•Capitolo 67•

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— "I told you", James Blunt.

— "Gossip", Riki.

Come al solito vi prego di leggere l'angolo autrice🙏🏻💕

Buona lettura!! ❤️❤️💕💕


***

Avvertivo uno strano ronzio, quasi come se una zanzara mi stesse volando intorno al viso. Sentivo anche delle voci. Erano voci confuse, lontane e difficili da cogliere con il mal di testa e la pressione che stavo provando.
Avrei tanto voluto aprire le palpebre, eppure le sentivo pesanti come macigni.

"Kimberly." Una voce profonda mi giunse da vicino, come se mi stesse parlando a pochi centimetri di distanza.

Mossi le labbra, le dischiusi. "Mhm?" Mormorai assonnata, forzando le palpebre ad aprirsi. Sollevai le ciglia lentamente, ma non riuscivo a mettere a fuoco niente. Chiazze di colori indistinguibili mi avvolgevano: azzurro, bianco e nero. Battei le palpebre più volte. Sentivo qualcosa sul viso. Appena la vista si fece nitida, scorsi mia madre e papà al mio lato destro.

Con sconcerto e confusione mi resi conto che la mamma stava piangendo e papà la stringeva a sé, un braccio dietro alle sue esili spalle come se stesse cercando di consolarla. Lui, invece sorrideva guardandomi. Un sorriso di sollievo e gratitudine.

Abbassai lo sguardo e mi resi conto che avevo una maschera per l'ossigeno. C'era anche una flebo alla mia destra. Mi trovavo distesa su un letto, sotto ad una coperta bianca e anonima. Mi guardai intorno, rendendomi conto che qualcuno alla mia sinistra mi stava stringendo la mano.

"Kimberly... Sei sveglia."

Era la stessa voce che avevo sentito poco prima. Stavolta, però la riconobbi all'istante. Il cuore mi si inceppò in pieno petto, prima di partire e battere in modo frenetico, agitato.

Andrew lasciò ricadere il proprio viso nell'incavo del mio collo, bagnandolo con le sue lacrime. I suoi morbidi capelli neri, scompigliati e ricci, mi sfioravano il mento, ora sulla sua testa.

Il suo profumo famigliare, il fatto che quando allungai una mano libera per toccargli le ciocche scure riuscissi a sentirlo, il semplice fatto che fosse qui... mi fece salire le lacrime agli occhi. Crollai come se dentro di me si fosse appena aperta una diga. Le lacrime cominciarono a scorrermi lungo le guance senza alcun freno.

Tutto quello che era successo mi colpì la mente e il petto. Rievocai l'immagine di Liam che alzava la mano, la quale stringeva la pistola. Mi ricordai dello sparo. Rividi me stessa partire in corsa e spingere Andrew da parte. Ricordai il dolore totale e spaventoso provato quando la pallottola mi aveva colpita. E mi resi conto che niente era confrontabile al dolore che mi aveva trafitta nel momento stesso in cui gli occhi addolorati e spaventati di Andrew mi erano scivolati addosso, fino al mio viso. La sua disperazione mi aveva distrutta.

E adesso era qui, accanto a me.

L'emozione che provai fu totale ed intensa, come se all'improvviso pioggia fresca avesse cominciato a gocciolare lungo il mio corpo accaldato. Era una sensazione piacevole, rassicurante e potente al tempo stesso. Potente come un tuono nel bel mezzo di un temporale.

Andrew stava piangendo e anch'io. Lo strinsi a me, sollevando le braccia e cingendogli le spalle larghe. Notare che indossava una maglietta nera, per qualche ragione, mi fece sorridere. Come se il mio gesto lo avesse scosso ulteriormente, fu travolto da singhiozzi silenziosi e incontrollabili.

"Andrew.." Cercai di richiamarlo, la voce tremante. Riuscivo a sentire i suoi battiti, forti e chiari contro i miei. "Va tutto bene adesso".

Quando qualcuno mi accarezzò la guancia, alzai gli occhi per rendermi conto che era stato papà a farlo. Mamma si precipitò da me e Andrew si fece da parte, gli occhi rossi e gonfi che continuavano a guardarmi.

The bad boy's loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora