Prologo ~parte 2~

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Le prime luci dell'alba, che entrano dalle vetrate della mia stanza, raggiungono il mio viso e mi costringono a svegliarmi. Mi siedo sul letto a contemplare lo stesso panorama che ammiro da quando ho comprato questo Hotel, dopo averlo salvato da un fallimento sicuro. Perché le giornate a Miami devono essere sempre così radiose? Di certo per rovinare il sonno.
E'ormai arrivata l'ora d'alzarmi. Sono pronto: indosso il mio solito abito blu notte, prendo la ventiquattrore e mi precipito all'ascensore. Sto controllando i miei impegni mentre aspetto quel dannato aggeggio: ore 09:00 meeting con i cinesi, ore 12:00 consiglio d'amministrazione, ore 13:30 pranzo con Dez. Un attimo! Sgrano gli occhi per leggere bene. Come è possibile che la mia segretaria abbia messo il pranzo con Dez a distanza di 90 minuti dal CDA? Oggi dobbiamo discutere della fusione è ovvio che non ci basteranno novanta minuti. Le porte dell'ascensore si aprono, finalmente. Mi posiziono al suo interno e penso che, quando arriverò in ufficio, dovrò fare quattro chiacchiere con Gill, eppure l'avevo assunta perché mi era sembrata in gamba. Ma poi mi focalizzo su Dez, conoscendolo non mi stupisce che, dopo mille telefonate, a cui non ho risposto, abbia trovato il modo di vedermi.
Sono arrivato alla hall dove mi attende Terence, il mio autista, per portarmi in ufficio. Salgo sulla mia Bugatti e arrivo in meno di quindici minuti sotto all'enorme palazzo che fa da sede alla mia azienda. Apro la porta del mio ufficio e chi ci trovo? Mia madre!
Eccola lì nel suo tailleur rosa degna della gran signora che l'ho fatta diventare. Pronta a farmi una delle sue solite ramanzine, sul fatto che non vado mai a trovarli, che lavoro troppo e dovrei dare più spago alla vita sociale. E pensare che sei anni fa, erano loro a volermi dietro questa scrivania facendomi rinunciare al mio sogno più grande: la musica.
<< Di buon'ora! >> la sua voce è calma, ma io so che è venuta qui per qualcos'altro, quindi cerco di liquidarla il prima possibile << ciao mamma! Scusa ma non ho molto tempo >> dico chiudendo la porta e appoggiando la ventiquattrore sulla scrivania.
<< Ci avrei giurato! Ma non preoccuparti non ti ruberò molto tempo; sono solo venuta per ricordarti di questa sera >>
Bingo! Ecco il suo scopo, la cena. Il fatto è che non mi va proprio di andare a quella cena di famiglia con i miei genitori. Ogni volta che siamo a tavola, mio padre non fa altro che darmi consigli gratuiti su come fare il mio lavoro, questo mi urta così tanto che finiamo sempre per litigare. Come l'ultima volta. Solo che l'ha davvero combinata grossa.
<< mamma ho molto lavoro da terminare: la fusione, l'inaugurazione... >> inutilmente cerco di trovare una scusa, ma mia madre non la beve e ribatte << Austin! Non prendermi in giro. So che non vuoi venire per quello che è successo l'ultima volta, ma tuo padre è pentito >> mi prende la mano e il suo calore se pur confortante non mi convince, così la ritiro e le rispondo << Mamma. Adesso devo andare. >> prima che lei possa controbattere, continuo<< per la cena ci penserò, ma non credo di riuscire a venire >>. Prende la sua borsa dirigendosi alla porta. Si gira per salutarmi con un sorriso e va via.
Finalmente resto solo e ho il tempo di ricontrollare i termini della fusione.
Sono ormai le 13:45, sto aspettando Dez al tavolo del ristorante, sorseggiando un aperitivo. Spero solo che arrivi in fretta, perché come avevo previsto il CDA delibererà questo pomeriggio.
<< Come butta, amico? >> la sua voce mi fa alzare gli occhi dal prosecco. E' sempre così sprezzante e sereno, anche se lavora tanto, ma del resto il suo lavoro gli piace. Come lo chiama lui? Già, "film-maker".
<< Ciao Dez >> sono felice di vederlo e non sono più arrabbiato con lui per aver carpito con la forza un appuntamento alla mia segretaria. Ma questo lui non lo sa, per questo lo guardo con aria indifferente.
<< Sei arrabbiato o nervoso? >> mi chiede con la sua solita faccia tosta. Pur sapendo il motivo del mio comportamento, mi sta sfidando a perdere le staffe<< Sono arrabbiato. Quando Gill ti dice che non posso liberarmi vuol dire che è così. Quindi non insistere fino a farla sfinire. >>
<< Uno, se tu rispondessi alle mie telefonate non arriverei a sfinire Gill. Due, se fossi davvero impegnato perché sei qui a pranzo con me? >> ecco il suo sopracciglio inarcarsi con aria vittoriosa. Si rilassa sulla sedia e poi continua << Comunque sono venuto a parlarti di un favore che dovresti farmi >>
Il cameriere si avvicina a noi e prende le nostre ordinazioni, quando va via annuisco alla sua frase << Dimmi. >>
<< Tu conosci Taylor Swift? >>
<< Sì >>
<< Bene! Devo girare il suo prossimo video qui a Miami e ho intenzione di farla alloggiare nel tuo hotel >>
<< Bèh! Qual'è il problema? Non potevi chiamare Dallas? >>
<< Devi procurarti una sala musica per permetterle di provare. Non vuole uscire ed io le ho già detto che il tuo hotel ne è fornito >> dice tutto d'un fiato.
<< Cosa hai fatto? >>  sto per strozzare il mio migliore amico, per aver mentito ,solo per compiacere una star capricciosa e per aver aumentato i miei problemi. Ma ,incurante della mia reazione e del problema che mi ha creato, ribatte << Austin! Vuoi vedere che non esce una stanza? >>
<< Dez! E' già tutto deciso. Tu non ti rendi conto di quello che hai fatto. Falla alloggiare in un altro hotel. Mi dispiace. >> Incredibile! il suo menefreghismo non ha limiti. Anche adesso che gli sto dicendo di no, sembra che il problema non sia suo ma solo mio.
<< Non posso arriverà domani e non troverò mai un hotel con queste caratteristiche libero entro domani >>
Ecco. Mi ha incastrato alla grande. Sa che non lo lascerei mai nei guai. Prendo il cellulare e chiamo Dallas << Ames?.... Sono Moon....Dovresti allestire l'ala ovest come sala da musica........Sì! Lo so, ma mi fido di te e ti lascio carta bianca, basta che sia pronta entro domani pomeriggio >> finisco il pranzo con questo rompi coglioni e ritorno in ufficio per riuscire alle 20:00. Ho deciso di non andare alla cena di famiglia quindi salgo sulla mia Bugatti e ordino a Terence di andare al Touch Moon.

Parla William;
Salve a tutti! Il mio soprannome è William Shakespeare! Spero che questa storia vi piaccia. Pronti a scoprire il destino dei nostri protagonisti? Restate connessi per scoprirlo!

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