Il giorno successivo, mi svegliai ed avevo davvero caldo, ma non perché era agosto. Solo perché i ragazzi si erano addormentati tutti sopra di me. Non respiravo, volevo alzarmi, inizialmente senza svegliarli, ma poi persi la pazienza e gridai (fregandomene anche dei miei che erano nella stanza accanto): <SVEGLIAAAAAAAAA!!!!!!!>. Tutti si alzarono di colpo, Rocky fece un salto e scendendo dal letto diede una terribile facciata contro la porta, Riker che era sul bordo rotolò a terra, Rydel e Ratliff andarono uno contro l’altra (erano davvero adorabili) urtando Ross che dopo essersi alzato cadde praticamente sopra di me, era imbarazzante, il mio naso era incollato al suo, finchè Rocky, dopo essersi ripreso dal colpo, non mi tolse Ross da dosso. <Tutto ok fratello?> gli disse con un sorrisetto malizioso. Io lo fulminai con lo sguardo e poi, per cambiare discorso, sussurrai, in tono dolce ed innocente: <S-scusate…>. Peccato che poi scoppiai a ridere e così Rydel mi venne addosso gridando: <L’hai voluto tu!!!>. Cominciò a farmi il solletico e a lei si aggiunsero anche gli altri. Stavamo ridendo tantissimo finchè mio padre, con le tipiche occhiaie mattutine, entrò in camera. Era domenica, aveva l’energia di un bradipo, ci guardò, ma era troppo stanco per farci la predica, così portò solo un dito alla bocca e disse <Sshht…>. Si girò, tornò in camera ed io e i ragazzi scoppiammo in una risata contagiosa che durò qualche minuto. Verso le dieci del mattino, dato che mi annoiavo, decisi di andare in spiaggia. Sarei andata da sola perché nessuno aveva voglia di muoversi (come ad esempio Ell e Rocky che se ne stavano stesi sul divano a guardare video idioti su youtube). Scesi nel garage polveroso a prendere la bici e, appena la portai fuori sentii il mio nome. Era Ross. <Jen!!! Hey!!! Aspettami!!!>. Decisi di aspettarlo e quando scese gli dissi provocandolo scherzosamente: <Finalmente!! Come mai ti ci vuole tanto?>; peccato che lui avesse sempre la battuta pronta e, guardandomi con un sorriso dolcissimo, mi disse: <Beh sai, per farsi così belli, ce ne vuole un po’ di tempo>. Io arrossii, ma poi gli dissi: <Aah ma smettila!!! Hahah dai andiamo>. Una volta al mare (entrambi imbarazzati per essere per la prima volta da soli), piombò il silenzio, così, mentre lui si toglieva la maglia, io presi il pallone, per non fissarlo come una stupida, e dissi la prima cosa che mi passò per la testa: <Facciamo una partitina?> e lui, che sembrò meno teso, mi disse: <L’ultimo che si tuffa è un pesce marcio!!!>. Stava già correndo verso l’acqua così gli gridai: <Scorretto!!! Hahah>. Quando ci tuffammo, sentii un brivido, l’acqua fredda di prima mattina mi scorreva sulla pelle, mi immersi e non appena tornai in superficie guardai Ross: era di una bellezza unica, non c’erano dubbi, mi ero innamorata di lui, perché ogni volta mi sentivo strana, mi sentivo meglio. Lo guardavo e i nostri occhi si immergevano nella profondità di quelli dell’altro e, senza accorgermene, mi ritrovai attaccata a lui. Ero davvero troppo imbarazzata così lo spinsi scherzando e gli feci ridendo: <Non è giusto tu hai barato!!!>. Lui mi guardò ancora e poi mi rispose: <No, ho decisamente vinto>. <Si, si come vuoi> gli dissi e poi mi girai dall’altro lato fingendomi offesa. Dopo qualche secondo mi voltai e lui non c’era. Non ebbi neanche il tempo di chiedermi dove fosse, perché uscì dall’ acqua sollevandomi e facendomi il solletico. <Allora? Ho vinto o no? >. Io stavo morendo dalle risate e sussurrai un si con il poco fiato che mi restava. Uscimmo dall’ acqua al tramonto, era bellissimo, magico. Mentre mi asciugavo notai la presenza di un solo lettino nel nostro ombrellone e così gli dissi nervosamente: <Siediti tu, tranquillo>. Lui guardò in modo interrogativo prima il lettino e poi me. Io però mi girai e mi avvicinai all’ombrellone accanto per prendere una sdraio finchè non sentii dietro di me: <Ci entriamo in due qui… se ti va>. Sentii il viso in fiamme e appena tornai di un colore normale (più o meno), andai a mettermi vicino a lui. Ci stendemmo insieme, nello stesso momento. Il mio naso, proprio come quella mattina, era incollato al suo. Ed ero nuovamente molto, molto tesa. Lui però non lo era. Mi sfiorò le dita con una mano e la guancia con l’altra, poi mi sussurrò: <Jen… io…>. <Eccovi finalmente!!!>. Una voce alle mie spalle. Era Riker.
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My Life With Five Guys (R5)
FanfictionQuesta è la storia di Jennifer, 15 anni, una vita tranquilla e semplice, che viene ad un tratto stravolta da una notizia apparentemente orribile, che cambierà la sua vita...