(Vic's pov)
Dicembre 2027
C'erano notti in cui avrei voluto prendere il cellulare e fare il suo numero, anche se poi non avevo niente da dirgli.
Avrei voluto solo sentire la sua voce, ma forse poi non mi sarei accontentata di una semplice chiacchierata, e gli avrei chiesto di raggiungermi.
Non l'avevo ancora fatto, perché non volevo che mi vedesse in queste condizioni. Erano giorni che piangevo, giorni che non dormivo per più di due ore consecutive, giorni che non facevo altro che pensare a lui.
Mi mancava da morire ed era stato difficilissimo non scrivergli, non chiamarlo, anche solo per sapere come stava, se anche lui non riusciva a smettere di pensare a me, come erano andate le sue giornate e le sue lezioni di canto, se avesse mai sorriso in questi lunghi giorni.
E mi mancava perdermi nel suono della sua risata che rimbombava tra le mura e baciare le fossette che comparivano sulle sue guance.
Sarò banale, sarò ripetitiva, ma chi ha detto che capisci il vero valore di una persona solo dopo che l'hai persa, aveva fottutamente ragione.
La mia vita era un casino assurdo da quando lui non c'era. Avrei voluto che Damiano sapesse leggere il mio pensiero. Ci saremmo risparmiati tanti litigi, tante incomprensioni, lacrime e dolore.
Avevo tante cose da dirgli in realtà, ma ero sicura che, una volta che avrei avuto i suoi occhi marroni davanti, non sarei più riuscita a pronunciare mezza parola.
L'avrei invece stretto, baciato, spogliato, in silenzio, aumentando la confusione che avevo in testa.
La verità è che avevo paura. Paura di perderlo per sempre. E l'avevo capito quando tutto questo casino era iniziato.
Non l'avevo più visto, né sentito, eppure era come se fosse con me, in tutte le cose che facevo, in tutte le cose che vedevo, in tutto ciò che dicevo o ascoltavo. Ma il vuoto che aveva lasciato dentro al mio petto, quello non ero ancora riuscita a colmarlo. E non ne sarei mai stata in grado, perché quel posto era riservato solo ed esclusivamente a lui.
Avevamo già rischiato tutto una volta, ci era stato detto di non mischiare amore e lavoro almeno un milione di volte.
Ora, il problema era che io ero pronta a rimettermi in gioco. Ero pronta a rischiare tutto. Di nuovo.
«Vic?»
Sentii la sua voce sorpresa dall'altro lato del telefono.
«Damiano.»
«Stai piangendo?»
Se non ne fosse stato certo al cento per cento, ora ne aveva sicuramente la certezza, visto che le lacrime presero a scendermi a fiumi e i singhiozzi strozzati facevano sussultare il mio petto.
«Aspettami. Arrivo subito.»
***
Era da sempre stato in grado di capire i miei silenzi. Tra noi non erano mai servite troppe parole, bastava uno sguardo.
Forse aveva letto il dolore dentro ai miei occhi, o fuori, in quelle occhiaie che non si decidevano a scomparire, nelle mie guance bagnate di lacrime amare.
Per prima cosa, mi aveva abbracciata, accarezzandomi i capelli e lasciandomi uno dei suoi baci magici in fronte. Mi aveva accompagnata in camera da letto, mi aveva rimboccato le coperte come nessuno da tempo faceva per me. Aveva acceso la tv e aperto Netflix, porgendomi il telecomando.
L'avevo sentito frugare nei mobili e nei cassetti della cucina, ed era tornato con due lattine di coca-cola e un enorme pacco di patatine.
Un piccolo sorriso aveva già fatto capolino sulle mie labbra, e anche lui aveva sorriso a sua volta, soddisfatto.
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Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||
Romance«... ma è vero che abbiamo un rapporto molto intimo, siamo più che fratelli, più che amici, più che ogni cosa.» Damiano e Victoria. Victoria e Damiano. Nessuno sa quale verità si cela dietro quell'amicizia dannatamente perfetta. C'è chi ipotizza una...