apro gli occhi, sono le 5:00 del mattino, ne approfitto per vedere l'alba , non credo di averla mai vista prima d'ora, ma anche se fosse, non me la ricordo.
Scatto qualche foto con l'Instax Mini 8 , ho sempre odiato le Polaroid , è tutto troppo piccolo, e soprattutto non fa capire quanto quel momento possa essere importante per colui che scatta. Con l'Instax è diverso, si capisce perfettamente l'emozione, e ciò mi rende felice.
Attacco la foto allo specchio, e aggiungo qualche lucina.
La mia camera è molto spoglia, mi sono trasferita da poco, da quel che so , vengo da Memphis, in Tennessee.
Ora mi trovo a Portland , in Oregon.
Questa città non mi piace, ma devo abituarmi.
Sono sola ,completamente sola, hanno ucciso mio padre , durante una rapina a mano armata, mia madre mi ha abbandonata, ed è scappata in Nord Europa, credo si sia trasferita a Londra, proveniva da lì.
Mia sorella, è scomparsa, ma la troverò, fosse l'ultima cosa che faccio.
Tra mille pensieri, sono le 7:00 .
Vado a prepararmi, metto dei leggins neri, e una felpa grigia, con la scritta "no tears left to cry" messa al contrario, non so di che marca sia nè dove io l'abbia presa, l'ho trovata negli scatoloni non ancora disfatti.
Spazzolo i capelli, sono biondi e mossi.
Mi metto il mascara e fondotinta .
Prendo la giacca e lo zaino ed esco di casa.
Vado a scuola, iniziamo con una materia chiamata Biologia.
Non conosco nessuno in classe, probabilmente non sanno nemmeno il mio nome, d'altronde nemmeno io lo so, ma c'è questo nome che mi gira in testa da quando mi sono svegliata in ospedale, «Clary» forse è il mio nome.
Una voce interrompe i miei pensieri, la professoressa.
-vuole prestare attenzione signorina?- mi dice con aria arrogante.
-si scusami- rispondo con tono secco
-all'insegnante si dà del lei, non sono mica sua madre- continua lei
rabbrividisco appena finisce la frase.
-che le prende ora?-
-no nulla, è che...- non so se continuare o meno , ma è la mia storia, e non me ne devo vergognare.
-continui su- dice lei
-è che io non ho una madre- guardo in basso
-oh beh mi scusi , continuamo ragazzi- cerca di cambiare discorso e lo apprezzo molto.
-continuamo da dove eravamo rimasti, signor Johnson vuole continuare?-
-si certo- risponde lui. Ha una voce stupenda.
Le ore a scuola trascorrono molto veloci.
Suona l'ultima campanella, e tutti escono.
Mi incammino verso casa, e noto che qualcuno mi sta seguendo, d'istinto mi giro, e vedo lui.
È bellissimo.
Ha gli occhi color ghiaccio, profondi.
ha i capelli scuri, e porta l'apparecchio, il che lo rende ancora più bello.
-ehm...ciao- mi dice
-ciao, abiti qui vicino? -chiedo curiosa
-no, cioè si, cioè no- si blocca
scoppiamo a ridere entrambi.
-ti ho vista in classe, abbiamo biologia insieme- afferma lui.
-ah si, ho capito-
-ce l'hai un nome?- mi chiede lui.
Non so cosa rispondere, non so se Clary è il mio nome.
-ehm,si , mi chiamo Clary-
-bel nome, io sono Nathan-
wow , il suo nome è bello tanto quanto lui.
-non è che mi daresti il tuo numero?- mi chiede imbarazzato.
-ehm..si certo-
prendo un pezzetto di carta dallo zaino, scrivo il mio numero di telefono, (che stranamente ricordo) e glielo dò.
-grazie, ti a... ti chiamo si- scappa via
Stava davvero per dire -ti amo-?
E se il numero che gli ho dato è sbagliato?
E se non mi chiamo Clary?
troppe paranoie mi inondano il cervello.
Decido che voglio sapere di più sulla mia vita.
Vado in soffitta e apro degli scatoloni contenenti alcuni album di famiglia.
Li prendo e vado giù di sotto.
Comincio a sfogliarli, quando qualcuno mi bussa alla porta.
È una donna, media età, bassa, capelli e occhi scuri, porta gli occhiali, magra.
-salve, voleve chiederle, questa casa è in vendita?- mi chiede la signora.
-no mi dispiace- rispondo secca, e prima che lei possa aggiungere qualcosa, chiudo la porta.
Ho fatto tanti sacrifici per potermi permettere questa casa, non la venderò di certo adesso.
Torno a sfogliare gli album, e in poco tempo , ricordo tutto.
Cade una foto dalla scatola che avevo messo in bilico. La raccolgo.
Nella foto ci sono io e un altro ragazzo, ma mi sembra di averlo già visto.