Anima spezzata

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Pov's Will
Apro la porta quando sento suonare, Stefan entra con in mano una cassa di birre, una non bastava. Aveva assistito a tutta la scena, sapeva che tra me e Kyra era finita, quindi sapeva che una birra non bastava. Prendo le birre congelate andandomi a buttare sul divano, accendo la televisione impostando la partita
"Hai ordinato la pizza!" Si butta anche lui accanto a me
"Salame piccante" specifico, ricordavo che mangiava solo quella. Mi guarda di sfuggita prima di aprire il cartone e addentarne un pezzo. Noto che anche lui porta il suo anello, forse, come me, non lo toglieva mai. La partita inizia ed ovviamente facciamo il tifo per due squadre diverse, il football però era una passione di entrambi. Esulto quando la mia squadra passa in vantaggio di due punti.
"Vedi vinco sempre"
"Non cantare vittoria fratello non è ancora finita" non l'avessi mai detto dato che di fatto alla fine si conclude con un deludente ma anche inaspettato pareggio. Onesto, anche perché se avessi vinto una delle nostre squadre uno di noi avrebbe avuto qualcosa da ridire. Finita la seconda birra e tutti i cartoni di pizza tra noi cala il silenzio. Era così strano averlo qui.
"Bianchi eh" rido alludendo ai suoi capelli, se li spettina leggermente prima di scoppiare a ridere. Alza le spalle come per dire che altro colore se no? Gli stavano bene, non glielo avrei mai detto ad alta voce.
"Tu invece tatuaggi" alzo le spalle, non ci trovavo nulla di male, le mie cicatrici esistevano da sempre, io le avevo reso solo visibili imprimendole nella mia pelle.
"Perché mi volevi qui?" Mi guarda improvvisamente serio
"Tu lo sai che non ti avrei ucciso vero?" Sgrana leggermente gli occhi, non si aspettava di certo una domanda del genere, sorride annuendo.
"Certo ne hai avuto la possibilità molte volte e non l'hai fatto"
"Te nemmeno" rispondo scorbutico, di certo tra i due lui era sempre stato quello più gentile, ingenuo e buono. Mi sorprendeva lo avessero preso con loro. Poi avevo capito che oltre a questo nascondeva, ambizione, grinta e forza. Era solo migliore di me.
"Certo che no sei ciò che resta della mia famiglia" risponde ovvio, come se quello che ha appena detto non fosse niente di speciale. Ma per me lo era, significava che mi considerava ancora suo fratello.
"Ti ha ferito?" Parla dopo lunghi secondi di silenzio dove io ho semplicemente fissato il vuoto davanti a me. Mi volto verso di lui confuso
"Kyra ti ha ferito?" Scuoto la testa, però in realtà un po' si. Mi aveva avvisato, non l'avrei più amata perché non era buona come credevo. Non ci avevo creduto, ma forse ora l'idea diventava più realistica. Non ero ferito volevo solo che tornasse. Ma mia aveva detto anche questo, sarei dovuto andare a riprendermela all'inferno ed ora non ero pronto.
"Kyra è rotta dentro, la sua anima è spezzata tra il suo passato ed il suo presente. Non avrebbe mai voluto ferirti ti ama" parla prima ancora che il gli abbia dato una risposta, forse il nostro legame tra gemelli ancora funzionava perché mi sentivo di nuovo tranquillo.
"Tu come lo sai?"
"Lo vedo, da come vi guardate, da come parla di te e da come non lo fa. Come se tu fossi il suo tesoro più prezioso e nominarti significherebbe metterti in pericolo. Lo vedo dal rispetto che ha nel tuo dolore e nella tua rabbia. Lei ti ama solo che non sa che anche tu provi lo stesso e ha paura"
"Sa cosa provo" ribatto serio, non ce l'eravamo detto esplicitamente, ma lei lo sapeva.
"No invece, perché ora la stai lasciando e chi sa che idee contorte si è fatta perché credere che sia colpa sua" aveva ragione, mi sorprendeva quanto la conoscesse bene nonostante si siano visti e parlati poco, semplicemente lui l'aveva osservata e aveva capito. Quando tutti finirà io e lui torneremo una famiglia, con o senza il resto del mondo. Mentre ci salutiamo dopo risate e pugni al sacco ci abbracciamo tirando i delle pacche sulla spalla.
"Vai da lei ne ha bisogno" parla serio prima di chiudersi la porta alle spalle. Lo sapevo, ero pienamente cosciente che si stava lasciando andare però qualcosa mi bloccava. Avrei voluto ignorare quella sensazione di tradimento ed umiliazione ma non ci riuscivo. Osservo le mie nocche pulite, senza sangue o spacchi, probabilmente grazie a Kyra. Due mesi che stavamo insieme e due mesi che non andavo a letto con nessuna. Lei era tutto, il centro di ogni cosa e mi terrorizzava questa consapevolezza. Afferro le chiavi della macchina prima di salire diretta verso casa di Kyra. Se proprio dovevamo farla finita conveniva che ci dicessimo tutto io e lei con nessun'altro.
Pov's Kyra
A cena i ragazzi sembrano tutti persi nei propri compiti, Harry e Grace osservano un computer suppongo per studiare le mosse di qualche riccone qui intorno in modo da potergli rubare l'auto. Will sta scrivendo freneticamente al cellulare con una mano e con l'altro si ingozza come sempre. Tessa ha in mano qualcosa come tre fascicoli e non ha ancora toccato cibo, Violet sta al telefono e parla talmente a bassa voce che da qui non capisco cosa dice mentre Ian mangia in silenzio mentre di tanto in tanto gioca con la bambina sul seggiolino accanto a lui. È molto tenero.
"Ragazzi sembrate tutti così distanti" Borbotto finendo la seconda bottiglia in un giorno con un sorso. Nessuna risposta allora decido di alzarmi lasciandoli ai loro lavori andando verso la sala d'arte. Mi siedo di fronte alla tela con una matita in mano, osservo il bianco infinito pronto a diventare qualsiasi cosa la mia immaginazione mi sussurri: non sento nulla. Non ho assolutamente niente da dipingere, così fisso il boschetto dalla finestra vetrata riproducendolo fedelmente, pragmatica e fredda, non riesco s mettere nulla di mio. Appena finisco di fare il disegno a matita sento la porta dietro di me aprirsi.
"Questa che roba è?" Mi volto con calma riconoscendo la voce furiosa di Lewis, tiene in mano delle bustine contenti della polvere bianca
"Non so usa l'immaginazione" lo perdo in giro e potrei giurare di vedere il fumo uscirgli dalle orecchie. Apre la porta finestra e prima che possa anche alzarmi strappa tutte le bustine facendo volare la droga al vento. Mi alzo di scatto spingendolo da dietro fino fuori.
"Che cazzo hai in testa?" Gli prendo il pacchetto di sigarette dalla tasca e glielo svuoto in piscina come ripicca, ma lui sembra solamente più tranquillo per avermi tolto la droga.
"Adesso parliamo" dice in tono tranquillo, incrocio le braccia sotto al seno fissandolo, se lui aveva voglia di parlare che parli, ma probabilmente non riceverà ascolto o risposta.

White rose ~broken soul~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora