Capitolo 1

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Il pullman andava, mentre tu eri sul sedile, con a fianco l'amato e bramato nessuno, con le cuffie ad ascoltare la musica.
Ti ritrovi sullo schermo, mentre scorrevi i così detti "Stati" di Whatsapp, qualcosa che tira la tua attenzione.
".. La leggenda del filo rosso del destino"
Non avevi nulla da fare, quindi facesti ricerche su quell'argomento.
"Il filo rosso del destino è una leggenda originaria del Giappone. Esso, così si dice, si trova legato ad un estremità sul vostro mignolo della mano sinistra, e dall'altra su quello della vostra anima gemella. È invisibile ed è con voi fin dalla nascita... "
In un primo momento ti sembrò troppo sdolcinato, chi ci crede a queste cose?
Poi, ripensandoci, l'idea di un filo che si colleghi alla propria anima gemella iniziò a piacerti.
Intanto il pullman arrivò a destinazione e un orgia di studenti si precipitò all'uscita. Uscita, ti ritrovasti tra i monti ed una ragazza si avvicinò a te:
<Dopo ci incontriamo all'entrata della grotta sul Monte Ebott, ok?>
Annuisci. Sai bene cosa voleva fare lì, e tu eri costretta a fare come lei ti dice per paura.
Siete tra i monti, per una gita di classe. Una di quelle che per i prof sono "istruttive", mentre per gli studenti quel motivo per stare tutti insieme senza avere dei libri davanti. Per te una perdita di tempo. Che c'è di istruttivo tra le montagne? Nulla, almeno per te.
Mentre la guida vi portava a spasso per i monti parlando e spiegando cose, tu controllavi che le ragazze non scappassero senza di te.
Passata l'ora, vedesti quel gruppetto allontanarsi senza neanche avvertirti. Aspetti che tutti siano distratti e ti dirigi anche tu verso il monte Ebott.
Si narra che chi ci andò non tornò più, e probabilmente era quello che le ragazze volevano capitasse a te. Alla fine vi ricongiungete nel punto prestabilito, all'entrata di una grotta cupa. Nel gruppetto delle tre bullette c'era anche una ragazza mingherlina, che probabilmente faceva parte di una classe uno o due anni indietro rispetto alla vostra. Aveva una larga maglia di lana blu a righe e dei pantaloni gialli, abbigliamento non affatto gettonato di quei tempi, anzi, tutt'altro. Le bullette se la ridevano, spintonando qua e là la povera ragazzina.
<Dai Frisk! Che ne dici di andare per prima?> le dicevano.
La ragazza era più piccola, ma sopportava. Era determinata a non voler andare, e sembrava che così stesse andando la situazione. Lei lì ad aspettare che le altre la lasciassero stare e queste ultime a ridere, spintonare e intimarle di andare.
<Non avrai mica paura!>
Intanto tu guardavi. Se avessero fatto andare lei, magari avrebbero lasciato stare te.
Però, alla fine, quella ragazzina cedette. Strattonò le altre e si diresse verso l'uscio dell'entrata.
Però a te non andava bene, non volevi vedere quella ragazza scomparire nel nulla...
<Fermatevi! > dicesti <Ci vado io per prima... >
Le ragazze si guardarono confuse, ma alla fine non era importante chi fosse andato via prima, eravate tutte e due carne da macello... Se prima una e poi l'altra non importava.
Frisk si fermo, fece un debole sorriso e corse giù dal monte, probabilmente per riunirsi agli altri, mentre le tre bullette erano lì ad aspettare.
Quindi andasti, ma eri sicura che non ti sarebbe accaduto niente. Eri piena di coraggio.
Più camminavi all'interno di quella grotta, più quella luce fioca che illuminava il tuo cammino cessava di esistere. Nessun rumore, né le fronde degli alberi mosse dal vento né le risate irritanti delle tre ragazze... Solo alcune gocce d'acqua che scivolavano dalle punte delle stalattiti per poi cadere sul pavimento creando, col tempo, nuove stalagmiti.
Quando attorno a te iniziò a regnare l'oscurità, iniziasti a camminare lentamente, dato la gran scivolositá del terreno, e dalla presenza di stalagmiti pronte a farti lo sgambetto. Ed è proprio grazie ad una di queste che cadesti. Non sul terreno, non su altre stalagmiti, la quale avrebbero potuto infilzarti, ma nel vuoto totale.
<Maledette punte di acqua e calcare formatesi con anni ed anni di lavoro> pensavi. Solo questo.
Ora toccherai il terreno e morirai, la salma si adagerá insieme ai corpi di altre persone che già sentivi chiamare il tuo nome.
Però il suolo non arrivava, anzi... Sentivi come se le palpebre diventassero più pesanti... Vedevi Morfeo avvicinarsi, fino a che non ti prese tra le sue calorose braccia.

Fili su fili // Error!Sans × Reader [Bad Ending] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora