ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴠᴇɴᴛɪᴛʀᴇ

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Jimin aprì le palpebre e vide solo il buio. Sbadigliò leggermente e si mise a sedere, quindi si passò le mani sugli occhi e li stropicciò con i pugni chiusi. Si sentiva stanco ed era come se la sera prima avesse mangiato i mattoni, a causa del peso che aveva sul petto. Però sapeva bene cosa – o, meglio, chi – era la causa di quella brutta e strana sensazione. Gli bastò pensare alla loro litigata del giorno prima per farlo ancora peggio.

Quando i suoi occhi si abituarono al buio che appesantiva la sua camera, posò lo sguardo sul letto di Yoongi e sorrise vedendo come dormiva beato tra le braccia di Jungkook. Almeno lui aveva trovato qualcuno da amare e che, soprattutto, lo amasse quanto lo amava lui stesso. Jimin si chiese quanto avrebbe dovuto aspettare per trovare una persona così; si domandò anche se l'avrebbe mai trovata. Iniziava a dubitarne.

Sospirò sconsolato e si alzò dal letto. Taehyung era la parte più bella di lui, ne era sempre stato convinto, ed ora che l'aveva abbandonato si sentiva fin troppo vuoto. Calzò le ciabatte e comminò svogliatamente fino al salotto. Si aspettava di essere investito e accecato dalla luce del sole e dalle grida dei suoi amici, invece era tutto stranamente silenzioso e buio. Aggrottò le sopracciglia quando notò che le persiane della finestra erano completamente chiuse. Si avvicinò alla portafinestra del salotto che dava sulla terrazza e la aprì, rabbrividendo per il freddo. Notò che il cielo si stava colorando di rosa: era l'alba.

Jimin si voltò e si guardò intorno, alla ricerca di qualcosa per ripararsi dal freddo mattutino: non voleva ammalarsi di nuovo. Prese la coperta che qualche giorno prima si era ritrovato addosso mentre dormiva sul divano. Un pensiero gli passò per la mente: Taehyung era l'unico in casa, quindi solo lui poteva averlo fatto. Ma perché?

Scosse il capo per scacciare tutte quelle ipotesi che gli avrebbero solo fatto più male, quindi circondò il corpo con la coperta, per poi uscire in terrazza. Si avvicinò alla ringhiera e sorrise vedendo Seoul animarsi lentamente: c'erano ancora poche macchine che viaggiavano nella strada, però le finestre dei vari appartamenti stavano cominciando a illuminarsi, segno che qualcuno si stava svegliando. Il suo sguardo si posò sulla fontana in mezzo al parco e, ripensando a quella ragazza, si ritrovò a sorridere dolcemente. Avrebbe tanto voluto rivederla per raccontarle gli ultimi scoop.

Sospirò per la terza volta da quando si era svegliato e chiuse gli occhi, lasciando che il vento accarezzasse il suo viso con dolcezza, come era solito fare Taehyung quando era triste o quando avevano appena fatto pace. In quei casi lo abbracciava e gli diceva: «Mi sei mancato», anche se aveva passato solo poche ore senza di lui.

Jimin, che dopo la confessione della sera prima aveva la mente più libera, si chiese come avesse fatto a fingere così bene che gli importasse qualcosa di lui. C'erano due possibilità: che Taehyung in fondo tenesse davvero a lui, oppure che fosse una persona di merda – ma proprio di merda – e un abilissimo bugiardo, e si ritrovò a sperare che fosse la prima opzione.

I primi raggi del sole illuminarono e scaldarono, anche se di poco, il suo volto. Jimin aprì gli occhi e sorrise di fronte a quella pace. In quel momento avrebbe voluto essere con Taehyung, magari mano nella mano, ma gli bastava anche il suo sorriso genuino di fronte a quello spettacolo. Se lo immaginava lì, con la macchina fotografica a scattare foto alla Seoul silenziosa e paradisiaca che aveva davanti. Non avrebbe mai potuto immaginare che Taehyung era affacciato alla finestra della sua camera con la macchina fotografica in mano. Ma non scattava foto all'alba, per quanto fosse bella, e nemmeno alle strade di Seoul: il suo obbiettivo era Jimin, illuminato dai raggi del sole, con il viso calmo e un leggero sorriso – triste, ma anche sereno – sulle sue labbra carnose.

Fu in quel momento che Jimin iniziò a cantare. Non sapeva nemmeno lui perché, ma aveva bisogno di cantare, anche se in parte, Promise. Magari immaginando un futuro più roseo per lui e il suo soulmate, o solo per rivangare il dolore e i vecchi, ma belli, ricordi, oppure per cercare di auto convincersi che non era solo colpa sua.

HO BISOGNO DI TE, vmin kookgaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora