;; cry baby

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Nila guardò la parete, pensando che avrebbe voluto essere circondata dal bianco; colore così accecante e capace di ferire per via del suo candore prepotente. Nila provava una forte repulsione verso il bianco, allo stesso tempo però desiderava avere una connessione con quel colore che mai avrebbe potuto descriverla. I suoi occhi, appesantiti dalla luce della sala, si chiusero un attimo. Nila cercava la pace, continuamente e con una persistenza non sottovalutabile, ma nonostante questo era certa che non esistesse pace per lei. La sua vita era instabile, come la sua mente. Lei era sempre in bilico, su una corda, tra l'oblio e la perfezione. Il suo respiro, stranamente privo di alcuna accelerazione, era l'unica cosa che le sue orecchie udivano nella sala prove che aveva prenotato per allenarsi. Avrebbe voluto piangere oppure non aprire mai più gli occhi. La morte avrebbe potuto darle quella tranquillità che cercava, peccato che Nila fosse troppo attaccata alla vita e al suo fratellino.

«Voglio provare qualcosa» Mormorò a sé stessa. Odiava l'apatia che talvolta si impossessava del suo corpo. La faceva sentire una morta, una morta vivente. Così decise di lasciare anzitempo la sala prove, era certa che avrebbe reso contento il guardiano del dipartimento di danza. Nella sua testa sapeva già dove recarsi, il secondo luogo in cui poteva manifestare il suo desiderio di provare i brividi di adrenalina percorrere la sua spina dorsale. La discoteca. E fu lì che si recò dopo aver indossato un semplice tubino che le stringeva il corpo magro, il suo volto stanco era stato reso incantevole da una dose di cosmetici. Il locale frequentato dagli studenti dell'accademia e da altri studenti universitari era chic, ma non troppo elegante, pareva il luogo della perdizione e della lussuria. Il nome però non descriveva affatto la libidine, ma era una parola che Nila avrebbe affibbiato a gran parte delle ragazze: Cry Baby.

Quando entrò vide subito due ragazzi lanciarsi degli sguardi, evidentemente avevano voglia di farle perdere del tempo con noiose avance che lei avrebbe declinato con un solo sguardo altero, e così fece. Si recò nella zona bar, ignorando la musica - anzi frastuono - che riempiva il locale. Annoiata ingurgitò il mojito che aveva ordinato. Si recava solitamente in quel locale quando aveva voglia di una serata alternativa, caratterizzata dal dolce fumo di marijuana e corpi sudati. Le sue labbra rosso sangue lasciarono una leggera impronta sul bicchiere di cristallo, invece il suo sguardo lasciò una traccia sul ragazzo castano che stava ballando con Park Jimin. Non era innamorato di Taehyung? Allora perché stava palesemente cercando di sfruttare il corpo del biondo? Scosse la testa, soffermandosi piuttosto sulla sensualità che trasparivano entrambi. Sembravano voler sedurre il pubblico.

«Guarda chi si vede. La nostra etoile» Nila spostò lo sguardo dai due sulla ragazza che le aveva appena rivolto la parola. Indossava un paio di pantaloni neri, ed un top rosso che mostrava gran parte del suo seno e la pancia inesistente. La guardava maliziosamente con i suoi occhi truccati con ombretti vivaci. «E chi saresti tu di grazia? Non ti ho mai vista» La sua risposta non parve turbare la ragazza, che rise divertita, spostando una ciocca di capelli e mostrando inavvertitamente un livido scuro presente sul suo collo.

«Vedi solo Park Jimin. Dopotutto per te esistono solo rivali e mai amici, vero?» Nila guardò la ragazza negli occhi, pensando che la volesse provocare con quel tono strafottente, eppure quest'ultima pareva più intenta a guardare le sue labbra rosso cremisi. «Come ti chiami? Hai intenzione di non presentarti?» Nila sapeva che questa ragazza si fosse avvicinata, probabilmente inibita a causa dell'alcool e dall'atmosfera, con l'intenzione di approcciarla ma questo non la infastidita. Nila voleva provare sensazioni fuori dalla norma, non importava se con ragazze o ragazzi. «È così importante il mio nome? Tanto ti dimenticherai di me»

«Mi rispondi?» Domandò scocciata Nila, non avendo voglia di continuare questo giochetto, la castana vicino a lei sorrise leggermente. «Somin» Somin, sarebbe potuta tornare utile, oppure si sarebbe rivelata l'ennesima avventura di una notte. Ad ogni modo era molto bella da attrarla fisicamente.

𝐃𝐀𝐍𝐙𝐀𝐌𝐈 𝐋'𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 ||  𝑃𝑎𝑟𝑘 𝐽𝑖𝑚𝑖𝑛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora