«Perché mi serve un album di fotografie?»

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«E ora il mio regalo» disse Charlie, porgendogli una busta.
Dentro c'era la fotocopia della rata con scritto di traverso: "Perché la vostra casa sia ancora più vostra".
«Sei stata tu allora!» disse Gabriel, sorridendole con affetto.
«Non proprio» ridacchiò Charlie. Gli si avvicino e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
Sam continuava a spostare lo sguardo tra Charlie e Gabriel, cercando di capirci qualcosa.
Lui si mise a sghignazzare. «Ma dai! Anche il caro Donny(1)? Che dici, sarebbe contento se scoprisse che il suo conto servirà per comprare una casa in cui non ci sarà una sana famiglia tradizionale ma due "peccatori" che non hanno alcuna voglia di pentirsi?»

«Non credo proprio» ridacchiò Charlie.
«Guarda che è la volta buona che chiude internet e rinchiude anche te.»
«Prima deve beccarmi!» si vantò l'hacker. «Qualche dollaro qua, qualche dollaro là e la rata pagata è già!» canticchiò.
L'avvocato l'abbracciò stretta e le bisbigliò: «Ho apprezzato molto il tuo regalo ma non farlo più o almeno non in questa maniera. Non voglio che arrivino CIA, FBI e Caschi Blu nel mio ufficio. Ti rendi conto che dopo dovrei contare solo su Chuck e Garth?»

Sam era perplesso: nonostante tutti i loro amici fossero arrivati, Gabriel continuava a guardare la porta come se aspettasse qualcuno, chi poteva essere? Forse il padre? Da quello che aveva capito, non abitava lontano da loro ma non si frequentavano da anni, però forse Gabriel l'aveva invitato, sperando che dopo il suo successo contro Dick Roman, l'avesse rivalutato. Si ripromise di "consolarlo" a dovere appena gli ospiti se ne fossero andati...

«Così sei uno scrittore» disse Jo a Chuck, più per cortesia che per reale interesse.
«Sì e sapessi quanto questo, mi fa sentire potente!»
«Potente?»
«Sì perché, quando scrivo, mi sento Dio. Un dio capriccioso e crudele se vuoi, ma sono io che decido se i miei personaggi saranno sani o acciaccati, benestanti o miserabili, felici o disperati... Prendi questo libro» proseguì imperterrito Chuck. «Quando erano bambini, i protagonisti hanno perso la madre, uccisa da un demone, così... Ma perché te lo sto raccontando? L'unica è leggerlo!»
«Un bell'inizio tragico, direi» interloquì Charlie, unendosi alle chiacchiere. «Hai scopiazzato Harry Potter?»
«Loro non sono maghi sono cacciatori di demoni!» esclamò Chuck offeso.
«Ok, ok: Harry Potter più Buffy l'ammazzavampiri, allora» replicò la ragazza conciliante. «Chiederò a Gabe di prestarmelo. Comunque non trovate che la Rowling abbia sbagliato a mettere come protagonista della sua saga Harry Potter?»
«Che cos'ha Harry che non va?» domandò Sam.
«È un Gary Stu fatto e finito!» sbuffò Charlie. «Vince sempre lui, è il cocco di Silente, i suoi amici lo tirano fuori dai guai ma i meriti li prende soltanto lui, quando sbaglia, nessuno, a parte Piton, lo sgrida...»
«Uuh» disse Gabriel guardando in alto. «Come siamo severe con un povero orfanello.»
«So quel che dico!» s'infervorò Charlie. «Inoltre è un grandissimo cafone, maleducato e arrogante. Basta guardare la famosa risposta che dà a Piton durante il primo anno: nonostante non sapesse rispondere a una sola domanda postagli dal professore, gli ha replicato per le rime. Cavoli! Io avrei dato l'anima per frequentare quel corso e lui si permette di non aprire neanche un libro!» Scosse la testa, chiaramente scioccata da quell'ingiustizia. «Hermione doveva essere la protagonista, non essere la spalla di quel babbeo!»
«La saga di Hermione Granger...» disse Gabriel meditabondo. «Dolcezza, mi spiace dirtelo ma suona malissimo.»
Jo ascoltava un po' annoiata: perché stare chiusi in una stanza a scrivere o leggere avventure immaginarie, quando si poteva viverle cavalcando una moto? «Dai Charlie, facciamo un tuffo» le disse tirandola per un braccio.

«Ehilà Cassy!» esclamò Gabriel, sedendosi sulla sedia accanto al suo fratellino e scompigliandogli i capelli. «Raccontami che cosa hai fatto di bello.»
Chuck si era messo in un angolo a scrivere sul suo block notes, Garth stava ancora inseguendo Tricky, le ragazze e Sam si stavano divertendo in piscina, mentre il suo fratellino, come al solito, si era isolato.
«Di bello?» domandò Castiel e ci pensò sopra. «Ti ricordi che Dean mi aveva fatto vedere un film intitolato Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta
Gabriel annuì.
«Quando ho riportato il DVD al negozio, ho scoperto che c'era anche il seguito: Indiana Jones e il Tempio maledetto così l'ho noleggiato.»
Ma dai! Il suo fratellino che s'interessava a qualcosa di diverso dai soliti documentari in camice bianco. «Bene e ti è piaciuto?»
Castiel scrollò le spalle. «La storia non era male ma tutti quegli errori mi hanno rovinato la visione. C'era un fiume che visto da vicino sembrava in piena e occupato dai coccodrilli, ma da lontano era quasi vuoto e secco, il ponte che lo attraversava prima aveva due assi trasversali rotte e poi era integro, poi...»
Gabriel decise di stoppare quell'elenco di bloopers. «Cassy, come mai hai deciso di noleggiare questo film che è notevolmente lontano dai soliti tuoi soliti standard: niente cani che hanno ingoiato le dita dei loro padroni, nessun'anoressica con una forchetta in gola(2)...»
«Beh... quando ho visto che c'era il seguito, mi è venuta la curiosità di sapere come andava avanti... Poi volevo sapere perché lo chiamano Indiana, visto che il suo nome è Henry Jones Junior, ma non l'hanno spiegato» sospirò. «Avevo anche sperato che, essendo il suo secondo film, il regista sarebbe stato più attento, invece no. Probabilmente Spielberg è un dilettante che nemmeno si preoccupa... Gabriel, qualcosa non va?» domandò preoccupato vedendo che il fratello aveva cominciato a tossire in maniera convulsa.
«No problem!» riuscì a dire tra un colpo e l'altro e agitando una mano. «Mi è solo andata di traverso la saliva.»
«È troppo presto perché tu soffra di disfagia, ti capita spesso?» gli domandò, aggrottando la fronte.
«Solo quando devo soffocare le risate» rispose asciugandosi gli occhi.
«Perché devi soffocare le risate?» domandò Castiel perplesso.
«Stavi dicendo di Spielberg?» domandò a sua volta Gabriel.
«Eh? Ah sì! Dicevo che probabilmente Spielberg è un dilettante che nemmeno si preoccupa di controllare se quello che propone nelle sue pellicole abbia attinenza con la realtà. Come può ignorare che è impossibile aprire un petto con le mani per asportarne il cuore? Però anche gli attori hanno le loro responsabilità: dovrebbero ricordarsi che in una scena rimangono scalzi e quindi in quella dopo non possono indossare i sandali o che la frusta...»

Cassy aveva ricominciato con la fiumana di errori che aveva trovato nel film e Gabe concentrò la sua attenzione su Sammy che stava facendo una battaglia di schizzi d'acqua contro Jo e Charlie. Sorrise fra sé: alla fine Pamela aveva avuto ragione ed era proprio merito suo se il ragazzo era rientrato nella sua vita.


Quando la veggente era entrata nel suo ufficio a esporgli il suo problema e a dirgli che il suo precedente avvocato l'aveva consigliata di desistere perché era impossibile vincere contro Dick Roman, qualcosa era scattato in Gabriel facendogli accettare il caso, anche contro il parere di Zac e Meti. Forse si era comportato in maniera infantile ma aveva sentito proprio una gran voglia di dare una bella lezione a quegli avvoltoi che gli avevano portato via il suo Pasticcino. Quello che non si era aspettato era di ritrovarlo in aula ma com'era cambiato! I capelli tagliati corti che non gli donavano per niente, il colorito pallido, gli occhi spenti... Per fortuna...

«Gabriel? Gabriel, mi stai ascoltando?»
«Eh? Certo che ti sto ascoltando» rispose sentendosi un po' in colpa per quella bugia.
«A me non sembrava... Comunque, vorrei chiederti una cosa.»
«Dimmi pure, Cassy.»
«Tu, Chuck, Charlie e Garth siete amici, giusto?»
Gabriel annuì, chiedendosi dove volesse andare a parare il suo fratellino.
«E vi vedete tutti i giorni, tranne che nei week-end.»
«Sì, certo.»
«Dean ha detto che voleva diventare mio amico ma come facciamo a esserlo, se non ci frequentiamo?»
Ma guarda! A quanto pareva se Dean fosse arrivato, non avrebbe fatto felice soltanto Sammy ma anche Cassy. Purtroppo sembrava che il suo quasi-cognato avesse deciso di dare forfait. Stava per affermare che forse l'aveva detto soltanto per recuperare la sua amata Baby ma non voleva ferirlo e poi c'era anche da prendere in considerazione l'ipotesi che il suo amato non-aspirante-suocero l'avesse segregato in casa. «Potresti vedere se è su Facebook...» buttò lì.
«E perché dovrei cercarlo in un album fotografico?» domandò Castiel perplesso.
«Album fotografico?»
«Che altro può significare "Libro di facce"? A volte proprio non ti capisco.»
«Fattelo spiegare da Charlie che ora devo soffocare altre risate.»

*****

Confesso di non aver mai letto Harry Potter ma ho parlato con la figlia di una mia amica alla quale non è piaciuto per niente il maghetto, spiegandomi le motivazioni.
1) Donny è, ovviamente, Donald Trump.
2) Vera! Era in una puntata di "ER: storie incredibili"

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