Il telefono continua a squillare, ormai, da un po', ma Corey non ha intenzione di rispondere, nonostante si trovi a pochi passi dal divano su cui è sdraiato. Per pigrizia, più che altro. L'idea di togliersi il plaid di dosso non gli sfiora affatto la mente.
«Léon!» , grida il nome del suo coinquilino. «Puoi andare tu?»
Alex, suo fratello, sta dormendo nell'altra parte dell'abitazione e, anche se fosse sveglio, Corey non gli chiederebbe comunque di rispondere perché il ragazzino, lo sa, non si sognerebbe mai di fargli un favore.
Il castano, intento a fumarsi una sigaretta fuori al balcone, sbuffa e la spegne per tornare in casa.«Non se ne parla» , afferma. «Ho risposto le ultime dieci volte e hanno sempre riattaccato. Evidentemente, cercano te, quindi alzati e vai.»
Il rosso, seccato, si toglie la coperta di dosso e raggiunge la cornetta che, subito, solleva. La linea è disturbata.
«Chi è?» , chiede.
«Devi proteggere Evie.»
Sente il nome della ragazza e il panico lo assale. Il suo interlocutore sta usando un filtro per modificarsi la voce.
«Chi parla?»
«Se non vuoi che le facciano del male, non farla tornare a casa per Natale e tienila accanto a te. So che sarebbe al sicuro al tuo fianco.»
Corey prova a chiedere spiegazioni, ma il misterioso individuo riaggancia. Il rosso si sfrega le mani contro il volto. Il cuore inizia a battergli forte. Evie è in pericolo? Terrorizzato, si infila di corsa le scarpe e si precipita fuori dal suo appartamento senza dare spiegazioni a Léon che, confuso, prova a richiamarlo più volte.
Dall'altra parte di Nottingham, intanto, Thomas sospira e prova un mix di emozioni contrastanti. Ha fatto la cosa giusta? Crede di sì perché, forse, se Evie, come lui, tornasse a Stafford, potrebbe essere in pericolo. Mandarla in un'altra città, lontana da lui, sarebbe più sicuro. E' convinto che l'assassino di Rae voglia incastrarlo, ma non sa con certezza se voglia fare o meno del male anche ad Evie e lui non può concedersi il lusso di avere dubbi, deve proteggerla in ogni caso. Sì, chiamare Corey è stata sicuramente la scelta più saggia. Lo rende, però, triste. Sa quanto Evie desideri passare le vacanze con la sua famiglia. Le darà altre due settimane di ferie per andare a trovarla. Sì, farà così.
Mentre Thomas riflette, Corey si scontra con Gabe sul pianerottolo. Lo afferra per le spalle e gli racconta della telefonata che ha appena ricevuto. Il cugino di Evie, spaventato, decide di dargli una mano. Motivato ulteriormente dal non voler tornare a casa per Natale, compone il numero di sua zia e fa partire la chiamata.«Zia, sì, sono Gabriel» , la saluta. Corey non riesce a percepire le parole della madre di Evie. L'ansia, intanto, lo sta divorando e mille domande gli si stanno affollando nella mente. «Non possiamo tornare a casa per Natale.» Il rosso sente delle urla dall'altra parte del telefono. «E' per una motivazione valida, zia.» Corey scuote la testa. Gli sussurra di non raccontare la verità, ma di limitarsi a dire che sono stati invitati a passare le vacanze a casa di un amico. «Un nostro amico ci ha invitati a trascorrere il Natale a casa sua.» Il rosso, sollevato, sospira. «Sì, zia, è una motivazione molto seria perché questo ragazzo» , inizia a dire Gabe, squadrando Corey da capo a piedi. «Ha un braccio dolorante e Google gli ha dato una settimana di vita» , improvvisa. Corey, sconvolto, gli colpisce la nuca con uno schiaffetto. Sono nei guai. «Un dottore che ha contattato facendo qualche ricerca su Google» , cerca di sistemare la situazione. «E sai, zia, il problema non è soltanto questo. Lui è innamoratissimo di Evie.» Il rosso, imbarazzato, lo afferra per la maglietta e gli ringhia contro che non è assolutamente vero. Gabriel si libera dalla sua presa e gli sussurra di lasciarlo lavorare. «E vorrebbe passare gli ultimi giorni della sua vita con lei.» La madre di Evie parla, ma Corey, ancora, non riesce a sentire. Gabe sorride. «Perfetto, zia. Lo dici tu agli altri parenti? Verremo a trovarvi dopo le vacanze.» Il rosso, sorpreso, spalanca la bocca. E' riuscito a convincere una persona di qualcosa con le sue folli scuse. «Ah, un'ultima cosa. Evie non sa che a questo nostro amico resta poco tempo e desidera intensamente tornare a casa per Natale, quindi, chiamala e inventati una scusa che la convinca a non raggiungervi a Stafford e che le faccia accettare l'invito del suo ammiratore.» Corey gli pesta un piede e Gabe, irritato, in risposta, non abbandonando comunque la sua chiamata, gli colpisce una gamba con un calcio. «Non lo so, zia. Dille che nonna ha vinto un viaggio alle Mauritius e che partirete tutti con lei.» Gabriel, poi, sorride, saluta e riattacca.
«Quindi?» , domanda il rosso.
«Parla con tua madre e dille che a Natale avrete due bocche in più da sfamare.»
-
Da ora in poi, alcuni capitoli saranno accompagnati da questi extra in cui la storia non verrà più narrata da Evie, ma vista con gli occhi degli altri personaggi.
Oggi ho pubblicato questo extra insieme al capitolo principale, ma, la prossima volta, potrei postare un giorno un capitolo e qualche giorno dopo la parte aggiuntiva ad esso associata.
Detto questo, vi lascio. Aggiornerò la storia, come al solito, fra una settimana esatta. A presto!
STAI LEGGENDO
Gli eredi
Mystery / Thriller[Finalista dei Premi Watty 2021] [Nella longlist degli Italian Academy Awards 2021] Passato e presente si intrecciano per uno scherzo del destino quando Evie si ritrova ad avere due loschi vicini di casa, un vecchio amico e suo cugino come coinquili...