Midoriya era seduto su uno sgabello, in una stanza d'ospedale. Guardava Uraraka con gli occhi ricolmi di lacrime, che era distesa sul letto e gli stava sorridendo.
I dottori avevano comunicato al ragazzo che lei era stata vittima di un incidente stradale.Izuku non poteva essere più felice di così.
Finalmente era riuscito ad invitare Ochako a un appuntamento, era da un sacco di tempo che voleva farlo, ma la sua timidezza gliel'aveva sempre impedito.
Tuttavia, quel giorno, grazie al sostegno di Todoroki, era riuscito a chiederle di uscire. L'aveva invitata a fare una passeggiata, in giro per Tokyo. Si erano dati appuntamento davanti a una gelateria, così si sarebbero anche comprati un buon gelato da gustare all'ora di merenda.Il verde arrivò un quarto d'ora in anticipo. Guardó il suo orologio da polso: notò che era ancora presto, dunque si sedette su una panchina ad aspettare la ragazza.
Passarono i minuti e arrivò l'ora predestinata. Uraraka non era ancora arrivata, ma Izuku non pretendeva che lei arrivasse puntuale. Non si può essere sempre precisi, dopotutto era lui quello arrivato troppo presto. Doveva solo aspettare un po'.Cinque minuti dopo, il ragazzo guardò nuovamente l'orologio. La ragazza non era ancora arrivata. Erano passati però solamente cinque minuti, preoccuparsi sarebbe stato inutile, magari c'era solamente un po' di traffico. Quindi attsese ancora il suo arrivo.
Aspettò dieci, quindici, venti, trenta minuti, tuttavia la ragazza non si faceva ancora viva.
Midoriya iniziò a preoccuparsi. E se le fosse capitato qualcosa?
Si alzó dalla panchina e iniziò a camminare avanti e indietro, non sapendo cosa fare.
Non voleva tornare a casa ora, magari lei aveva solo avuto un'imprevisto e non aveva avuto tempo di contattarlo. Tuttavia, nonostante questi pensieri, aveva un bruttissimo presentimento. Aveva intuito che fosse successo qualcosa, ma non capiva cosa poteva essere stato. Provó anche a telefonarle più volfe, ma gli rispondeva la segreteria telefonica e non riceveva i messaggi.Capì cosa le era successo quando ricevette una chiamata dai genitori di Ochako.
- M-Midoriya.. Vieni in ospedale... Nostra figlia è stata invest-... -
La madre della ragazza non fece in tempo a finire la frase, che a Izuku riattaccó la chiamata a causa dello shock e corse subito in ospedale.Raggiunse i genitori di Ochako con le lacrime agli occhi. Quasi urlò, chiedendo cosa le fosse successo.
Il padre spiegò che lei aveva riferito loro che sarebbe uscita con un suo amico, e qualche minuto dopo ricevettero una chiamata dall'ospedale, che li avvisava che la figlia era stata investita.
Midoriya spalancò gli occhi, sorpreso. Era stata investita, proprio quel giorno, proprio a quell'ora.
Non sapeva se piangere o urlare dalla frustrazione. Alla fine, fece entrambi, crollando a terra in ginocchio dalla disperazione. Sperò con tutto il cuore che l'incidente non avesse fatto danni gravi alla ragazza. Anche se le sue speranze furono inutili.Qualche ora dopo, i medici finirono di operarla.
Un dottore si avvicinò e, dopo essersi assicurato che i due adulti fossero i genitori di Uraraka, disse loro: - Vostra figlia ha perso l'uso delle gambe, per sempre. Dovrà usare la sedia a rotelle per il resto della sua vita. -
Izuku sentì come se il mondo gli fosse crollato addosso. Si lasciò cadere su una sedia e scoppiò nuovamente in lacrime.Dopo che i genitori di Ochako ebbero visitato la figlia, Midoriya entró nella stanza.
La ragazza era ancora svenuta, così lui si sedette su uno sgabello e si asciugò le lacrime, aspettando che lei si svegliasse.Questo accadde un paio di ore dopo.
Midoriya si era addormentato, con la testa appoggiata sul letto della ragazza.
Ochako aprì lentamente gli occhi e si guardó intorno, confusa. Guardó il soffitto, il muro davanti a lei, il braccio destro ingessato, aveva rotto anche quello, e Midoriya, accanto a lei.
Sentì un dolore lancinante alle gambe, così gemette. Questo attirò l'attenzione del ragazzo, che si svegliò e alzó velocemente la testa. Appena la vide sveglia, spalancò gli occhi e urlò il nome della ragazza, contento di rivederla sveglia.
Lei lo guardò confuso. - Cosa ci facciamo qui? Dove sono? -
Deku esitò, poi le spiegò tutto l'accaduto, inclusa la situazione attuale delle sue gambe.
Uraraka, appena il verde finì di raccontare, abbassò lo sguardo.
"Ah" disse semplicemente.- Uraraka... Scusami... È colpa mia... Non avrei dovuto invitarti a uscire... Se non l'avessi fatto adesso staresti bene... È tutta colpa m-... - iniziò a piagnucolare Izuku, ma la ragazza lo fermò. Apoggiò l'indice sulla bocca del ragazzo sussurrando: - Non è affatto colpa tua - . Sorrise e, vedendo che il ragazzo aveva smesso di parlare, riprese il suo discorso alzando il tono della voce, togliendo il dito dalle sue labbra. - Sarei finita in ospedale in ogni caso. Il destino aveva deciso che sarebbe andata così, in un modo o nell'altro. Non preoccuparti. Verrò dimessa, prima o poi. E anche se non potrò più camminare, sarò sempre la stessa, no? - disse ridendo.
- Ma non potrai più diventare un hero... Non potrai più guadagnare soldi per la tua famiglia... -
La ragazza sospirò. - A quanto pare mi dovrò trovare un altro lavoro. - disse per poi sorridere nuovamente. - Diventa un hero anche per me, Deku! -
Il ragazzo sorrise e annuì. - Certo! -La ragazza si mostrava forte davanti a Midoriya, ma dentro era distrutta.
Quando lui uscì dalla stanza, lei scoppiò a piangere, sfogando tutta la sua frustrazione.
Non avrebbe più potuto provare la sensazione di camminare. Mai più. Sarebbe dovuta restare perennemente seduta, su una stupida sedia a rotelle, mentre gli altri ragazzi correvano, giocavano, si divertivano, si allenavano, diventavano hero...
Lei no. Lei sarebbe stata seduta perennemente su una sedia a guardarli dal basso. E, come Deku le aveva ricordato, non avrebbe più potuto guadagnare soldi per i suoi genitori come desiderava. Anzi, glieli avrebbe fatti spercare per curarla.
Ma ora era determinata più che mai a cercarsi un altro lavoro. Avrebbe guadagnato. Avrebbe fatto qualcosa anche lei.
Dopotutto, non esisteva solo il mestiere dell'eroe. Ce n'erano molti altri, e anche meno pericolosi di quello.E riguardo all'appuntamento... L'aveva perso. Aveva aspettato così tanto quel momento e aveva sprecato quell'occasione. Che stupida che era stata! Perché non aveva guardato quando aveva attraversato la strada?! Avrebbe dovuto stare più attenta! Anche l'autista, poco prima di investirla, e alcune vecchiette che passavano gliel'avevano urlato... Ma lei era sovvrapensiero. Era troppo con la testa tra le nuvole. Stava pensando a Deku.
Sperava con tutto il cuore che il ragazzo, più avanti, l'avrebbe invitata di nuovo a un appuntamento. E che gli altri sarebbero riusciti ad accettarla così com'era.
Accidenti! Perché era successo proprio a lei?!
Si asciugò le lacrime con la manica della maglia e iniziò a fissare il soffitto.
Con questi pensieri che le frullavano nella testa, si addormentó.
Sognò di correre in un grande prato verde, con il vento che le scompigliava i capelli, mano nella mano con Izuku Midoriya, il ragazzo di cui era innamorata.
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|| Don't worry || Izuku×Ochako
FanfictionUna one-shot Izuocha (Izuku Midoriya x Ochako Uraraka) dall'anime My Hero Academia.