Un coltello scagliato velocemente dall'ingresso della porta colpì con una precisione a dir poco chirurgica la coscia di Penny Wright, che cadde per terra dal dolore.
- Aaah!!! Aiuto!!!
Ma subito smise di urlare quando riconobbe il volto di colui che l'aveva accoltellata.
- Lei!!! Com'è possibile?! Ahh, fa male!!!
- Stia calma, signorina Wright. Quel coltello è semplicemente impregnato di un veleno mortale che entrerà in circolo nel giro di poco tempo, giusto quel tempo preciso affinché io possa spiegarLe come sia stata raggirata e presa in giro ad hoc.- Ma Lei è morto!!!
- Io? Mi crede uno spirito? Sono più vivo di Lei, al momento. Lo sa? Ho sempre ritenuto stupida l'ansia che una persona ha della morte, soprattutto quando questa è letteralmente a pochi minuti da te. Si arrenda, signorina. E mi ascolti, La prego.Quell'uomo leggermente sovrappeso chiuse a chiave la porta del bagno e si sedette lentamente su una seggiolina che si trovava alla sua sinistra; poi, con la bottiglia e il vino che si era portato, si versò del vino.
- E questo Gewürztraminer dovrebbe essere il vino che mi ha ucciso? È tremendamente buono.
Antony Gray, dopo aver sorseggiato rumorosamente, guardò in faccia Penny Wright, che a causa del veleno non riusciva minimamente a sollevarsi da terra.
- Allora, da adesso stia zitta ché inizia il racconto.
Io sono Antony Gray e, sì, non sono morto. Ma prima di spiegarVi come non sono morto, direi di utilizzare un ordine che possa essere più cronologico possibile.
Io e mio fratello siamo i proprietari della ditta di Glasgow denominata Gray Brothers Society, un'azienda che si occupa di informazioni, per la gente comune, e di neutralizzazione di problematiche legate al mondo criminale e malavitoso.
Mi spiego: io ed Edward occupiamo le nostre forze per aiutare i criminali e i mafiosi a gestire i loro affari, nel caso in cui questi divenissero troppo pericolosi e alla portata pubblica. Facciamo da spazzini in un certo senso.
Vi faccio un esempio molto esplicito: se Vi capitasse mai nella vita di allestire una compagnia malavitosa per ammazzare qualcuno e se veniste scoperti, la mia ditta Vi proteggerà con ogni suo mezzo e cercherà di mettere a tacere tutto, con ogni strumento a nostra disposizione.
Eppure, nonostante questa mia peculiare occupazione nel mondo, non ho mai sopportato il disonore e il tradimento: io aiuto solo chi è meritevole e chi paga bene.
E si dà il caso che io non consideri meritevole una persona che, per rapinare una normale famiglia inglese, disdegna il suo denaro offrendolo a un killer professionista per uccidere suddetta famiglia.
Non compatisco la pigrizia, né l'avidità, né qualsiasi altro tipo di vizio capitale, fatta eccezione per un po' di gola ogni tanto.
Se non avete ancora capito, per me Sothe Lewis era una delle persone più viscide che possano mai abitare questo pianeta.
Fra l'altro, conoscevo la famiglia Montgomery molto bene, quindi per me fu un enorme scandalo sapere che era stata sterminata da un membro della famiglia Lewis, famiglia altrettanto cara a me e molto legata ai miei affari.
Volevo trovare uno stratagemma per poter sistemare tutta questa faccenda: iniziai dunque arruolando un giovane, che di lavoro fa il giornalista, per controllare tutti i punti nevralgici di questa storia, ossia la famiglia Lewis, lo studio di Sothe Lewis e ovviamente le testate giornalistiche per cui lui lavorava e per cui scrisse molto su questa faccenda.
Sì, sto parlando di Josh Pettegrew, un vero genio a mio parere, non solo per il suo linguaggio e per la sua abilità oratoria, ma soprattutto per la sua scaltrezza.
Si fece assumere come spia di casa Lewis e strinse subito un buon rapporto con Ashton Lewis, da cui seppe dell'innaturale odio spasmodico verso il fratello.
Inoltre convinse la fidanzata segretaria, una tale Penny Wright, a farsi assumere da uno degli studi legali più noti di Londra: lo studio di Sothe Norman Lewis.
Avevo tutto sotto controllo e mi mancava solo la scintilla per innescare il tutto, scintilla che giunse grazie al lavoro di giornalista di Josh stesso, che fece venire allo scoperto il gran verme.
- Pronto, Gray Brothers Society.
- Sì, buongiorno. Sono Sothe Lewis; avevo bisogno di un "consulto speciale". (Questo è il nostro slang per così dire; così capiamo chi ha bisogno dei nostri servizi malavitosi)
Non raccontai nulla a mio fratello Edward di questo mio piano, soprattutto perché quest'ultimo prevedeva anche un modo per sistemare una volta per tutte quella grossa spina nel mio fianco di mio fratello.
Non immaginate quanti soldi abbia spillato alla mia ditta per affari personali con delle mafie che nemmeno io oso sfidare.
Comunque... io e lui non organizzammo subito alcun colloquio con Sothe Lewis, in quanto eravamo d'accordo sul fatto che una persona già così famosa per le sue malefatte non avrebbe mai dovuto essere visto entrare nella nostra azienda: sarebbe stato uno scandalo.
Decidemmo quindi di incontrarci in sede esterna, al Seven Stars Hotel, poiché era comodo per dei suoi affari a Bolzano.
Ed ecco la scintilla! Il titolare di suddetto hotel è l'amante di Ashton Lewis! E lo seppi grazie a Josh, che scoprì diverse cose in casa Lewis, come la sua segreta relazione omosessuale alle spalle della sua fidanzata Amy Evans, o come le lettere minatorie che quest'ultima gli inviava ogni tanto, facendogli credere che fossero opera del fratello invidioso di lui.
Un vero colpo di fortuna, così come fu un colpo di fortuna il fatto che Ashton avesse deciso di uccidere il fratello proprio in quell'hotel, dove sapeva che avrebbe alloggiato grazie alle informazioni dategli da Josh Pettegrew sotto mie istruzioni.
Ma d'altronde c'era da aspettarselo: quando gli sarebbe ricapitata una situazione tanto perfetta?
Sempre grazie a Josh venni a sapere tutti i dettagli del loro piano: l'albergo, dopo aver accettato la nostra prenotazione, avrebbe chiuso i battenti, per tenere all'interno meno testimoni possibili dell'omicidio del fratello, omicidio che sarebbe stato compiuto dal titolare stesso, Raphael Wayne, avvelenando il vino di Sothe con del cianuro di potassio.
E qui la situazione devo dire che si ingarbuglia pure per me: un delitto dopo l'altro stava per essere compiuto.
L'assassinio di Sothe Lewis da parte di Ashton e Raphael, la vendetta di Amy Evans verso il fidanzato e l'amante, pure il mio assassinio da parte di mio fratello (devo dire, però, che me l'aspettavo, dopo aver letto quella lettera firmata "Lei sa chi" che avevo trovato per caso nella scrivania di Edward).
Bisognava soltanto capire quale di questi sarebbe accaduto per primo.
Giunse il grande giorno e i primi ad arrivare furono Ashton e la fidanzata, poi io e mio fratello, in seguito arrivò Josh (che ovviamente dovette aspettare un momento buono per entrare per non farsi vedere da nessuno) e un attimo dopo lui, il festeggiato, Sothe Lewis, con la sua perfetta segretaria, Penny Wright.
Devo dire che in tutte queste mie macchinazioni, la signorina Wright non si è mai incastrata perfettamente: fin dall'inizio non riuscivo a trovare un modo di sistemarla nel mio perfetto ingranaggio.
Pensate che ebbi molte meno difficoltà a sistemare la vittima di tutto ciò, Sothe Lewis: quando bussò alla porta della mia stanza, mi chiese come mai ci fosse suo fratello ed io gli feci credere che era un nostro stratagemma per far credere al mondo che egli fosse stato ucciso dal fratello; così avrebbe potuto vivere senza avere più il timore di essere ricercato.
Il tutto proseguì nel migliore dei modi, anzi: l'improvvisa scomparsa della luce giocò completamente a mio favore. Niente di meglio del buio per tramare.
E poi ci fu la partita a carte: lì sì che misi in campo tutto il mio estro, inventando una briscola ubriaca per scervellare un po' gli ospiti del Seven Stars Hotel: che bello vedere girare quel Gewürztraminer destinato a Sothe e quel Cabernet destinato a me preparato da mio fratello.
Fu ancora più eccitante vedere come Sothe Lewis si dimenava dall'ansia e dalla paura; l'unico che pareva ignaro di tutto ero proprio io: una bella maschera, quella dell'ignorante!
E mentre mi divertivo con i tre signori, il mio Josh portava avanti il piano, raggiungendo Raphael in cucina e spaventandolo a morte lanciandogli addosso una mannaia, che aveva precedentemente preparato con un bigliettino su cui era scritta una frase proveniente dalla lettera intimidatoria di Amy per Ashton (Vi ricordo che io conoscevo il contenuto di quella lettera grazie all'operato di Josh in casa Lewis).
Vi chiederete ora: a cosa serviva quella frase?
Ve lo devo proprio dire: a niente serviva. Solo a fare un po' di scena, a preoccupare la signorina Evans, dimostrandole che altri erano a conoscenza del suo piano, magari a insospettire Ashton, chi lo sa.
Tutto questo Josh lo fece per allontanare gli ospiti da me, che finsi la morte bevendo il Gewürztraminer avvelenato per Sothe.
Quando, poi, mi scoprirono, Raphael si accertò che io fossi morto (non fece un bel lavoro, a quanto pare; sarà stato agitato) e fece sparire gli altri vini.
E da quel momento in poi io e Josh diventammo ombre nascoste nel buio del castello.
Avemmo subito delle complicazioni, come la perlustrazione dell'hotel organizzata da Penny Wright (Josh riuscì per un pelo a distrarre la sua ragazza, sonniferandola con dello spray che aveva spruzzato nell'attico) o come l'improvvisa morte di Ashton per mano di Amy Evans, che aveva fatto in tempo a sparare al suo fidanzato e a tornare in camera di Sothe, dove lui e Penny dormivano ancora.
Perché fu una complicazione? Per due motivi: il primo è che c'era la possibilità che Amy Evans, mentre ritornava in camera passando dal balcone, scoprisse Josh, che era anche lui sul balcone, ma all'altro capo, alle spalle di lei, per colpire con una statua mio fratello Edward che stava scappando con i miei soldi, approffittando della mia apparente dipartita.
Il secondo motivo era Raphael, che avrebbe potuto sospettare della presenza di un'altra persona nell'hotel, in quanto non si era ancora scoperto chi lo avesse aggredito con la mannaia.
Eppure, dopo la perlustrazione, tutti erano convinti che non potessero esserci altri nell'albergo e che l'azione della mannaia, la morte di Ashton e la successiva morte di Edward, scoperta poco tempo dopo da Penny e Sothe, fossero state eseguite da uno di loro.
C'era confusione e incertezza; solo di una cosa erano tutti certi: che la mia morte fosse stata provocata dall'avvelenamento del Gewürztraminer per mano di Raphael, come egli confessò poco dopo nella sua testimonianza.
E qui le opere mie e di Josh si conclusero; rimanemmo nascosti ad aspettare che la pazzia e i peccati dei superstiti sparassero gli ultimi colpi dei loro fucili.
E così avvenne, ma devo ammettere che non avvenne nel modo che io mi aspettavo.
Io ero convinto che sarebbe stato Raphael Wayne a uccidere Sothe Lewis, magari pensando che fosse stato lui a uccidere Ashton.
O magari poteva essere stata Amy, che avrebbe potuto incolpare così Raphael.
E invece no... l'unico pezzo che non si incastrava bene nell'ingranaggio aveva trovato l'incastro perfetto.
La signorina Wright, tanto coraggio e tante doti perfette, ma anche un sangue freddo senza eguali.
Fu lei a ricordare a Sothe di prendere le pastiglie della pressione che lei aveva precedentemente intinto nel sonnifero, e fu sempre lei a soffocare il suo capo con un cuscino mentre dormiva profondamente.
In effetti, ora che ci penso, Josh mi aveva parlato di una lettera che ella gli aveva scritto, in cui spiegava che "avrebbe fatto qualsiasi cosa per splendere".
Qualsiasi.
Non finirò mai di sorprendermi... no, non finirò mai di farlo.
La fine di tutto era abbastanza scontata: la ringhiera era stata scardinata da Josh mentre gli ospiti erano in camera di Sothe, sapendo quanto a Raphael piacesse attaccarvisi per ammirare il panorama.
Anche a questo punto il seguito ebbe dell'incredibile. Chi se lo aspettava che Raphael ed Amy avrebbero combattuto così selvaggiamente?
Di certo non io.
E non mi aspettavo nemmeno che la povera piccola Penny avrebbe ucciso ancora.
Fu meglio così: Josh e io non avremmo dovuto sporcarci le mani per uccidere pure Raphael ed Amy.
Avendo ora finito il mio racconto, ammetto di essere rammaricato, non tanto per quello che è successo, quanto per aver dovuto mentire al mio stesso fido aiutante Josh.
Gli ho promesso che avrei risparmiato la sua fidanzata e che avrei lasciato a lui il compito di mentirle su ciò che è accaduto qui dentro.
Fece pure un bel lavoro, inventando che era stata Amy ad uccidere praticamente tutti.
Ma io, purtroppo, nonostante sia stato aiutato dal caso più e più volte in questa micidiale e gigantesca partita a scacchi, non ho mai voluto, e mai vorrò, affidare tutta la mia vita alla Sorte, al Caso, alla Moira o al Fato.
È per questo che sono costretto a uccidere pure la signorina Wright e il mio stesso aiutante, Josh.Arrivederci, signorina Wright, è stato un piacere.
Antony Gray si sollevò lentamente dalla seggiola e aprì la porta che aveva chiusa a chiave un attimo fa.
- No! La prego, non mi lasci qui!!! - urlava disperata Penny Wright, mentre la sua vista cominciava a offuscarsi.
- La prego, io e Josh non diremo nulla!
- Mi spiace, signorina Wright. Ma ormai la partita è chiusa.
Scacco matto.Antony richiuse a chiave la porta dietro di sé, lasciando la signorina a morire lentamente in quel bagno, assieme al corpo inerme di Amy Evans.
Ormai era troppo tardi per pentirsi di ciò che aveva fatto; ormai era troppo tardi per avere paura; ormai era troppo tardi per preoccuparsi della vita del suo perfetto fidanzato, del suo futuro, del loro matrimonio.Mentre si sentivano provenire dal parcheggio le urla disperate di Josh Pettegrew che veniva accoltellato brutalmente da Antony Gray, e mentre si udiva il rombo dell'auto di Antony Gray allontanarsi da quel Passo del Brennero, da quel Seven Stars Hotel, Penny Wright aveva finalmente ottenuto la felicità, non più macabra serenità, ma solo semplice felicità, l'eterno riposo, la morte.
"O padre nostro, che ne' cieli stai,
non circunscritto, ma per più amore
ch'ai primi effetti di là sù tu hai [...]
Oh vana gloria de l'umane posse!
com' poco verde in su la cima dura,
se non è giunta da l'etati grosse!"♤♡◇♧
Antony Gray, Gluttony
Ashton Lewis, Lust
Edward Gray, Greed
Sothe Lewis, Sloth
Raphael Wayne, Wrath
Amy Evans, Envy
Penny Wright, Pride
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Seven Stars Hotel
Mystery / ThrillerSette persone si ritrovano una sera a pernottare sotto le sette stelle del rinomatissimo Seven Stars Hotel. Sette lettere sono state scambiate. Sette peccati capitali saranno puniti. Sette misfatti verranno smascherati. Sette saranno le armi ritrova...