Pigro

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Svegliarsi la mattina e non voler fare nulla. Allo scoccare della nona ora di sonno ti alzi dal letto, quindi sbadigli e ti dirigi in una cucina di soli 3 metri cubi. Lì, prepari la colazione: un caffè, pure annacquato, e ti accingi a tornare in camera.
Per puro caso il tuo occhio si posa sul calendario, ancora fermo al Gennaio dell'anno scorso. È usato talmente poco che sembra nuovo: nessun segno di usura, nessun appunto, lo appendesti lì, un po' storto per giunta, e tale era rimasto per circa un anno, quattro mesi e due giorni. Fai uno sbuffo indifferente per poi andartene altrove, poiché il tuo sguardo era passato attraverso, vuoto e filtrato dalla noia.
Hai preso una sola decisione nella tua vita, ed è stata quella di non prendere decisioni. Piuttosto paradossale, certo, ma è quello che manifesti durante l'arco della giornata.

In questo mondo dove l'amore e l'odio non esistono è già tanto se ci si concede il lusso di avere amici. Del resto, nulla ti attacca particolarmente a una persona rispetto a un'altra. E questo lo hai imparato sin dai primi giorni di scuola.
Ti stravacchi sul divano, pensando al niente, ignorando persino gli squilli del cellulare. Alla fine, solo per puro sfizio, decidi di rispondere a una telefonata.

«Ciao, sono io. Ascolta oggi sono riuscito a liberarmi di un impegno, ti va di vederci insieme agli altri al solito bar?»
«Sì, certamente!»

Concludi la telefonata, senza aggiungere altro, tanto non avevi comunque nulla di meglio da dire. A dire il vero, non avevi nemmeno la voglia di rispondere onestamente. Hai dato la prima risposta che ti è venuta in mente, ma tanto sai già che cosa farai.

Nulla.

E intanto, come se il Sole completasse il suo ciclo in soli cinque minuti, un giorno era già trascorso.

Il giorno dopo nessuno ti chiama, nessun messaggio sul cellulare. E come d'abitudine, ti alzi dal letto senza pensare a nessuna ragione per farlo. Fino alle ore del tramonto trascorri il tempo con le stesse azioni di ieri. D'un tratto, guardando fuori dalla finestra scorgi qualcosa di stranamente familiare. D'improvviso una strana sensazione ti assale, un'energia insolita, il bisogno di correre fuori dalle mura nelle quali sei esule da troppo tempo.

Ti catapulti verso l'armadio, spalancandolo con la fretta che mai tu ricordassi di aver avuto nella tua vita. Le mani afferrano casualmente indumenti impolverati e sporchi, tra cui anche calze e scarpe spaiate. In pochi secondi indossi tutto quello che hai accaparrato e con la stessa foga corri verso l'uscita. Ignorando di aver lasciato la porta di casa aperta, cominci a percorrere le scale. Scalino dopo scalino, la tensione sale, l'angoscia ti stringe i polmoni e il respiro diventa sempre più pesante. Scalino dopo scalino, le mani cominciano a tremare e le gambe accelerano quasi come se volessero decollare. Proprio all'ultima serie di gradini inciampi sui tuoi piedi crollando a terra rovinosamente, ma all'uscita del condominio mancano pochi metri; di solito avresti lasciato perdere, non avresti provato nessun interesse. Qualcosa ti sta trascinando, ti sta ordinando di rialzarti, poiché non stai solo inseguendo un dovere, ma un desiderio a lungo sopito nei meandri del tuo spirito. Così, mentre realizzi questa cruda e intensa sensazione, ti appendi alla maniglia dell'ultima porta, quasi come per sfondarla.

Ed infine, il mondo esterno.
I suoi colori, il vento e gli odori, che da tempo velasti con il grigio impassibile della tua apatia, ti investono con la forza dell'intero universo. Lo shock è enorme, ma dopo tutti questi anni, certamente non hai intenzione di svenire proprio ora. Volgi il tuo sguardo a sinistra, nessuno. Volgi il tuo sguardo a destra, nessu...

NO!

È in fondo al viale, se ne sta andando.

Corri! Non c'è più tempo, puoi farcela, devi farcela.

Le gambe soffrono ancora per la caduta, ma questo non importa, perché ora riesci a ignorare il dolore, riesci a ignorare il fallimento. La tua vita è dinnanzi a te, si allontana, ma ti sta ancora chiamando nei sussurri dei tuoi pensieri.

Cosa avevi fatto fin'ora? Niente! La tua esistenza non è altro che una bugia, la marionetta incustodita di un teatrino vuoto, immobile e inutile. Cosa sei? Cosa sei stato? Perché ti sei abbandonato al tuo destino?

E mentre tutte queste domande ti torturavano il cuore, le gambe avevano continuato a correre, ignorando lo strazio e la stanchezza che dominavano le tue giornate. E a pochi metri da te si erge una figura di spalle, difficile da distinguere poiché celata dal sole rosso che ormai sfiora l'orizzonte. Ora devi solo urlare, devi solo rispondere al suo richiamo.

Così la sagoma volge il suo sguardo indietro, silente e immobile. Ti osserva mentre recuperi fiato e asciughi il sudore della fronte con la manica.

«io lo sapevo, lo sapevo che eri quì. Erano secoli che ti aspettavo, e finalmente ti ho proprio davanti agli occhi»

Partono alcuni violenti colpi di tosse, mentre la figura continua a guardarti senza rispondere.

«Ho passato ogni secondo della mia vita a volere nulla, senza pensare a nulla, senza essere nulla. Ognuno vuoto senza di te, senza nemmeno ricordare la ragione che mi spingesse ad esistere, a reclamare il mio posto nel mondo, a desiderare, sognare e vivere. Un bisogno a lungo sepolto nel cuore, lasciato indietro dove non potessi conoscerlo. Eppure solo ora, guardandoti da quella finestra lassù, ho capito cosa stessi cercando sin dal giorno in cui sono nato! Ho sentito la tua voce, non potevo più scappare, perché sei tu! L'unica luce che illumina il mio cammino»

Di fronte a tante parole non c'è più spazio per ulteriore silenzio. Così la figura si avvicina, fino a pochi centimetri dal tuo viso. Poi, inclinando la testa da un lato, le sue labbra si muovono.

«Ma tu... chi sei?»

Spalanchi gli occhi, e il Sole sprofonda definitivamente nelle viscere della terra. La notte prende posto e senti qualcosa trapassarti il petto da parte a parte, facendoti affondare d'improvviso nell'acqua, giù in un abisso eterno. Infine, tutto scompare:  I colori, il vento, gli odori, estinti.

Infine, il freddo.

Ti rialzi da terra, vicino a te trovi il letto ancora disfatto. Fuori è l'alba, probabilmente le sette del mattino. Sbadigli e ti dirigi in cucina per il solito caffè annacquato. Poi,  giunto alla finestra per guardare fuori, e dopo il primo sorso dalla tazzina, la tua memoria comincia ad offuscarsi, presto dimenticherai tutto. Perché in un mondo senza odio e senza amore, i sogni di certo non sono la realtà, e qualsiasi cosa tu abbia vissuto nel sonno, non è qualcosa che tu potessi realmente comprendere.

E intanto, come se la Luna completasse il suo ciclo in soli cinque minuti, una notte era già trascorsa.

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⏰ Last updated: Sep 03, 2022 ⏰

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