L'acqua calda della doccia mi calma i nervi, tesi per colpa di tutte le domande e le paranoie che il mio cervello continua a formulare.
Specialmente in questo momento, davanti allo specchio a fissare la mia faccia piena di goccioline. I capelli bagnati che mi ricadono a ciocche sul collo, e il corpo coperto dall'accappatoio di Dylan.Osservandomi, non riesco a fare a meno di notare, come ho sempre fatto, le imperfezioni del mio viso, del mio corpo e del mio modo di essere.
Non sono perfetta, ma Dylan dice di amarmi e me lo dimostra continuamente. Mi fa sentire amata, mi fa sentire speciale e perfetta. Perché non mi importa essere bella agli occhi degli altri, mi bastano i suoi.Il nostro problema, a quanto pare, è la sincerità.
Non ho molti termini di paragone, ma presumo che, per ogni rapporto, la sincerità sia fondamentale.
Mi nasconde delle cose, forse nemmeno rendendosene conto, ma io vorrei potermi fidare di lui ciecamente.Insomma, non dico che non mi fido di Dylan; so che non mi farebbe mai del male fisicamente né intenzionalmente, lo si capisce da tutte le volte in cui si pente di ciò che dice e pensa di essere un mostro. Solo, vorrei poter capire il perché ci sono cose che ancora non mi dice, come per esempio il fatto di avere un fratello.
Nonostante siano piccole cose, ho paura che ci possa essere dell'altro che non mi dice e se continueremo così non andrà a finire bene. Non voglio dover scoprire cose che mi distruggerebbero completamente.
Non voglio perderlo.
Mi asciugo in fretta, metto una mutanda e infilo il leggings di ieri sera, per poi indossare una felpa di Dylan, senza preoccuparmi di infilare il reggiseno, tanto non devo uscire e sono a casa.
Sistemo il bagno ed esco fuori, dopo essermi legata i capelli in una crocchia umida.
Sento dei mormorii provenire dal salotto, perciò percorro il breve corridoio e raggiungo i due fratelli tatuati seduti sul divano.
<<Oh, buongiorno cognata.>> Mi saluta Ryan.
È meno inquietante, con la luce accesa. Ha l'aria divertita, e, più che intimorirmi, adesso sembra piuttosto dotato di senso dell'umorismo.<<Buongiorno.>> Borbotto, svoltando verso la cucina, aperta sul salotto.
Apro il frigorifero e afferro il cartone del latte.Pochi minuti dopo, mi siedo sul divano, con in mano la tazza dei cereali, ad osservare Dylan e Ryan, in attesa.
<<Allora?>> Chiedo, masticando.
Dylan sospira, alzando gli occhi al cielo, per poi guardare Ryan. Gli fa una specie di cenno, con gli occhi sgranati.<<Ok, ho capito. Levo le tende.>> Si alza il ragazzo, ridacchiando.
Afferra la giacca in pelle che portava ieri notte e si ferma con una mano sulla maniglia della porta d'ingresso, voltandosi verso di noi.
<<Se può valere qualcosa, mi dispiace avervi fatto litigare. Non sapevo di te, principessa.>> Fa l'occhiolino, mentre Dylan sbuffa e io accenno un sorriso.<<Se fate pace e finite con lo scopare, usate le protezioni, bimbi.>> Ride e corre fuori, prima che suo fratello possa tirargli dietro qualcosa.
Mi giro verso Dylan, appoggiando la tazza vuota sul pavimento accanto al divano, in attesa che lui dica qualcosa.
DYLAN
Sospiro, passandomi nervosamente una mano tra i ricci scuri.
Chiudo gli occhi per qualche secondo.Non avrei mai immaginato di dover raccontare tutta la mia storia a qualcuno, un giorno.
<<Hol. Comincerò dall'inizio, ok?>> Mormoro, guardando la bionda di fronte a me.
Lei spalanca gli occhi. <<V-vuoi raccontarmi della tua famiglia?>> Chiede sbalordita.
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𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)
Любовные романыHolly, un passato da dimenticare, un presente difficile che vuole solo lasciarsi alle spalle e complessi mentali diventati ormai un problema che la tormentano notte e giorno. La sua vita non è mai stata semplice e non lo è tutt'ora. Nonostante la pa...