Anarchia

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Mi alzo ancora leggermente stordita, sono sdraiata a terra raggomitolata tra le coperte con una bottiglia di rum vuota accanto a me. La testa mi fa malissimo, non sono più abituata a questi ritmi, noto che è mezzogiorno. Nessuno è venuto a svegliarmi? Quegli scansafatiche della mia squadra? Afferro una bottiglia di scotch e scendo di sotto con indosso ancora i vestiti stropicciati di ieri e il trucco colato. Non mi importava proprio niente. Lego i capelli in una crocchia sedendomi al tavolo da pranzo dove oltre a me sono seduti Ian, Tessa e Will. Afferro il mio bicchiere versandomi l'alcol ma Ian me lo toglie da sotto il naso, furiosa gli stringo il polso per poi piegarlo, il suo viso si piega in una smorfia di dolore, afferro di nuovo quel bicchiere e torno a bere tranquillamente
"Puzzi d'alcol" mi rimprovera Grace da dietro
"Che strano non lo avrei mai detto" rispondo ironica e lei mi fulmina. Semplicemente non mi importava più di nulla eccetto di vincere questo stupido gioco che mi aveva rovinato la vita. Sembravano tutti più silenziosi del solito, o forse prima ero troppo concentrata su ciò che accadeva nel mio cuore per accorgermene. In quel momento sento il rumore della porta aprirsi e poi chiudersi. Violet entra con ancora i vestiti di ieri. Era tornata con noi me lo ricordo
"Dove sei stata?"
"Le tue urla mi disturbavano" risponde furiosa, prima le avrei risolto con uno sbuffo, conoscendola mi stava solo provocando ma ora come ora avevo bisogno di adrenalina.
"Quindi sei tornata a fare la puttana" lascia cadere la sua borsa atterra iniziando ad avviciniarsi a grandi passi a me, ma Harry la prende da dietro sollevandola, in modo che non posso muoversi.
"Gradirei essere informata di ogni vostro spostamento, ricordate che sono il vostro capo" Violet sbuffa raccoglie la sua borsa e si avvia alla sua stanza. Apro la busta che mi hanno consegnato ieri con un coltello contiene delle foto, e dei fogli di carta che per quanto tenti di concentrarmi non riesco a leggere. Lì lancio ad Ian con uno Sospira arreso lì afferra leggendo
"La prossima mossa sarà facile arriverà presto un carico di droga dall'Europa, mi farebbe molto comodo, consegnatemelo ed il prossimo indizio è vostro.
Poi ci sono le informazioni sui corrieri, l'orario, l'indirizzo dove prenderlo e dove lasciarlo." Mi ripassa i fogli ed io mi concentro su indirizzi, nomi e date. Tra due giorni, avevo il tempo di organizzarmi.
"Ci serve un auto irriconoscibile Grace voglio che ti procuri due auto veloci e abbastanza grandi per un carico medio. Fatti aiutare da Harry entrate nelle telecamere delle ville in giro per Washington, dopodomani mattina le voglio nel mio garage, con delle nuove targhe"
"La mandi da sola?" Mi guarda Will e sembra davvero preoccupato, che carino le piace Grace che tuttavia ha occhi solo per Ian. Quanto dolore causava l'amore, non ne valeva davvero la pena.
"Ci sarà Harry e vi accompagnerò io in auto" guardo serissima Grace che ha lo sguardo altrettanto serio, non sembra spaventata, infondo ha sempre saputo che avrebbe dovuto farlo prima o poi. È la migliore o non sarebbe qui. Faccio segno di andare
"Violet voglio che vai da quest'uomo e in qualche modo ti fa dire la quantità esatta di droga" strappo un pezzo di foglio e glielo lancio
"È lui con il suo bar preferito" Annuisce andandosene.
"Tessa a te affido tutt'altro compito voglio che scopri tutto qualsiasi cosa sulla famiglia fantasma, pensa a tutti gli incarichi che hanno dato a noi e alle altre famiglie. Fatti aiutare de Harry per recuperare le informazioni se necessario. Ma trova anche il minimo nesso con casi irrisolti e risolti, morti ambigue da qui agli scorsi trent'anni" sgrana gli occhi
"Sei matta? Dovrò starci una settimana intera, come pensi poi che la polizia mi darà quelle informazioni?"
"Sei L'infiltrata no? Trova un modo. Per qualisiasi strumento chiedi pure a me"
"Mia figlia starà da sola?"
"Lucia è qui per un motivo. Will tu sei con me dobbiamo occuparci d'altro"
"Io?" Chiede Ian mentre mi alzo, avevo impartito i miei ordini era il momento che iniziasse l'anarchia se volevamo vincere
"Il mio assassino sta in panchina te lo avevo già detto. Informami su qualsiasi tuo spostamento. Per me puoi fare ciò che vuoi" faccio segno a Will di seguirmi e con la bottiglia di scotch in mano mi avvio verso la serra. Entrata Poggio la bottiglia a terra accarezzando le rose che iniziano a crescere. Will resta all'ingresso osservandomi come una cavia da laboratorio. Cosa credevano? Che avrei urlato e sarei diventata una furia. Quando chiudevo il mondo fuori in me restava l'indifferenza e questo lo stava facendo arrabbiare ancora di più conoscendolo. Annaffio le rose lentamente lasciando che la terra assuma il suo colorito più scuro.
"Allora perché siamo qui?"
"I soldi della mia famiglia non basteranno per sempre" dico mettendo a posto l'annaffiatoio. Lui mi guarda leggermente corrucciato con le sopracciglia inarcate
"Con questo?"
"Sarai anche il mio menager, Trovami dei lottatori e dei corridori, loro e te il 25% ed il cinquanta a me. Soldi che metterò nel conto comune di questa squadra. Ma i miei non saranno più toccati" Annuisce poco convinto
"Un'altra cosa, voglio che spaventi tutti gli spacciatori di piccola media taglia"
"Che hai intenzione di fare?" Chiede improvvisamente allerta
"Se non te lo dico è per proteggerti"
"Ne dubito"
"Che io non sia più la principessa sul pisello non significa che non mantengo le promesse. Vi proteggo a qualsiasi costo"
"Ma mandi Grace da sola" Sbuffo, non si rendeva minimante conto delle mie responsabilità, era il suo lavoro, non poteva vederla solo come una bambina da accudire, era parte della squadra che gli andasse bene o meno.
"Il fatto che tu sia innamorato di lei non giustifica che non ti fidi di me. Ho detto che la proteggerò non sei l'unico in grado di farlo. Ora vai la mia bottiglia mi aspetta"
"È solo l'una" si stacca dallo stipite della porta
"Così tanti pensieri ed è ancora l'una. Sarà una giornata lunga" Sbuffo attaccandomi al collo della bottiglia. Non si spreca nemmeno per cercare di aiutarmi, lui meno di tutti mi avrebbe perdonato, probabilmente mi ricollegava a sua sorella. Non che il suo perdono fosse indispensabile per me, semplicemente mi faceva capire quanto bastasse un'azione sbagliata in passato a far dimenticare tutte quelle buone del presente.
"Cazzo quanti pensieri. Ho bisogno di qualcosa di più forte"

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora