Capitolo 59

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<<Oh, ma allora vaffanculo.>> Sbotto, tirando la penna contro al libro, dopo che nemmeno l'ennesima equazione mi è riuscita.

Sbuffo rumorosamente, cercando di non iniziare ad urlare, perché potrei avere una crisi di nervi tra poco.

Sono seduta sul divano, con il libro sulle gambe e il quaderno sopra di esso e sono già due ore che insulto la matematica in ogni modo possibile, mentre Seth ride e Kev mi guarda incuriosito, distraendosi dai cartoni animati.

Ieri Dylan mi ha raccontato del suo passato e, sinceramente, nemmeno immaginavo che avesse potuto passare un'infanzia del genere, per certi versi molto simile alla mia, se escludiamo il fatto che, a lui, è stata la madre a rovinargliela, mentre a me mio padre.

Ora, mi rendo conto di quanto il mio ragazzo sia forte. E non perché non ha versato nemmeno una lacrima mentre mi raccontava dei periodi peggiori della sua vita, bensì per tutto quello che ha dovuto passare fin da subito, senza essere preparato, senza che gli fosse data la possibilità di provare almeno pochi anni di un'infanzia normale.

Dopo il nostro meraviglioso momento sul divano, siamo andati a farci una doccia e poi siamo passati dai ragazzi, di fronte.
Ryan ci ha raggiunti, presentandosi a tutti, tranne che a Tyler, naturalmente.

Adesso, il maggiore degli Anderson è andato da Roxanne e Lorraine, mentre gli altri sono tutti a lavoro e Kylie si prepara per un esame, facendosi aiutare da Logan, dal momento che studiano per la stessa facoltà: psicologia.

Riprovo a svolgere l'esercizio, che ovviamente non viene, perciò sbuffo rumorosamente e sbatto la faccia sul quaderno.

<<Seth!>> Mugolo, lamentandomi, mentre l'ossigenato ride.

<<Fa' una pausa, piccolo genio.>> Ridacchia, uscendo dalla cucina con un bicchiere di succo in mano.
Me lo porge e lo ringrazio, accantonando il libro di matematica e concentrandomi sul bizzarro cartone animato sul quale Kevin è concentrato.

Finisco di bere il mio succo e vado a posare il bicchiere nel lavandino, appena il mio cellulare inizia a squillare.
Mi ci fiondo letteralmente sopra, sperando in una chiamata da parte di Penny, la proprietaria della tavola calda per la quale ho fatto il colloquio, quella che porta il suo nome nell'insegna.

Rispondo, senza nemmeno guardare il nome sul display.
<<Pronto?>> Chiedo, ansiosa.

<<Holland Stevens?>> Mi chiede la voce di una donna, che riconosco essere, appunto, Penny.

Mi mordo il labbro, annuendo. <<Si, sono io.>> Inizio a saltellare leggermente.
<<Sono Penny, la proprietaria della tavola calda di fronte al negozio di tatuaggi sulla via per la scuola superiore pubblica principale. Hai fatto un colloquio qualche settimana fa, ricordi?>> Fa lei.

<<Oh, si, certo!>> Esclamo. La sento ridacchiare.
<<Bene. Scusa l'attesa. Se non hai già trovato altro, sei dentro per un mese di prova. Puoi iniziare lunedì.>> Mi informa.

<<Oh, certo! Oddio, va benissimo. Grazie mille, Penny.>> Sorrido, cercando di non urlare.

Lei ridacchia, ci salutiamo e chiudo la chiamata.
Lancio il telefono sul divano e mi giro verso Seth, saltellando e sbracciandomi.

<<Mi hanno assunta!>> Urlo, euforica. Seth sgrana gli occhi.
<<Dobbiamo festeggiare, biondina!>> Urla con me, mentre lo abbraccio, saltellando.
Lui saltella con me, sollevandomi da terra e facendomi girare, mentre rido.

<<Oh Dio, ancora non ci credo!>> Mormoro, con il cuore che batte forte.
Lui ridacchia. <<Farai part-time?>> Mi chiede.
Annuisco.
<<Non sono molte ore a settimana, dal momento che ho la scuola, ma riuscirò ad arrangiarmi. Ho messo da parte i soldi vinti con le scommesse e non è una brutta cifra, devo ammetterlo, ma con le mance e lo stipendio, finalmente comincerò a risparmiare seriamente. >> Sorrido. Lui mi imita, annuendo.

𝐋𝐈𝐅𝐄𝐋𝐈𝐍𝐄. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora