che era lì con loro prima, e dopo un lungo silenzio infernale mio padre disse che se ne era andato perché non riusciva a tollerare lo"stress" dovuto a ciò che stavamo facendo.

Dopo ciò, mio padre e il tizio andarono in un altra stanza per parlare da soli...
Io rimasi li a fissare il vuoto nella speranza che tutto sarebbe andato per il meglio... ma appena pensato ciò  mio padre venne da me e vidi che aveva un paio di manette in mano, me ne mise una in un polso poi arrivo' l'altro e mi libero' dal lettino con molta violenza,facendomi addirittura cadere a terra.
Mi presero e con la forza mi obbligarono ad entrare in una stanza che si trovava esattamente al piano di sopra
Una volta li mi fecero entrare in una stanza e mio padre chiuse l'altra parte delle manette in un gancio fissato nella parete della stanza, mi rimisero il nastro sulla bocca e se ne andarono...lasciandomi solo in quella dannata casa che nemmeno sapevo dove si trovava di preciso....

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 06, 2019 ⏰

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