Richiesta

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"Sono il tuo angelo protettore, Yoongi"

Lo guardai mordendomi il labbro inferiore con forza mentre mi sorrideva con aria ingenua.
Mi arresi, cercare spiegazioni si era rivelato inutile, tanto valeva assecondarlo no?

"E.. Cosa ci fai qui?"
Probabilmente sembravo uno stupido ai suoi occhi, ma lui lo sembrava ai miei quindi condividevamo una certa pietà l'uno per l'altro.
"Non ti sembra ovvio?"
Il suo tono era sarcastico quasi a sottolineare che stessi raggirando l'evidenza. Eppure ero ottuso, troppo aggrappato ai miei principi e alla realtà per capirlo.

"Sono morto?.."
"Ma che vai dicendo! Sono qui per aiutarti"
"Aiutarmi?"

Ripetei le sue parole come un pappagallo, sembrò infastidito, forse aveva capito ciò che pensavo. Oppure si stava solo stancando di girare intorno al discorso. Fatto sta che incrociò le braccia e abbassò il capo, come un genitore quando fa la ramanzina al figlio.
"Vivi in un buco di topo e hai un lavoro non redditizio che ti lascia distrutto, infatti guarda che occhiaie" tentò di toccarmi il viso ma indietreggiai di scatto. Non mi piaceva di per sé il contatto fisico, poi con un estraneo la cosa era ancora più imbarazzante e strana. Capì il mio disagio, o almeno dedussi ciò dalla sua espressione dispiaciuta.

"La vita non è tutta rosa e fiori, se vivo qui e ho quel lavoro è solo per i miei errori"
"Non credi che ci sia un modo per alzarsi dal baratro?"

Mi interruppe, ma non mi diede fastidio come avrebbe fatto di solito. Rimasi a pensare alle sue parole per poi sospirare, si poteva fare ma a quale prezzo? Avevo sempre lottato tanto per fare ciò che desideravo, eppure mi ero ritrovato lì in quella situazione pietosa. Mi vergognavo di me stesso e il fatto che uno sciroccato mi considerasse bisognoso di aiuto mi faceva stare ancora peggio. L'umiliazione era sempre stata una cosa a cui non sapevo reagire. Me ne stetti in silenzio con il capo chino e l'espressione incupita finché non parlò di nuovo, questa volta con tono dolce.

"Yoongi, che ne dici di ricominciare?"
Mi batteva forte la testa, avrei tanto voluto rispondere ma la mia testardaggine mi portò solo a voltargli le spalle e uscire dal condominio coprendomi il volto con il cappuccio della mia felpa bianca. Mi sentivo come un eroe della antica Grecia colpito nell'orgoglio.
L'orgoglio.. che sentimento ambiguo, ti porta guai e sofferenze ma impone agli altri e a te stesso il rispetto. Non so cosa fece in quel lasso di tempo ma non lo vidi fino a pomeriggio inoltrato, al termine del mio turno lavorativo.
In quelle ore mi ero sempre di più convinto che fosse solo la mia testa, presa dalla stanchezza a farmi immaginare quel ragazzo, eppure appena chiusa la porta del bar me lo ritrovai affianco. Saltai dalla sorpresa non aspettandomi di certo una tale comparsa.

"Hai finito di lavorare? Mi stavo annoiando"

Presi qualche respiro e mi portai le mani nei capelli, mi stava venendo una crisi di nervi e la giornata era ancora lunga. Stranamente era andato tutto bene a lavoro e mi avevano anche dato la paga, non che fosse alta, ma almeno riuscivo a vivere. Decisi di approfittare del mio tempo libero per familiarizzare di più con quel ragazzino, sorprendente no?
Non ero un tipo socievole e preferivo dormire dopo il lavoro ma qualcosa mi spingeva a conoscerlo di più, a parlargli e scoprire qualcosa. Forse il modo assurdo con cui si era presentato lo aveva reso interessante ai miei occhi, diverso da tutto il resto.
Però c'era un altro ostacolo che mi separava dal mio obbiettivo, non sapevo come chiederglielo.

"Camminiamo"
Balbettai mezza parola tanto che lui mi guardò confuso e dovetti ripeterglielo.

"Hai detto che ti stavi annoiando no? Forza vieni"
Lo incitai a seguirmi e non fece polemiche, camminò al mio fianco con un sorrisetto soddisfatto. Forse lo aveva reso contento anche se non era proprio quella la mia intenzione.
Non restammo in silenzio, altrimenti sarebbe stato tutto inutile, perciò gli posi qualche domanda.

My Angel // Yoonmin Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora