-Sei viva?-Uno schiaffo mi risveglia e, a giudicare dal leggero dolore che sento sulla guancia, non deve essere stato l'unico.
Mi metto dritta e mi guardo intorno. Devo essermi addormentata non appena mi sono venuta a sedere su una delle poltrone a bordo piscina.
Guardo l'orologio che ho al polso e mi accorgo che sono ancora le due, mi sono riposata giusto un po' e ora mi sento più gasata di prima.
-Ma tu sei quello del beer pong?- chiedo indicando il ragazzo con un dito, sfiorando la punta del suo naso perfetto.
Lui mi prende il dito e, tremando ancora a causa dell'alcol, me lo bacia aprendo appena le labbra.
Molto stranamente, e sottolineo molto stranamente, questo gesto non mi da fastidio e, anzi, mi fa rabbrividire di piacere.
-Sono proprio io tesoro- ammicca e si avvicina a me.
-Sono Justin, tu?-
-Io no- rispondo.Tutti e due scoppiamo a ridere.
-Fai anche la spiritosa eh. C'è qualcosa che non sai fare?- il ragazzo si avvicina ancora di più e ormai i nostri volti si sfiorano.
-I cruciverba, quelli non li so proprio fare. Sono impossibili, metti qua, tre lettere là- inizio a gesticolare e a dire cose senza senso.
Il ragazzo mi osserva e non ci pensa due volte e fiondarsi sopra di me, poggia le sue labbra sulle mie ma non ho alcuna intenzione di baciarlo, e quando la sua mano va sulla mia coscia, mi torna in mente che è lo stesso gesto che mi aveva fatto Jhon.
Lui e quel sorrisino soddisfatto quando il preside mi ha punito.
Assolutamente no, caro Jhon, non l'avrai mai vinta tu.
Premo con la gamba sulle parti basse del ragazzo per levarmelo di dosso.
Lui inizia ad imprecare per il dolore ma quando si rialza io sono già nella folla all'interno della villa.
Devo riprendermi, questa non sono io, l'alcol mi sta dando alla testa.
Quel piccolo briciolo di lucidità che mi resta mi porta al piano di sopra, dove ci sono tante stanze chiuse da cui provengono gemiti di ogni tipo.
Il solo pensiero che in una di queste stanze ci sia Jeremy con la sua stupida amica mi fa rivoltare lo stomaco e inizio a sentire una sensazione forte di vomito.
Salgo altre scale e provo a cercare un bagno.
Possibile che siano tutte camere da letto?
Trovo una porta socchiusa verso la fine del lungo corridoio ed entro d'istinto.
Accendo la luce ma non trovo nessun bagno, bensì una camera enorme con un letto altrettanto grande al centro sovrastato da un armadio che copre tutta la parete.
Chiudo a chiave la porta: meglio se resto qui e mi stendo un po' finché non sto meglio per evitare di fare altri danni.
E se poi nessuno si ricorda di me?
Morirò qui, da sola, forse me lo merito.
Lui ti ha abbandonato, Jer è a letto con un'altra ragazza e tua madre ti vede come una povera ragazza da aiutare.
Forse sta con me solo perché le faccio pena ed è solo questione di tempo prima che mi abbandoni anche lei.
Sì, è senz'altro così.
-No, non ci credo- sussurro, prima che le lacrime inizino a scendere copiosamente.
-Chi c'è?- una voce maschile tuona ma io sono troppo impegnata a piangere per potergli prestare attenzione.
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Don't leave me alone
RomanceKessi non ha mai avuto niente dalla vita, e ciò che aveva di bello le è stato tolto, non ha interessi, non ha passioni, non ha più nemmeno i sogni. Si è creata una sua maschera, fredda, distaccata, e l'unica cosa che teme, è che qualcuno possa scop...