La Mia Ultima Storia - Aiello

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Indosso l'abito velocemente dopo essermi truccata

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Indosso l'abito velocemente dopo essermi truccata.
Mi siedo sul letto e indosso le mie amatissime Louboutin.
Era stata una cazzata comprarle.
Costavano più di 500€.
Solo che, le ho sempre amate.
<<Ale? Sei pronta?>> entra in camera Vale e rimane a bocca aperta.
<<Sei bellissima.>> mi sorride mentre mi metto gli orecchini.
Le sorrido ringraziandola e prendo la pochette e la supero scendendo le scale.
<<Chi è venuto a prendermi?>> chiedo curiosa e metto il cappotto nero sulle spalle.
<<Credo che sia Paulo, non riconosco le loro macchine. So solo quella di...>> la blocco prima che posso continuare.
Mi avvicino alla porta e guardo fuori.
<<È Paulo. Ci vediamo domani okay?>> le do un bacio ed esco veloce.
Salgo in macchina e saluto sia Paulo che Oriana, la sua ragazza.
È davvero carina, ha un sorriso contagioso.
Come Paulo.
Sono perfetti insieme.
Lui prende la mano di lei e le bacia il dorso.
E tutto questo mi fa riportare indietro a me e a Fede.
<<Hey, tutto bene?>> mi chiede Paulo mentre mi guarda dallo specchietto velocemente.
Annuisco e subito dopo arriviamo.
Scendo di corsa e rimango spiazzata dal fascino dell'edificio.
Paulo prende per mano Oriana e si posizionano accanto a me.
<<Andiamo?>> annuisco e mi posiziono dietro di loro.
Perché dovrei entrare prima io?
Nono.
Non ho il coraggio di vedere subito quei occhi verdi che sembrano la foresta amazzonica.
Entriamo e rimango in mezzo alla sala.
Era tutta decorata per Natale.
Mille alberi bianchi o verdi con le apposite decorazioni nere e bianche.
Sorrido non appena vedo Miralem venirmi incontro.
<<Ciao Ale, buon Natale.>> mi da due baci sulle guance.
<<Ciao,anche a te.>> lui mi porge un calice di Champagne e mi porge il braccio.
Mi aggrappo ad esso e ci avviamo verso gli altri.
Mi guardò attorno mentre saluto tutti e noto lui.
Lui.
Con i suoi occhi maledettamente verdi.
Lui.
Con il suo sorriso.
Deglutisco mentre mi avvio verso l'uscita.
Non potevo stare ancora dentro quella sala.
Mi mancava l'aria.
Lui.
Con qui suoi dannati occhi.
Mi faceva mancare l'aria.
<<Ale, ti prenderai un accidenti. Mettiti la mia giacca su.>>
Rabbrividisco al contatto della sua giacca sulle mie spalle e mi giro lentamente verso lui.
<<Come stai?>> mi chiede dolcemente.
Annuisco.
<<Bene, e tu?>>
<<Bene. Mi manchi.>>
Anche tu.
<<Ho ripensato a tutte le volte che avrei dovuto agire e invece non l'ho fatto, a quante volte per paura non ho mosso il culo e mi sono rifugiata dietro alle parole. Parole parole, parole buttate al vento che piano piano ci hanno fatto diventare ciò che siamo adesso. >> dico mentre lui mi guarda con le braccia conserte.
<<Tutto quello che è successo mi ha fatta cambiare così tanto che adesso, se ci fosse un pulsante che riportasse indietro nel tempo farei tutto differente perché quasi ogni cosa che ho fatto in quei pochi mesi è stata sbagliato. Non si può tornare indietro e quindi non so a che cosa possa servire continuare a usare parole inutile.>>
<<Ale...>> mormora leggermente mentre si avvicina a me pericolosamente.
<<Ma sai com'è, è l'unica cosa che sono un po' capace di fare.
Probabilmente nel futuro farò tutto in modo differente, ma mai quello che farei se tornassi nel passato.
Quanti gesti non fatti e quanti pochi momenti passati insieme.
Siamo entrambi nel torto, abbiamo fatto così tanti sbagli e poche cose giuste.
Forse era amore, molto probabilmente, oppure qualcos'altro, ma so che un grazie te lo meriti. Grazie per ciò che mi hai fatto passare e anche per tutte le lacrime che mi hai fatto versare, grazie per ogni bacio, abbraccio, sguardo, sorriso, messaggio e aiuto che mi hai dato. Un grazie va anche alle lettere che ho scritto, sia quelle poche che ti ho dato, sia tutte le altre, grazie per i regali che non ti ho dato e che sono in una scatola a prendere la muffa, grazie per l'amore che mi hai fatto conoscere, per tutte quelle sensazioni meravigliose, per ogni sussurro, respiro, per ogni notte che ho passato in bianco pensandoti e ripensando al passato o maledicendomi per averti dato tutta me stessa, ma anche per non aver fatto abbastanza.>>
Mi avvicino anche io e gli metto una mano sul petto.
Sul cuore.
Che batte all'impazzata.
<<Grazie per tutti i singhiozzi soffocati dal cuscino nelle notti tempestose, grazie per le sigarette che riempiono i polmoni, per ogni film che abbiamo guardato, per il cibo non mangiato, per i ricordi che mi riempiono la mente e per poter dire "sono stata felice e so cosa si prova a amare e essere amati".>> lui si butta pericolosamente sulle mie labbra ma mi scanso velocemente.
<<Sei stato, sei stato, un vero amico.
Ti ho amato.
Ti amo.
Ma non riesco.
Non ora.
Ho bisogno di pensare un po' a me stessa.
Come ha detto Derek a Meredith:
"Tu sei stata ossigeno puro, stavo annegando e mi hai salvato. Ti sembra poco?"
È vero.
Sei stato ossigeno puro, mentre passavo l'inferno, tu mi hai salvata.
Ti sarò sempre debitrice.
Ma ho bisogno davvero di stare un po' da sola.
Per un paio di giorni.
Non per sempre.>> ammetto mentre lui mi accarezza la guancia.
Chiudo gli occhi beandomi del suo tocco.
Lo amo.
<<Ti aspetterò.
Perché mi sono voltato per te
milioni di volte
ti ho cercato nelle folle
ti ho riconosciuto
e ti ho perso di vista
altrettanti milioni di volte
sono tornato a casa senza te
mi sono scusato con il mio
letto matrimoniale,
i miei cuscini, il materasso, le federe
muoiono tutti
dalla voglia di conoscerti
le candele hanno voglia di bruciare per te
Spike e Wendy di scodinzolarti
le stelle di cadere
ed io di farti restare.
Mi sono voltato per te
milioni di volte
ma non eri tu
è che visti di sfuggita
hanno tutti qualcosa
che mi ricordano te
per te, io per te
mi sono voltato un milione di volte
sperando fossi tu
che poi tu non eri
nonostante ogni luogo
era perfetto
per incontrarsi di nuovo.
Non posso dire che ti aspetterò per sempre
ma ti aspetterò tantissimo
quello si.>>
Ammette mentre appoggia la fronte sulla mia con le mani sulle mie guance ed io sul suo petto.
I nostri corpi così incastrati alla perfezione.
I nostri cuori che battono all'impazzata.
I nostri occhi che cercano di non guardare le nostre bocche.
Ed io che muoio ogni volta che i suoi occhi si posano nei miei.
Verdi come la foresta amazzonica.





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La mia ultima storia
Non è più disponibile
Dopo 24 ore
È tornata invisibile
E non la trovo nel frigo
Neppure dietro al mio petto
E se mi chiedi ho scordato
Come si dorme in un letto
E non mi dite che basta
Che basta tornare al mare
Che basta bere e ballare
Che cambia l'ora legale
Ed ho comprato la maglia più larga
E c'è spazio per te
Avvicinati al petto
Le scarpe nuove
Come piacciono a te ma
Le userò per correre lontano
Ed ho comprato una maglia più larga
E c'è spazio per te
Avvicinati al petto
Le scarpe nuove
Come piacciono a te
Ma le userò per correre lontano
La mia ultima storia
Aveva gli occhi di un verde
Che a fissarli sembrava di stare
Nella foresta Amazzonica
Ed è per questo che adesso
Odio il verde e quegli occhi
Ma siamo come la neve
Senza un motivo si ride
Ed ho comprato la maglia più larga
E c'è spazio per te
Avvicinati al petto
Le scarpe nuove
Come piacciono a te
Ma le userò per correre lontano
Ed ho comprato una maglia più larga
E c'è spazio per te
Avvicinati al petto
Le scarpe nuove
Come piacciono a te
Ma le userò per correre lontano
E sono quattro anni
E sono quattro anni
Mi devi Parigi l'ultima neve in città
Mi devi le pizze che ho lasciato a metà
Mi devi Parigi l'ultima neve in città
Mi devi le pizze che ho lasciato a metà
Mi devi il sorriso spento di fronte al mare
Mi devi le notti passate a soffocare
Mi devi i risvegli senza la musica
La colazione solo di domenica
E tutte le ragazze che non ho vissuto
Che solo su di te mi sarei abbattuto
Avrei aspettato una stella
L'ultima notte di stelle
E non per fare il romantico
Ma per lasciarti nel panico

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