Parte 1 senza titolo

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Emozioni- Motivazioni e Maestri con il bicchieremezzo pienoA cura di Umberto PalazzoIl Kottabos era un gioco diffusonell'antichità sembra inventato nell'Italia del sud ai tempi della Magna Grecia e consisteva nel lanciare il vinorimasto nel "bicchiere" verso un piattello in bilico su una colonna ,questa abilità era genericamente dedicata alla persona amata e caratterizzavamomenti di gioco e divertimento all'interno dei simposi quando Dioniso dava ilsuo contributo al buon umore dei partecipanti e al pensiero positivo . Unabuona premessa per raccontare il pensiero dei maestri della percezione del "bicchiere mezzo pieno" chesin dai tempi dei filosofi della anticaGrecia ai giorni nostri aiutano a viveremeglio la quotidianità e la prospettiva del futuro. Sempre più spesso ci sentiamodire <<prendila con filosofia>> oppure << pensa positivo >>, consigli e modi di dire che la crisimondiale con disoccupazione e valori incalo rendono sempre più difficile daattuare . La parola "depressione" è quella sempre più di moda su Mediae giornali a contorno di uno scenario che spegne entusiasmi e voglia di fare. Le Aziende di successo avvertono questorischio sapendo bene che sono le Risorse Umane ad amplificare le differenze tra i prodotti oramai ridotte al lumicino e il Mercato con la sua velocità eglobalizzazione salva solo ipiù flessibili e competitivi. L'ottimismo impedisce di sprofondare nell'apatiae nella depressione e anche di fronte asituazioni difficili riesce adalimentare la speranza di cui è stretto parente ma per essere veramente fonte di vantaggi deve essererealistico, poiché un ottimismo ingenuo può anche essere disastroso. Le aziende oggi sono continuamente alla ricercadi top manager , psicologi , filosofi e consulenti di ogni tipocapaci di elaborare un clima favorente il pensiero positivo ela motivazione o come spesso si dice in grado di far percepire ai dipendenti "ilbicchiere mezzo pieno".

Ma da dove deriva la capacità di percezione ? Eppoi siamo sempre in grado di interpretare anche nei dettagli ciò che vediamo ?

La percezione si può definire il primo sistema a cui sottoponiamo gli stimoli sensoriali che ci provengono dall'ambiente esterno e interno del nostro corpo, che la visione possa essere ingannata lo dimostra la percezione dell'immagine attraverso il cinema o la televisione ma anche meno recentemente nella pittura degli "impressionisti".

Infatti Monet sapeva bene che se il cervello non vede contorni ben definiti li completa autonomamente per cui i tanti puntini colorati disegnati sulla tela vengono ricostruiti dal cervello come un'unica immagine. Per la visione sui monitor attraverso i puntini luminosi detti pixel si sfrutta lo stesso principio né mancano altri esempi famosi d'illusione ottica come quella del triangolo di Kanizsa.

Nella figura "vediamo" due equilateri bianchi l'uno sovrapposto all'altro anche se nessuno dei due triangoli è effettivamente disegnato. Questo effetto è conosciuto come profilo soggettivo o illusorio. Inoltre il triangolo bianco inesistente sembra essere più luminoso della zona circostante, mentre quell'area ha la stessa luminosità delle zone adiacenti. Questo fenomeno avviene in quanto il nostro apparato percettologico ha una tendenza organizzativa innata costituita dall'articolazione figura/sfondo secondo cui non c'è una figura senza sfondo; ciò avviene anche con figure ottenute con margini fisicamente inesistenti come appunto questo triangolo. Ciò perché la nostra valutazione percettiva ha bisogno di contrasto figura/sfondo e anche quando questo non c'è si crea lo stesso.

Tornando al bicchiere, quando é riempito a metà può essere percepito come mezzo pieno o mezzo vuoto poiché siamo influenzati dalle nostre esperienze e dai nostri pensieri : su quest'ultimi la moderna psicologia ne fa una classificazione in negativi automatici , non funzionali e convinzioni di fondo .

I pensieri negativi automatici sono il rumore di fondo del nostro cervello, vanno e vengono <<automaticamente>>, svolazzano avanti e indietro come uccelli del malaugurio diventando un chiacchiericcio costante che pervade la nostra mente ventiquattrore su ventiquattro , sette giorni su sette; idee negative , commenti e brutti pensieri su noi stessi.

I pensieri non funzionali che non aiutano ad affrontare concretamente e con elasticità tutto ciò che capita nella vita .

Le convinzioni di fondo che invece riguardano il modo di essere ( sono sempre sfortunato....sono una nullità.... non merito alcun affetto), generalmente si rifanno al nostro passato remoto , alla prima infanzia essendo il sedimento emotivo ed esperenziale accumulato nel corso della vita .Sono inconsci radicati , ripetitivi e derivanti a volte da traumi , ossessioni , violenze e altre questioni più gravi tutte da affrontare.

Le Emozioni e motivazioni condizionano larga parte del comportamento umano solo quelli involontari come il respirare , il battito cardiaco o la digestione ne sono esclusi , sono la vera energia per compiere tutte le nostre azioni.

Sappiamo anche che le emozioni si riflettono sui pensieri e i pensieri si riflettono sui comportamenti, per cui L'autoconsapevolezza delle proprie emozioni può riflettersi positivamente sui nostri comportamenti , chi è in grado di comprendere e gestire la propria emotività è capace di capire la visione del mondo dell'altro e le sue emozioni. L'empatia, cognitiva ed emotiva, è infatti una caratteristica fondamentale per il buon funzionamento di un gruppo di lavoro, essenziale per creare relazioni efficienti e funzionali e per motivare e ispirare il proprio team. La discussione e il confronto, così come la condivisione di una visione possono aiutare a stimolare lo sviluppo e l'innovazione creativa, In una recente ricerca sulla capacità di essere un leader, realizzata dalla Case Western Reserve University di Cleveland, sono state individuate due reti neurali interconnesse che si riferiscono a due stili di pensiero: un sistema chiamato Task Positive Network, coinvolto nella risoluzione dei problemi, nella focalizzazione dell'attenzione, nella capacità di prendere le decisioni e di controllare le azioni, e un altro, il Default Mode Network, che ha a che fare con i comportamenti etici e sociali, con la consapevolezza di sé, con le cognizioni sociali, con la creatività e con la morale.

Si tratta di reti neurali specifiche, di cui una più centrata sulla risoluzione dei problemi e l'altra più attenta alla dimensione emozionale e relazionale. Sono presenti in ognuno di noi e funzionano in maniera alternata. La peculiarità del leader, dunque, è saperle usare entrambi, ma soprattutto passare velocemente da una rete all'altra a seconda delle situazioni. Infatti, i primi risultati di questa ricerca mostrano che la flessibilità del pensiero gioca un ruolo primario per l'efficacia della leadership. In sostanza, secondo questo gruppo di ricerca, l'essere repentinamente flessibili pare sia la caratteristica fondamentale che dovrebbero avere i leader.

Ma, come dice il professor Richard E. Boyatzis, il tutto deve essere condito con capacità di saper usare la propria intelligenza sociale ed emozionale per gestire le proprie emozioni e quelle degli altri, creando in questo modo relazioni migliori. Se si riuscisse a fare tutto questo in maniera adeguata il successo della leadership è garantito, ma come definire la complessa varietà di sensazioni percepite dalle persone quando ritengono di provare un'emozione ?

L'idea di <<passione>> (pati in latino , pathos in greco, da cui derivano anche passività , paziente) indica un cambiamento che l'individuo subisce e questo si riflette nell'mozione come qualcosa che si subisce; si é sopraffatti dal dolore, si é travolti dall'amore , consumati dall'invidia , paralizzati dalla paura ecc. Secondo alcuni considerare le emozioni come passioni , cioè come risposte sulle quali si ha poco o nessun controllo , comporta che abbiano una forte base biologica.

L'interpretazione medico-scientifica delinea un'emozione come un sistema reattivo che produce cambiamenti profondi nei meccanismi corporei intesi nel loro insieme ma soprattutto nei sistemi ghiandolari e viscerali ( J.Watson 1930) .

Un'emozione può essere piacevole/spiacevole, provocare rossore o batticuore ma anche produrre modificazioni dell'espressione . Uno degli aspetti più tipici dell'emozione è il fatto di produrre delle modificazioni ben visibili nel modo di esprimersi con la faccia , la voce e il corpo , l'emozione coinvolge reazioni neurologiche , fisiologiche , espressive e psicologiche . L'emozione è di solito di breve durata dato che se è prolungata nel tempo viene più correttamente chiamata stato d'animo o sentimento .

Le Emozioni , specie se molto intense e fuori da ogni controllo morale possono avere effetti dirompenti sui rapporti interpersonali ; ci sono emozioni improvvise e inaspettate ed altre lente e logoranti ma l'emozione più a lungo ricercata anche da teologi e filosofi antichi è quella definibile felicità , vediamo come la descrive oggi la moderna Psicologia:

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⏰ Last updated: Sep 24, 2019 ⏰

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Emozioni e Motivazioni : i maestri del bicchiere mezzo pienoWhere stories live. Discover now