Invidia

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E dopo lunghe e travagliate peripezie, i nostri tre sfortunati protagonisti si ritrovarono ancora una volta a sedere su un tavolino del salone del Seven Stars Hotel, la loro tomba, il loro cimitero, da cui nemmeno l'anima avrebbe potuto più allontanarsi.
Solo le ultime speranze, gli ultimi pensieri, gli ultimi ricordi osavano ancora scavare fuori dalla fossa del corpo in cui sono condannati a rimanere fisicamente.
In un momento di così tanta calma, ormai la paura non rimaneva più: v'era solo il dubbio. Siamo infine sopravvissuti alla tempesta o c'è ancora qualche fulmine che vuole scagliarsi contro di noi?

Gli occhi vuoti di Penny Wright fissavano quel poco che rimaneva del sorriso di Raphael Wayne, mentre quest'ultimo offriva da bere alla signorina Evans, come se ancora dovesse dimostrarsi gentile con gli ospiti del suo albergo, dimenticando, tuttavia, che alla maggior parte di questi, ormai, l'unica cortesia che avrebbe potuto fare era posare dei fiori sulla loro lapide.
Quel suo cordiale e piccolo sorriso ricordava a Penny le labbra del suo fidanzato, lo sguardo sempre sorridente e le intenzioni ogni giorno cordiali dell'amore della sua vita.
Mentre svaniva lentamente la speranza di poterlo rivedere dal vivo, in carne e ossa, la sua immagine le compariva nitida nella mente: contemplava perdutamente quel suo abito elegantissimo, troppo elegante per un giornalista, eppure adatto per un bel matrimonio.
Sì, doveva essere così: il suo ragazzo sorridente le porgeva la mano davanti all'altare durante le loro nozze, attendendo il fatidico momento del "Sì, lo voglio".
Eppure non poteva essere un ricordo: Penny e Josh non si erano mai sposati. Era tutto solo un ardente desiderio? Tutto solo l'ardente desiderio della signorina di diventare finalmente una signora?
Passavano gli anni e mai aveva ricevuto una proposta di matrimonio da lui; avevano realizzato i loro sogni condivisi: dei mestieri perfetti, la convivenza, ma il sogno di lei non era mai stato esaudito.
E l'ennesima visione di lui fece capire a Penny Wright che quel sogno non si sarebbe mai realizzato.

Anche Raphael Wayne, porgendo un bicchiere di vino bianco a Amy Evans, pareva assorto in ricordi profondi, ma tutt'altro che felici.
Nello sguardo incerto della signorina Evans vedeva lo strazio della morte del loro fidanzato, vedeva la disperazione di una giovane che non aspettava altro se non sposare l'uomo della sua vita.
In quello sguardo perso, il titolare dell'albergo riosservava i bei momenti trascorsi con Ashton Lewis, nonostante questi ultimi fossero sempre dovuti essere nascosti agli occhi del mondo. Guardava l'immagine di un uomo libero di poter fare tutto ciò che preferiva, nonostante fosse vincolato alla futura promessa di matrimonio della moglie. Guardava, poi, alla sua stessa vita, la vita di un Raphael Wayne imprenditore, ricco, pieno di progetti, nonostante suo padre, nonostante la sua ira e nonostante la necessaria costrizione di nascondere completamente la sua vera identità, la sua vera natura.
Solo in quell'istante, fissando gli occhi di smeraldo di Amy Evans, Raphael capì quanto la sua intera vita fosse piena fino all'orlo di "nonostante": vivere bene, nonostante il vivere male.
Ma ormai era tardi per rimediare ai troppi "nonostante" che lo circondavano: viveva gli ultimi attimi racchiuso nel suo stesso albergo.
Vivere in una tomba, nonostante questa fosse un tempo la sua casa.

Infine vi era Amy Evans, che osservava inquieta il bicchiere di vino offertogli da Raphael, mentre pensava ancora alla morte del suo fidanzato, ma anche a come questi avesse potuto tradirla con così tanta facilità, senza che lei se ne fosse mai accorta.
Questo però non era completamente esatto: erano mesi che la signorina teneva sott'occhio il suo futuro marito.
Ricordava perfettamente quella mattina in cui giunse la fatidica lettera da Raphael Wayne; ricordava ancora più nitidamente lo sguardo insicuro di Ashton mentre la leggeva in silenzio. All'inizio forse Amy riteneva che fosse preoccupato per il contenuto stesso. Certo, sarebbe potuto essere un valido motivo: d'altronde il titolare dell'hotel stava dando loro il via libera e la sua completa disponibilità per l'assassinio del fratello.

Ed ecco così apparire un nuovo sentimento nella signorina Evans: invidia.
Era diventata invidiosa di tutto, non solo dell'amante di Ashton Lewis, ma soprattutto di tutte le macabre attenzioni che il suo ragazzo rivolgeva verso la sua maledetta famiglia e il suo maledetto fratello.
Oh, quante volte Amy Evans avrebbe voluto chiedere ad Ashton se avesse preferito sposarsi con lei oppure con la morte del fratello!
Era diventato ossessionato da questa vicenda, dal Seven Stars Hotel e dai Delitti Montgomery.
Ed Amy per questo si sentiva malissimo e si sentì ancora peggio quando Ashton la stringeva per baciarla: non sembrava amore, ma piuttosto un patetico tentativo di farle capire che, nonostante tutto, anche lei esisteva per lui.
Ma era una bugia.

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