Stamattina mi sono svegliata più stanca del solito: non credo che stare sveglia fino alle tre mi abbia aiutata in qualche modo, ma del resto non riuscivo proprio ad addormentarmi.
Ah, giusto, oggi c'è scuola.
Guardo l'orologio sul mio comodino, segna le sei del mattino. Perfetto, posso fare tutto con calma, e i miei genitori dormono ancora. Almeno non avrò il problema di farmi vedere da loro e potrò evitare le domande scomode come "Hai dormito bene?" "Sei stata di nuovo sveglia tutta la notte?" "Come mai quelle occhiaie?".Esco dalla mia camera e vado in bagno, cercando di evitare di guardarmi allo specchio; mi lavo e mi vesto.
Non faccio colazione, ormai da alcuni mesi, ogni mattina ho paura di vomitare.
Decido di uscire di casa in anticipo, prendo le chiavi, il telefono e le cuffiette, mi metto lo zaino in spalla e inizio a scendere le scale.Ora sono fuori, finalmente. Mi avvio alla fermata del tram, sperando che non arrivi troppo tardi. Fa abbastanza freddo, come del resto tutte le mattine, ma non mi importa, e anzi mi tolgo la felpa che avevo indosso: mi piace il freddo, mi aiuta a distogliermi dai pensieri.
Quando arrivo alla fermata noto subito un particolare: è vuota. È un vuoto piacevole, però, perché per la maggior parte del tempo non riesco a sopportare gli sguardi degli altri. È un vuoto che adoro.
Decido di mettere la musica: so già che canzone voglio ascoltare, purtroppo.Let Me Die.
Arriva il tram, salgo e cerco uno spazio poco accalcato. Subito noto un ragazzo dai capelli lunghi fino alle spalle, alto e che indossa una felpa blu. Mi fissa. Cerco di ignorarlo. È difficile. Provo a tenergli il gioco e a fissarlo a mia volta.
Chissà cosa ha notato di così interessante in me.
Chissà perché anche io sto credendo che questo ragazzo sia interessante.
Chissà cosa nasconde dietro ai suoi occhiali dalla montatura sottile, e dietro ai suoi occhi chiari.Spero solo che non stia passando un momento troppo difficile, spero che non stia tanto male da pensare di avere bisogno di farsi del male, o di togliersi la vita.
Spero che la sua espressione persa, il suo sguardo fisso e la sua mascella serrata siano solo una sua caratteristica, e non qualcosa che ha imparato ad usare per difendersi, dalle critiche degli altri ma soprattutto da tutto ciò che gli viene detto, da ciò che per qualcun altro potrebbe non significare nulla, mentre per lui, e soltanto per lui, ha un valore e perciò lo ferisce.
Spero che abbia degli amici e spero che lo sostengano, che ci tengano a lui.
Spero che non lo trattino male a casa, spero che entrambi i suoi genitori gli vogliano bene, spero che non abbia un padre alcolizzato e una madre che lo picchia, non potrei mai immaginare cosa si prova.
Spero che stia bene, fisicamente ma soprattutto mentalmente. Lo spero davvero.Mi fissa. Lo fisso.
Chissà se sta pensando di me ciò che io penso di lui. Chissà se sta cercando di capire qualcosa di me, o chissà se invece mi fissa perché non ha altro a cui pensare.
E intanto Let Me Die si ripete in loop. È l'unica canzone che sono in grado di ascoltare, adesso.
Distolgo lo sguardo.
Sento come se mi avesse denudata di tutte le mie emozioni, di tutti i miei pensieri e di tutto ciò che è nella mia testa, con i suoi occhi. Mi sento a disagio ma non riesco a smettere di voltarmi, per controllare che i suoi occhi siano ancora su di me. Sì, mi sta ancora guardando.
Io, invece, non riesco a sostenere il suo sguardo, quasi come se posando gli occhi sui suoi egli fosse in grado di estrapolare ogni singola parte di me, dalla più futile alla più personale.Quanto vorrei sapere più su di lui.
Quanto vorrei sapere che sta bene.
Quanto vorrei sapere che la sua morte non sarà tra uno, due o tre giorni, o settimane.
Quanto spero che viva a lungo, che sia capace di apprezzare la vita così com'è, con tutte le sue imperfezioni, con tutti i suoi alti e bassi, con tutte le sue tempeste e le giornate di sole. Che sia capace di apprezzare le ricadute allo stesso modo in cui dovrebbe essere capace di apprezzare la rinascita. Che sia capace di amare la tristezza, oltre che alla felicità. Che capisca che la vita non è sempre fantastica, anche se lo vorremmo, ma che il suo fascino sta proprio in questo, nel fatto che è piena di guerra e di pace, di odio e di amore, di problemi e di soluzioni, di caos e di tranquillità. Che è piena di ossimori e di contrasti, i quali però riescono a darsi un senso a vicenda.
Spero che lui riesca a superare tutto ciò che sta passando, qualsiasi cosa sia.
Perché non credo che stia bene. Il suo sguardo magnetico dice tutt'altro.
Mi dice che ha bisogno di aiuto.
Quanto vorrei aiutarlo.
Lo fisso di nuovo.Il tram arriva alla mia fermata, scendo.