Chi sei?

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Stavo tornando a casa dopo un'altra giornata esaustiva passata a servire caffè e richieste troppo complicate da ricordare. Ormai quella era diventata la mia routine. Lasciavano sempre me per il turno di chiusura, nonostante non fossi un tipo notturno e mi addormentassi sempre sul bancone. Ero stanco di quella vita, non ne potevo più, eppure non potevo fare niente per uscirne. Avevo scelto io la strada sbagliata e ne dovevo subire le conseguenze.

Ero quasi arrivato a casa quando notai dalla finestra la luce della cucina ben distinta fra il buio. Non mi sembrava di aver lasciato la luce accesa quel pomeriggio quindi il primo pensiero che mi balenò nella testa fu quello di un possibile ladro. Ma di sicuro se ci fosse stato qualcuno in casa l'allarme avrebbe suonato e lo avrebbe segnalato sul mio cellulare.
Ero davvero tanto stonato da aver dimenticato la luce accesa? Beh, un dolore in più per il mio portafogli.
Aprii la porta con le chiavi e mi guardai attorno per assicurarmi che non ci fosse davvero nessuno, non si sapeva mai.

Poi lo sentii...

Un rumore indistinto di buste e pacchetti che venivano presi o spostati proveniva dalla cucina.
Un ratto? I ratti non accendono la luce.

Mi incamminai verso la cucina a passi lenti cercando di non far rumore, presi il mio cellulare in caso avessi dovuto chiamare la polizia. Non ero mai stato bravo a combattere e non ero in un film d'azione quindi se quel ladro fosse stato armato sarei schioppato in pochi minuti.
Decisi di dare un occhiata per capire bene chi fosse oppure cosa fosse, quello che vidi mi lasciò sconcertato.

Un ragazzo dalla corporatura minuta e il viso paffuto stava frugando nella mia dispensa. Avendo dei capelli biondi che gli ricadevano sul viso non riuscivo a vedere bene il suo volto ma non importava.
Mi sentii in ansia quasi spaventato, c'era qualcuno in casa mia e non avevo la più pallida idea di come fosse entrato.
Da ciò che riuscivo a vedere non era armato, indossava una camicia bianca e dei pantaloncini e nelle sue mani vi erano solo pacchi di biscotti e altri cibi vari. Presi qualcosa per colpirlo in caso avessi dovuto difendermi. Il trofeo di basket che mio fratello aveva vinto al liceo classificandosi primo insieme alla sua squadra, e che aveva deciso di dare a me una volta confermato il mio trasferimento.

Vidi il ragazzo bloccarsi quando fece cadere il barattolo con i piselli a terra facendoli rovesciare sul pavimento. Anche il vetro si era rotto e il ragazzino si era allontanato impaurito.

In quel momento lo vidi girarsi verso la porta, mi ero allontanato spontaneamente per il rumore forte del vetro in frantumi ma mi aveva sentito. Deglutii e rimasi lì a guardarlo, non sapevo cosa aspettarmi da quel tipo.
Mi guardò confuso per poi sorridere, sembrava come se mi stesse aspettando.. Ma che sciocchezze.

"Chi sei?" gli chiesi anche se non mi aspettavo di certo una risposta.

"Scusa yoongi ho rotto il barattolo.."

Come faceva a conoscere il mio nome? E soprattutto come cazzo era entrato lì senza far scattare l'allarme?. Mi allontanai di nuovo minacciandolo di colpirlo con il trofeo portando la mano in avanti.

"Non avere paura, non sono perico-"

"Chi cazzo sei e come sai il mio nome?" lo interruppi prima che potesse dire un'altra parola.
Quella situazione era troppo assurda per ragionare.
Un estraneo era entrato in casa mia, senza rompere la serratura, senza fare casini, nulla di nulla . Per di più sapeva il mio nome e mi parlava come se ci conoscessimo da sempre.

Mi guardò quasi sconvolto dal mio tono alto poi si morse il labbro e abbassò la testa. A cosa stava pensando?
Mi dava i brividi.

"Ho capito. Sei molto confuso, ma stai calmo altrimenti non capirai la situazione" ma faceva seriamente? Come pensava che potessi ascoltarlo in quella situazione.

My Angel // Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora