Che gli occhi vedano ciò che c'è da vedere
E che il cuore sappia rinnovare il coraggio
Perché l'occhio limpido faccia lucido l'atto,
e puro il pensiero al pugno dia forza.
La mattina era fredda come doveva esserlo ogni mattina invernale che si rispetti, il terreno era ghiacciato ed aveva appena iniziato a sgelare sotto l'effetto impietoso del fiacco e basso sole, facendo della campagna una poltiglia fangosa in cui camminare era un'impresa, mentre una lieve foschia si alzava, infastidendo gli occhi. C'era da esser grati, anche se si trattava ormai di uomini morti da centinaia di anni, a coloro che avevano costruito le strade, nonostante poi avessero abbandonato Albione al suo destino, quasi non avessero preso l'impegno di proteggerla dopo che ne avevano assunto il dominio.
Che restava ora di quella gloria, lì come oltre il mare? Rovine immense ormai disabitate e inabitabili, dove l'edera, il gelo, la pioggia e il vento, la zizzania che tutto copre, avevano preso il sopravvento, alle volte già prima che i blasfemi calzari dei barbari vi posassero il piede. Il re che, ultimo fra tutti, si era fatto carico del peso di una tale eredità, che aveva mantenuto pulite le strade, vivi i palazzi, solide le fortezze, difendendole contro uomini e mostri, era morto già da più di dieci anni; la sua spada di nuovo era affondata nel lago da cui era venuta, il suo scettro era stato raccolto da uomini immeritevoli che, tentando di strapparselo l'un l'altro, avevano soltanto spezzato la sua capacità di reggere i popoli. Non erano caduti i villaggi, non tutti ancora, non erano cadute le città, ma come si erano ridotti! Le più grandi erano per lo più cumuli di rovine da cui gli uomini prendevano le pietre per fare le loro case; le più piccole, ancora un poco solide, dipendevano quasi interamente dai pochi campi che le circondavano. Entrambe restavano mal difese con mura troppo estese per i pochi uomini pronti a difenderle dalla furia di tutto ciò che si annidava all'esterno. Per una qualche fortunata ragione i Sassoni avevano per un poco abbandonato la loro inarrestabile avanzata e si erano dedicati a meno impegnativi saccheggi che si limitavano a devastare le campagne e massacrare qualche contadino. Le strade, per lo più semi-abbandonate, resistevano ancora come opere di una fattura troppo squisita perché potesse essere spezzate da qualche secolo di incuria. Sicché gli zoccoli dei due cavalli e del mulo, invece di impantanarsi di continuo, battevano sulla roccia con regolare cadenza in un modo stranamente rassicurante, probabilmente perché essa era l'unica opera dell'uomo in vista per miglia e miglia, o forse perché la strada aveva come una sua personalità, benevola verso gli uomini, come un segno chiaro e diritto che essi potevano ancora sperare nonostante il caos che tutto circondava e divorava; o forse era semplicemente una grande comodità, una delle poche che non mancavano alla vita di un pellegrino o di un viandante. Così pensava il cavaliere dondolando leggermente la testa ad ogni passo del destriero e volgendo nel contempo gli occhi in tutte le direzioni con lentezza calcolata di modo che nulla gli sfuggisse per la pianura gelata.
Ogni tanto sbirciava sopra la spalla cosa stava facendo il ragazzino che qualche passo dietro di lui cavalcava il palafreno con gli occhi bassi ed i pensieri chissà dove. Forse un giorno avrebbe imparato che questo mondo è troppo crudele per lasciare il tempo di perdersi in fantasie nel mezzo delle terre selvagge, dove all'improvviso potevano apparire bande di briganti e tagliagole o le lunghe bionde barbe dei Sassoni con la loro solida maglia d'acciaio. Per ora la sua capacità di divagare era tale che il mulo avrebbe potuto con uno strattone liberarsi dalla presa sulle redini ed andarsene per i fatti suoi con tutte le provviste e le armi senza che lui battesse ciglio. Per fortuna la bestia era sufficientemente intelligente da capire che fuggire in mezzo al nulla in pieno inverno non era la cosa più saggia da fare, o forse si era in qualche modo affezionato ai suoi compagni di viaggio a quattro e due zampe in quei pochi mesi di convivenza e camminate continue.
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I cinque nodi
Fantasy"Io vago per queste terre, combattendo perché voi non combattiate e finché avrò fiato e respiro sarà così" il palmo della mano batté in modo fin troppo plateale sul tavolo facendolo tremare "La mia vita è stata votata a questa lotta e non mancherò a...